Due episodi mi hanno sconcertato negli ultimi giorni.
Il secondo, in ordine temporale, è la dichiarazione su Twitter della senatrice grillina Rosetta Enza Blundo, la quale, a proposito del gravissimo terremoto che ha colpito il centro Italia, ha dichiarato che la magnitudo sarebbe stata declassata da 7,1 a 6,1 per interessi economici del Governo, vale a dire per non risarcire i danneggiati al 100 %, e la cosa sarebbe avvenuta anche in occasione del terremoto dell’Aquila, “addomesticato” al 5,8.
Poi, a seguito delle innumerevoli proteste, ha raddrizzato il tiro dichiarando: “Quello che mi preoccupa è la finzione mediatica, perché può fare danni maggiori del sisma stesso! Massima solidarietà e vicinanza per tutti coloro che sono stati danneggiati”; ma di questo nuovo post sui social non vi è traccia.
Anche il M5S si è dissociato; i capigruppo M5S di Camera e Senato Giulia Grillo e Luigi Gaetti hanno dichiarato che “Il post pubblicato dalla senatrice Enza Blundo non rappresenta in alcun modo il pensiero dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato e dell’intero Movimento”.
La senatrice Blundo è una parlamentare che negli ultimi due anni ha dichiarato redditi di circa 100/mila euro l’anno, che nella situazione attuale certo non sono pochi spiccioli, e tale reddito le deriva dalla sua carica. Possibile che una persona del genere, tanto lautamente retribuita, possa rappresentare chi l’ha votata?
L’altro episodio, primo in ordine temporale, è la dichiarazione che, sempre in occasione del terremoto, ha fatto il viceministro israeliano Ayoub Kara, il quale ha detto che “il terremoto è la punizione divina per il voto dell’Italia sull’Unesco”.
Questa inqualificabile dichiarazione ha scatenato una bufera, e non solo in Italia e in Europa, tant’è che lo stesso premier israeliano Benyamin Netanyahu è intervenuto per scusarsi con l’Italia e smentire categoricamente il suo vice ministro, che risulta non nuovo a esternazioni di analogo tenore.
E’ utile qualche riferimento ai fatti che hanno portato Ayoub Kara e quell’assurda dichiarazione.
L’Unesco, Organizzazione dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha approvato, qualche giorno addietro, una risoluzione in base alla quale i luoghi sacri di Gerusalemme, inseriti dall’Unesco nei patrimoni storici da proteggere, sono stati denominati usando solo il termine arabo “Al Haram al Sharif” (in italiano “Spianata delle Moschee”); il luogo è denominato dagli ebrei “Monte del Tempio”.
Il Comitato dell’Unesco ha approvato con 24 voti a favore (tra cui Russia, Cina e Paesi arabi proponenti), 6 contrari (Usa, Gran Bretagna, Lituania, Olanda, Germania, Estonia) e 26 astensioni (tra cui Italia e Grecia).
L’astensione dell’Italia ha fatto infuriare sia gli israeliani, sia il nostro Governo, tant’è che lo stesso Premier Renzi è duramente intervenuto per stigmatizzare ancora una volta l’attacco che alcune nostre forze di sinistra portano allo stato di Israele, che viene continuamente definito Stato occupante della Palestina e dei sacri luoghi oggetto della mozione, secondo la quale Israele non ha connessioni con il Monte del Tempio e il Muro del Pianto.
Perfino la direttrice dell’Unesco Irina Bokova ha detto che il patrimonio di Gerusalemme “è indivisibile e ognuna delle sue comunità ha diritto all’esplicito riconoscimento della sua storia e del suo legame con la città. Negare, nascondere o voler cancellare una o l’altra delle tradizioni ebraica, cristiana o musulmana significa mettere in pericolo l’integrità del sito, contro i motivi che giustificarono la sua iscrizione nella lista del patrimonio mondiale”.
Ma al di là degli eventi, mi chiedo come sia possibile che personaggi che rappresentano un movimento politico, come la senatrice Blundo del M5S, o Stati esteri, come il vice ministro israeliano Ayoub Kara, possano esporsi a fare tali assurde dichiarazioni che squalificano, oltre che loro stessi, anche chi essi rappresentano.
Cose da pazzi? Direi più cose da scemi. Forse, si è semplicemente persa la misura, ammesso che qualcuno l’abbia mai avuta.