Individuo e progresso: una relazione che sta assumendo sempre di più un senso nuovo
Ha infatti annunciato il suo voto contrario al decreto legge contro i rave party
Il progresso è una parte positiva dello stato evolutivo della cosa pubblica, ma con l’avvento dei cellulari e dei social, l’uomo ha dovuto fare i conti con la rapidità del fenomeno. Il concetto di progresso deve essere rimesso in discussione.
Quando si accende un cellulare siamo vittime passive di un fenomeno elitario, per quanto bonario possa sembrare un contenuto. È dunque questo progresso? Si ha la possibilità di comunicare ma sempre “metonimicamente”, il contenitore per il contenuto, senza pensare neanche per un momento che probabilmente la presente, è una delle ultime forme di libertà che abbiamo.
Pensiamoci. Oggi il progresso sembra essere l’atomico, il riuscire a compiere una operazione chirurgica a cuore aperto tramite un cellulare, progresso sembra essere lo spazio, e non più il vero contatto umano.
Siamo sempre più soli, isolati, ma quando un fenomeno come un flash-mob inizia a fare luce, non solo sul lato espressivo ma anche sulla vulnerabilità benefica dell’essere umano,anche il concetto di vulnerabilità deve essere chiarito.
Ma d’altronde, qual è la chiave di interpretazione più pragmatica della realtà?
La politica.
È per questo che la classe dirigente deve essere votata da noi cittadini considerando anche l’aspetto etico, morale e aiutare gli altri cittadini a scegliere chi lo rappresenta, tramite la discussione nei luoghi pubblici e non esclusivamente tramite i media.
La politica, per definizione “arte di governare”, presenta una dicotomia interna: la pars in carica e la pars in opposizione. Mi chiedo se questo nuovo governo in Italia, riferendomi comunque a tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, conferiscano importanza ad una giusta, non coalizione (basta!) ma reale continuità di idee ed al giusto merito di un’opinione, nonostante questa sia “avversaria”. La politica non è qualcosa che si pratica e non è una forma di governo, la politica è una libertà di scelta e citando Giorgio Gaber nella sua canzone La libertà, è partecipazione; dovrebbe essere qualcosa a cui si dedica parte della nostra vita, intera, ed è qualcosa che ci dirige verso il bene comune, non il bene del singolo (inteso come classe, gruppo o individuo), infatti, non è una forma di ghettizzazione e non è neanche un sistema.
L’apoliticità a cui stiamo assistendo e la crescente delusione generale a cui si assiste è pericolosissima. Tramite un effetto boomerang lo sgretolamento della democrazia delle microsocietà occidentali è la causa di nuove forme di aggressione civile e mentre funzionari e alte cariche dirigenziali ci rappresentano nel mondo e in Europa, la burocrazia regna sovrana nel mondo intero, ed è la stessa burocrazia che dalla sua stessa nascita tradisce chi ne fa parte e chi la subisce.
La comunità europea si prodiga per obiettivi ambientali, sociali e culturali a breve termine imponendo scambi continui, ricerca e soluzioni. In questo contesto dare una sagoma alla maggioranza mondiale debole che è minoranza diventa molto difficile.
A questo punto viene spontaneo mettere in relazione la vulnerabilità del governato e la vita politica del governante sotto l’ottica del progresso consapevole.
Non stiamo forse esagerando con la visione antropocentrica, per quanto questa fosse una grandissima forma di progresso? È l’uomo capace di convivere con l’idea di vulnerabilità?
Credo però che adesso ci sia bisogno di nuovi paradigmi.