Governo gialloverde… sarà un altro papocchio?
Sono ancora in corso, tra non poche difficoltà e sospetti, le trattative per la formazione del governo targato Cinque Stelle-Lega, che già le perplessità crescono a dismisura. E non solo sul programma delle cose da fare e sui nomi di premier e ministri, ma più in generale su quella che è una scelta così forte e strategica per entrambe le forze politiche protagoniste di questa vicenda.
Chi sembra messo decisamente peggio è Matteo Salvini. Viene da chiedersi, ma davvero gli conviene entrare al governo attraverso un vero e proprio collo di bottiglia? Sì, perché uno che è leader di una coalizione che supera il 37 per cento dei consensi può allearsi in solitaria con chi quasi da solo ha poco meno gli stessi voti? E per fare cosa? E come?
Il rischio di snaturarsi, in questa prospettiva, per Lega è più che consistente così come quello di ritrovarsi con le pive nel sacco nel giro di pochi mesi. Certo, questo vale anche per il M5s, ma in misura assai più contenuta, almeno adesso e all’apparenza.
I problemi, però, per Salvini non sono solo questi. Che tenuta può avere la coalizione che si guida e che, legittimamente, può aspirare a governare autonomamente il Paese, nel momento in cui il proprio leader la spacchetta per andare a governare con altri? Non è affatto da escludere, infatti, che possa andare tutto alla malora per il centrodestra, o quantomeno avere dei contraccolpi che saranno pagati sia in termini elettorali che di tenuta e credibilità politica delle coalizione.
D’altro canto, qualche segnale negativo lo si coglie fin d’ora. Lo è, ad esempio, l’incontro che si è avuto ieri tra la Meloni di Fratelli d’Italia e il leader pentastellato Di Maio. Il tenore del colloquio, stando a quanto si è appreso, è stato a dir poco irritante per un elettore medio di centrodestra, per alcuni di loro potrebbe essere ritenuto finanche offensivo e inquietante. Anche in questa vicenda, viene da chiedersi: è scontato e legittimo che Di Maio faccia il suo gioco, ma il leader del centrodestra, quindi Salvini, può consentire che un proprio alleato, ovvero Fratelli d’Italia, venga trattato senza una pari dignità politica da chi dovrebbe essere il futuro partner di maggioranza? Forse utilizziamo categorie del passato, di quella tanto vituperata prima repubblica, ma i rapporti politici non possono non avere un’etica, una linearità comportamentale, e non trovare un fondamento nel rispetto della dignità politica e personale.
A complicare ancor più il percorso di Salvini è indubbiamente anche la notizia di oggi, ovvero la riabilitazione giudiziaria di Berlusconi, il quale potrà nuovamente candidarsi. Non è proprio una cosa da poco.
Insomma, Salvini farà meglio a farsi i suoi conti, soprattutto per non restare incastrato in un governicchio e in un’alleanza degna del peggiore papocchio. Forse, un governo di tregua, come propone il presidente Mattarella, non è la peggiore soluzione, anche per Salvini.
L’importante, infatti, è far partire questa legislatura e dare un nuovo governo al nostro Paese per il tempo necessario a ritoccare le norme elettorali e a predisporre la legge di bilancio. Poi, in un secondo momento, si giocherà la partita finale con nuove elezioni da dove far uscire un vincitore e non più, come ora, dei vincitori farlocchi e, molto probabilmente, un governo nato da un papocchio.