scritto da Nino Maiorino - 13 Settembre 2016 11:10

Il Crocifisso nei luoghi pubblici

Non è che io vada matto per i leghisti, tutt’altro.

Ma l’iniziativa dell’on. Roberto Simonetti, leghista e primo firmatario della proposta di legge per l’introduzione obbligatoria nelle scuole, nelle carceri, nei porti, nelle stazioni e in tutti gli uffici pubblici del Crocifisso non può essere non condivisa e apprezzata. E non guasterebbe anche l’obbligo dell’affissione della bandiera italiana e della foto del Presidente della Repubblica in tutti gli uffici pubblici e non solo in quelli che oggi già sono obbligasti a farlo.

Viviamo un momento storico molto particolare, che ha già portato a numerosi stravolgimenti, con interventi che molto spesso hanno messo in discussione le nostre origini, le nostre tradizioni, la nostra cultura, le nostre abitudini, le nostre certezze, complice una politica molto spesso sconclusionata e caotica, fatta da parlamentari le cui facoltà mentali si fa fatica a comprendere e sulle quali ci sarebbe molto da discutere.

Il nostro senso di accoglienza degli stranieri che fuggono da guerre, miserie, epidemie, e quant’altro, non è minimamente in discussione, e siamo fieri di ciò, e ci viene riconosciuto dal mondo intero.

Ma non comprendo cosa c’entrino i nostri sentimenti di solidarietà, e la nostra predisposizione all’integrazione degli immigrati che rimangono in Italia, con atteggiamenti che, in nome di una falsa cultura dell’accoglienza, tendono ad annullare, o comunque a nascondere la nostra cultura, la nostra fede e le nostre tradizioni.

Chi, com’è già avvenuto e, purtroppo, ancora avverrà, per un falso e incomprensibile senso di ospitalità, fa rimuovere i crocifissi dalle scuole, non consente di fare il presepe nelle ricorrenze natalizie, secondo me, oltre che stupido, è anche autolesionista, ed ha una predisposizione alla propria autodistruzione; che può essere anche tollerata in quanto ciascuno è responsabile delle proprie cattive azioni se nuocciono solo a se stesso, ma se nuocciono alla comunità vanno radicalmente contrastate.

Se io mi reco, da turista o da lavoratore, in un altro Paese, mi devo adeguare ai costumi e alle tradizioni del luogo che mi ospita; non dico che le debba condividere, ma comunque devo rispettarle.

Noi dobbiamo pretendere analogo rispetto delle nostre tradizioni, cultura e fede, da parte di chi ospitiamo, sia turista, immigrato o altro; nessuno deve poter dire a noi italiani cosa, in casa nostra, dobbiamo e possiamo fare, nessuno deve arrogarsi il diritto di critica nei confronti della nostra fede e della nostra cultura; e coloro che, per un falso senso di accoglienza, pensano di far scomparire dai luoghi pubblici i simboli della nostra fede, cultura, tradizione, debbono essere totalmente contrastati e censurati.

E giacché molti sono coloro che appartengono a tale categoria, ben vengano, leggi che, oltre a imporre la esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici, prevedano anche sanzioni amministrative, per quanti si rifiutano di farlo.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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