scritto da Pasquale Petrillo - 22 Novembre 2016 09:42

La cultura e le ragioni del sì e del no

Per il referendum si stanno muovendo massicciamente gli uomini e le donne dello spettacolo e della cultura, arruolati dai due opposti schieramenti del sì e del no alla riforma della costituzione voluta da Renzi.

Serve tutto ciò a recuperare davvero dei voti? Oddio, come qualsiasi altro cittadino, anche gli uomini della cultura hanno diritto e il dovere di dire la loro. Ma che il loro appoggio possa più o meno incidere in qualche modo sull’orientamento degli italiani qualche dubbio, e pure grande, c’è eccome. Non è da escludere, inoltre, che si potrebbe avere addirittura l’effetto contrario a quanto sperato. Anche perché, confessiamolo, ormai il livello di saturazione degli italiani per questa consultazione è già da un po’ salito a livelli più che alti e scarsamente sopportabili.

E’ vero, se fossi orientato a votare no, la scelta di Roberto Benigni per il sì la vivrei come un tradimento e il comico toscano lo classificherei tra gli opportunisti. Mi importerebbe poco, però, del sostegno al no di Fedez, Alba Parietti, Carlo Freccero o Piero Pelù. Mi verrebbe qualche dubbio, invece, sapere che gente dal calibro di Paolo Sorrentino, Ferzan Ozpetek, Umberto Galimberti, Gabriele Salvatores e Paolo Virzì, siano invece tra i sostenitori del sì. E mi dispiacerebbe trovare Zubin Mehta, Silvio Orlando, Alex Zanardi, Pierfrancesco Favino, Alessandro Preziosi, Fabio De Lugi, Beppe Fiorello e Luca Zingaretti impegnati anche loro per il sì, ma come Virgilio a Dante risolverei la cosa con un “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

Se fossi orientato a votare sì, invece, confesso che sarei tentato di votare no sapendo che Michele Santoro, Paolo Crepet o Gad Larner sostengono anche loro il sì, ma non mi importerebbe un fico secco del sì di Ilaria D’Amico, Michele Placido o Federico Moccia. Oddio, mi dispiacerebbe che Andrea Camilleri, Erri De Luca, Leo Gullotta, Claudio Santamaria e Ficarra e Picone siano per il no, ma me ne farei una ragione.

Ad ogni modo, a prescindere che sostengano il no o il sì, continuerebbero comunque ad intrigarmi la bellezza carnale di Monica Guerritore, così come la prorompente avvenenza di Sabrina Ferilli, la freschezza di Cristiana Capotondi, la conturbante sensualità di Isabella Ferrari, l’eterno fascino di Stefania Sandrelli o la voce stupenda di Fiorella Mannoia. Allo stesso modo, continuerebbero a piacermi la simpatia di Massimo Ghini, la bravura strepitosa di Toni Servillo, la straripante comicità di Maurizio Crozza, e Caterina Caselli resterebbe un mito della gioventù ormai perduta .

Questo per dire che, in fondo, gli italiani voteranno a prescindere. Quella degli attori, cantanti e registi arruolati alle ragioni del sì e del no alla fine è solo un’americanata. E si è visto pure come è finito negli Usa con Trump, votato dagli americani nonostante l’avversione della stragrande maggioranza del mondo dello spettacolo, della cultura, delle università.

A proposito, non è che dal 5 dicembre avremo anche noi il nostro Trump? E chi sarà eventualmente il Trump in salsa locale?

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.