scritto da Nino Maiorino - 10 Dicembre 2016 15:54

La contesa sui pellegrini di fra Gigino

Non c’è tregua nella guerra tra Frate Gigino del Convento di San Francesco e Sant’Antonio e il Comune di Cava.

Sembrava che, con la conclusione del processo che ha visto il Frate alla sbarra per il reato di abuso della credulità popolare per la vicenda del Bambinello che lagrimò sangue, l’implicito riconoscimento che nessun reato è stato commesso, e la sconcertante notizia che quel sangue è dello stesso gruppo sanguigno (gruppo AB) della Sacra Sindone e dei miracoli di Loreto e di Bolsena, gli animi si fossero rasserenati, rimanendo sospeso solo il ruolo di Frate Gigino all’interno della comunità francescana e all’interno del Convento cavese.

Purtroppo, però, sembra che non sia così in quanto un nuovo fronte di aspre polemiche si è aperto, per i pullman che portano a Cava numerosissimi pellegrini e turisti, fedeli frequentatori della Basilica e del convento.

Questa volta la materia del contendere sono le centinaia di pullman che giungono a Cava e che, fino a qualche giorno addietro, avevano come terminal il terzo parcheggio del trincerone, quello nel quale vi è anche il capolinea degli automezzi del CSTP.

Da qualche giorno, infatti, il Comune ha vietato agli automezzi turistici l’utilizzo di quell’area, e ha disposto che essi facciano sbarcare i pellegrini a Piazza De Marinis, vale a dire all’ingresso della stazione delle FFSS; i pellegrini debbono recarsi alla Basilica a piedi e i bus andranno a parcheggiare fuori Cava; l’imbarco poi avverrà sempre di fronte alla stazione delle FFSS.

Abbiamo assistito a qualcuna di questi sbarchi e imbarchi e ci siamo resi conto che il provvedimento non è dei più felici, per due ragioni: prima di tutto per il disagio del traffico automobilistico, che, già normalmente ingolfato, durante le operazioni di sbarco e imbarco si blocca quasi totalmente per la comprensibile lentezza di chi deve scendere e salire nei pullman, specialmente nelle giornate di più intensa partecipazione alle funzioni religiose in concomitanza con ricorrenze religiose particolarmente sentite (che durante l’anno sono numerosissime e lo diventano sempre di più per le iniziative dei Frati). Non è da sottovalutare, inoltre, il disagio dei pellegrini di raggiungere a piedi la Chiesa, prima di tutto perché sono costretti ad attraversare il piazzale della stazione o magari la SS.18, cosa che aggrava ulteriormente il traffico automobilistico, per raggiungere Via Garibaldi o Corso Umberto, per poi ripercorrere all’inverso tale itinerario, specialmente per quei pellegrini con problemi di deambulazione che, per l’età media degli stessi, non sono pochi.

Ma la decisione di far giungere alla Chiesa i pellegrini facendoli percorrere il corso principale della città non è infondata, giacché i commercianti metelliani del centro storico hanno sempre lamentato che la sola partecipazione dei pellegrini alle cerimonie religiose ed alle numerose attività collaterali della comunità francescana non portava alla città alcun beneficio in quanto i pellegrini, se sbarcano sul trincerone, si recano direttamente al convento e poi dallo stesso ai bus, senza attraversare il centro della città; in questo modo l’unico a beneficiare del turismo religioso era la comunità francescana e nessun beneficio derivava al commercio cavese.

Per salvare capra e cavoli, su iniziativa di Aldo Trezza, Presidente della Confesercenti cavese, con l’ex Sindaco Galdi e l’assenso di Frate Gigino, si giunse all’intesa di sperimentare, per un determinato periodo di tempo, lo sbarco dei pellegrini nella zona della FFSS e vietare l’utilizzo del parcheggio del trincerone.

A suo tempo l’accordo non fu reso operativo, cosa che ha fatto ora l’amministrazione comunale, anche in coincidenza con l’accensione delle “luci d’artista” a Salerno che, in parte, appesantisce la gestione del problema dei bus a Cava giacché molti, per evitare l’oneroso ticket di ingresso a Salerno, sembrano preferire Cava per la sosta, come sostiene l’Assessore Polichetti che ha anche la delega ai grandi eventi.

E’ necessario, però, concordare con maggiore oculatezza il provvedimento, anche per individuare un diverso luogo di sbarco e imbarco, ed organizzare, per chi ha difficoltà di deambulazione, un servizio di navette, anche a pagamento.

Noi ci chiediamo perché il Comune non abbia pensato a Piazza Amabile, per sbarco e imbarco, e, in attesa della ipotizzata utilizzazione dell’ampio parcheggio dell’ex scalo ferroviario, l’utilizzazione dell’area mercatale per il parcheggio dei bus.

E giacché siamo in argomento ci viene anche da chiedere i motivi della mancata utilizzazione dell’area mercatale quale stazione di interscambio del turismo verso la costiera amalfitana, com’era nel progetto originario, allorquando la costruzione di quell’area era avvenuta proprio con tale presupposto; e se è vero, come sembra, che in taluni periodi (come in questo che è concomitante con l’accensione delle “luci d’artista” a Salerno) molti bus sembrano preferire la sosta a Cava, perché non ci si attiva affinché Cava divenga effettivamente città di interscambio e non solo per la divina costiera.

E per tornare al problema dei pellegrini che giungono a Cava, non dobbiamo dimenticare che difficilmente si troverà, in Italia o altrove, una città nella quale i bus fanno sbarcare i pellegrini dinanzi ad una chiesa, o ad un museo da visitare; nella generalità dei casi, indipendentemente dalle esigenze dei commercianti, lo sbarco avviene sempre in periferia e a piedi si giunge ai luoghi da visitare: perché Cava dovrebbe essere una eccezione?

Comunque, al di là di queste nostre considerazioni e suggerimenti, ci auguriamo che tra il Convento dei Frati francescani e l’amministrazione comunale si giunga finalmente ad una pace, giacché queste continue polemiche non giovano a nessuno, se non ai detrattori dell’una e dell’altra parte, e la popolazione comincia a mostrare stanchezza e fastidio per tale situazione.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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