Il cavallo di Caligola: riflessione molto satirica sulla Democrazia Parlamentare
Leggenda narra che l’imperatore Caligola, tra i più eccentrici della storia romana, un bel giorno decise di nominare console il suo cavallo, Incitatus, e di presentarlo al Senato per affermare che chiunque poteva far di meglio della classe politica dell’epoca.
L’imperatore, si narra fosse preda spesso di violenti attacchi d’ira che lo conducevano a compiere le opere più sanguinarie. Per questo, l’episodio del Cavallo, che non si sa quanto sia storia e quanto leggenda, prendendo spunto dal momento attuale in cui la crisi di Governo mostra – ancora una volta – uno scollamento radicale tra la Politica e il paese reale in emergenza pandemica e sociale, offre l’occasione, imperdibile, per una molto satirica riflessione sulla Democrazia Parlamentare.
Che cosa accadrebbe, oggi, se un tale Senatore Caligola decidesse, con l’appoggio del suo partito, di nominare sottosegretario il suo cavallo?
Il senatore farebbe la sua arringa in Senato, provocando, in prima battuta, gran divertimento e ilarità a beneficio del buon umore dei senatori presenti. In secondo luogo, tuttavia, il Senatore diverrebbe, sin pochi istanti dopo il suo intervento, oggetto contesissimo da parte di tutti i principali talk show. In pochi giorni il senatore sarebbe autore, anche inconsapevole, di un vero e proprio movimento in suo favore che sui social scatenerebbe tutto il suo livore nei confronti della “casta” rea di vietare agli animali, pur sempre esseri degni di rispetto, incarichi istituzionali per i quali, vista la non capacità momentanea degli equini di dialogare, si provvederebbe ben subito con un sotto-sottosegretario avente lo scopo recepire le indicazioni del quadrupede e tradurle in disegni di legge.
Dall’altra parte, la Casta (una categoria indistinta nominata da non si sa chi e composta da non si sa bene chi) solleverebbe le più grandi e altissime obiezioni, partendo dai padri costituenti fino a noi, affermando che, no, mai e poi mai un cavallo può esser nominato sottosegretario a meno che il Senatore Caligola, il suo partito e amici vari non confermino gli stessi di sempre negli stessi posti di sempre. Allora sarebbe tutto risolto.
L’Europa, anche, direbbe la sua affermando, a gran voce, che no la nomina non s’ha da fare perché la biada costa cara e ciò farebbe lievitare il debito pubblico in noncuranza del patto di stabilità.
Gli unici a rimanere col cerino in mano sarebbero gli animalisti: quelli in parlamento esulterebbero per il grande risultato, simbolo di civiltà; quelli fuori, invece, griderebbero al maltrattamento dell’animale, costretto a incravattarsi e a vedere facce grigie ogni giorno come sottosegretario.
Venendo ai principali protagonisti, i cittadini, questi, da destra, sinistra e dal centro, darebbe inizio all’opera più grande di cui sono protagonisti indiscussi a livello globale: il Lamento Senza Fine, ovvero senza obiettivo. Piazze, luoghi pubblici, famiglie rimbomberebbero per settimane di voci a favore e contro le posizioni rimbalzate infinite volte dalla televisione e dai social network.
Ma poi, alla fine, nella totale e grande Indifferenza, dopo questi lamenti, non si farebbe nulla e anzi, tutti, accetterebbero, chi più chi meno, questo nuovo assetto equino-istituzionale.
Il cavallo, in pochi giorni, prenderebbe servizio nelle istituzioni e aprirebbe la strada, si dirà a grande voce da parte di tutti, alla rappresentanza politica e alle carriere istituzionali da parte del mondo animale, nel suo insieme.
Il Mondo, fatto dai francesi, inglesi, americani, russi, gli europei uniti, gli arabi, i cinesi, gli africani (sì anche loro) e tutti gli altri, in un primo momento ci riderebbero dietro pubblicando in prima pagina la classica “boutade a l’italienne”.
Ma in secondo luogo, presa d’atto la gran lungimiranza, tutti converrebbero sull’ineguagliabile creatività e invettiva di questi Italiani.