In questo benedetto paese non c’è mai pace, tutto è contestabile e contestato, non c’è cosa che faccia la destra che stia bene alla sinistra, e viceversa: sembra che se non si abbia costantemente un nemico da attaccare, a tutti i livelli, non ci si senta realizzati.
Negli ultimi giorni il mirino è puntato sull’Inps, non tanto sull’Istituto, ma sul suo Presidente Pasquale Tridico.
La vicenda dello stipendio annuo improvvisamente elevato da 62.mila euro lordi annui a 150.mila sembra aver sconvolto l’Istituto e il suo Presidente, il quale ha precisato qual è la situazione.
A suo dire, e non vi sono elementi per smentirlo, l’adeguamento dello stipendio è avvenuto in seguito a una recente decisione adottata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con quello dell’Economia e Finanze, con delibera del 7 agosto 2020, in occasione della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell’Inps, fissando gli emolumenti del Presidente e degli Amministratori dell’Istituto, elevati a 150.mila euro lordi annui per il Presidente, dai 40 ai 60.mila euro, sempre lordi annui, per il Vice Presidente, e a 23.mila euro per i Consiglieri.
Compensi che non sembrano sconvolgenti, laddove si pensi che oggi, un Funzionario bancario, percepisce uno stipendio medio lordo di circa 50.mila euro annuali, e certamente non ha maggiori responsabilità del Presidente dell’Inps o dei Consiglieri dell’Inps; ci sarebbe da fare un discorsino per i super-manager di Banche e vari Enti privati i quali, pure se non hanno portato risultati economici apprezzabili, e talvolta abbiano portato risultati negativi, nella maggior parte dei casi si attribuiscono appannaggi milionari: ma questa è tutta un’altra storia.
Quindi il caso dell’Inps sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua, che però sta facendo scalpore, e c’è chi soffia sul fuoco molto probabilmente per distrarre l’attenzione della popolazione da altri problemi ben più importanti, come, ad esempio, il caos nel quale sta sprofondando il Movimento 5 Stelle, e le polemiche che hanno nel mirino il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio sia per la caduta libera che il movimento/partito ha avuto nelle ultime elezioni, sia per lo sperpero, questo si, di danaro pubblico, per il suo super-staff, le auto blu, e o tanti altri eccessi ai quali l’ex coordinatore del M5S non si sottrae nonostante la predicata parsimoniosa politica anti spreco fatta in precedenza: ma tant’è, quando si è all’opposizione o si vuole emergere, tutti contro Roma Ladrona, quando si è sulla torre di comando è tutt’ altro discorso, i Leghisti da Bossi in avanti hanno fatto scuola.
Ma non è che l’Inps non abbia niente da farsi perdonare, basta ricordare il bonus irregolarmente percepito da alcuni parlamentari qualche mese fa, grillini e leghisti, i quali, per il semplice fatto di essere inclusi nelle categorie professionali che potevano fruire dello stesso, non hanno avuto nessuno scrupolo a richiederlo, dimenticando che nella qualità di parlamentari le entrate annuali erano notevolmente superiori a quelle previste: ma tant’è tutto fa brodo e tutti hanno famiglia, e l’Inps, il cui archivio informatico è molto efficiente, si è dimenticato di incrociare i dati, e ha pagato!
E che dire del reddito di cittadinanza pagato indiscriminatamente a tutti, anche a coloro che avevano già un reddito sopra la soglia, e anche in questo caso l’Inps ha dimenticato di incrociare i dati e ha pagato.
Quindi lo scandalo non è l’aumento dello stipendio annuo di Tridico, che risulta peraltro molto inferiore a quello massimo fissato per le alte cariche dello stato il quale sembra ancora attestato sui 240.mila euro annui, introdotti nel 2011 dal Governo Monti per tentare di arginare l’entità delle spese pubbliche.
Lo scandalo, invece, è che l’efficiente sistema informatico a volte “faccia acqua”: e questo va addebitato al Presidente Tridico e allo staff amministrativo e direzionale dell’Inps.
28.09.2020 – By Nino Maiorino – Rileggendo l’articolo mi accorgo che qualche passaggio non è chiaro, in particolare quello relativo alla delibera governativa assunta in occasione della nomina del nuovo Cda quando è subentrato Tridico: il provvedimento fu adottato dal primo governo Conte, quello giallo-verde, nel 2019.
Confermo tutto il resto, anche se probabilmente per motivi di opportunità Tridico non avrebbe dovuto rendere operativa quella delibera in piena pandemia, attendere tempi migliori, ma ciò deriva dalla sensibilità personale dell’uomo.