Una vergogna. Una indecenza. Quanto malcostume.
Rispetto a certe notizie non si può che restare allibiti e disgustati. A quanto sembra, a dirlo è il quotidiano Repubblica, tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle ed uno di Italia Viva, avrebbero chiesto ed ottenuto il bonus da 600 euro destinato alle partite iva e agli autonomi per contrastare gli effetti economici negativi del Coronavirus. Secondo Repubblica, però, nella vicenda sarebbero coinvolti addirittura altri duemila politici, tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
C’è poco da aggiungere. E’ imbarazzante persino parlarne. Se non constatare che un simile gesto è semplicemente disonorevole. E’ un comportamento non solo da straccioni, da morti di fame, ma soprattutto eticamente riprovevole. E in un momento come questo, poi, in cui milioni di italiani si trovano in difficoltà economiche. E tanti altri temono di restare senza lavoro nel prossimo autunno. E questo mentre lo Stato cerca di dare sollievo alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, aggiungendo altro debito pubblico e mendicando finanziamenti europei.
Certo, è anche vero che le norme sono scritte male, visto che addirittura dei parlamentari, ma chissà quante altre partite IVA con redditi tuttora cospicui, hanno richiesto e ottenuto il bonus. Sì, perché a quanto pare tra i beneficiari del bonus di 600 euro ci sarebbero molti altri professionisti. Notai, ingegneri, commercialisti, ma anche personaggi televisivi e del cinema.
In breve, si è fatto man bassa senza ritegno, ma è tutto legale. Ciò non toglie, però, che fare richiesta di benefici pubblici quando non se ne ha bisogno, sottraendo risorse, è comunque un atto disonesto, infame, miserabile. E’ ancora più grave quando si è in politica, tanto in Parlamento quanto in Consiglio regionale o comunale. Significa non avere dignità e rispetto per le istituzioni, ma anche di essere senza onore e sleali nei riguardi dei cittadini-elettori.
Un’ultima considerazione. Si parla, anche in questi ultimi mesi, di semplificazione. In altri termini, procedure e norme più semplici per ottenere i provvedimenti della Pubblica Amministrazione. Dall’erogazione di bonus, finanziamenti e contributi, a permessi, licenze, autorizzazioni e così via. Nel nostro Paese, infatti, lamentiamo il fatto che la Pubblica Amministrazione è troppa farraginosa perché quando agisce parte dal presupposto che i cittadini non siano o comunque possono non essere in buona fede. Da qui l’esigenza di essere accorti e prudenti fino agli eccessi della tortuosità e della pedanteria in cui sguazza la nostra burocrazia.
Bene, questa vicenda non può che far riflettere. L’esigenza di semplificare la vita amministrativa e tagliare la testa alle mostruosità della burocrazia restano esigenze ineludibili ed attuali, comunque. Il problema vero, però, è che questa nostra società, di cui la classe politica ne è una espressione, ma non l’unica, è malata in quanto a senso civico e ad etica pubblica.
Certo, non facciamo di ogni erba un fascio. Non tutti i politici sono poco raccomandabili, anzi, riteniamo che solo una minoranza compia azione fraudolente o, come in questo caso, da pezzenti, da poveracci. Resta, però, da capire cosa faranno i partiti e i loro leader nei riguardi di questi signori. La sospensione è poca cosa. Andrebbero espulsi dalla vita politica, senza concedere loro alcuna via di scampo. Salvini, Renzi, Di Maio, o chi altro ancora sarà chiamato in causa, lo faranno?
Ci crediamo poco. Il rischio è che tutto finisca a tarallucci e vino. Si troveranno mille giustificazioni, tante scappatoie e soprattutto molta generosa indulgenza. Se così sarà, allora, come è già avvenuto in passato, la politica nel suo insieme si renderà complice oggi di questa porcheria. Come ieri lo è stato del malaffare e delle ruberie…
E questo Paese cadrà sempre più a pezzi e la sua classe politica continuerà ad essere non credibile e vista, a torto o a ragione, come la sentina di tutti i mali.
Stiamo a vedere. Per ora, cerchiamo di sopportare questo disgustoso senso di nausea che ci assale. E sperare di essere messi, come cittadini-elettori, nella condizione di saper distinguere il grano dal loglio.