Non c’è limite all’orrore, e il drammatico caso della piccola “Chicca”, Fortuna Loffredo, crudelmente lo dimostra.
L’arresto dell’orco, di colui che ripetutamente la violentava e che alla fine, dopo la reazione di “Chicca” che gli dava calci per respingere l’ennesima violenza, l’ha scaraventata giù dall’ottavo piano, non è avvenuto per la collaborazione degli adulti, delle mamme e dei papà dei circostanti palazzacci degradati di Caivano, ma per le testimonianze degli altri bambini, alcuni dei quali pure essi vittime della violenza pedofila, e che hanno trovato il coraggio di parlare solo dopo essere stati saggiamente allontanati dalle loro famiglie e dal contesto ambientale nel quale vivevano e soffrivano.
L’orco violentatore e pedofilo che ha ammazzato “Chicca” sembra fosse un “abituè” giacché anche le figlie della compagna erano oggetto delle sue attenzioni, con il beneplacito, sembra, della stessa compagna la quale, al lamentarsi delle bambine per i dolori che seguivano le violenze, le rassicurava: “poi passa”. Orco lui, orco lei.
Anzi, gli adulti, quelli che avrebbero dovuto collaborare con le forze dell’ordine ma non l’hanno fatto, sono stati doppiamente omertosi, per aver non solo coperto l’orco, ma per aver addirittura fatto scomparire le prove, ad esempio la seconda scarpina di “Chicca” che, nel difendersi dall’ultima violenza , l’aveva persa ed era stata buttata giù con una sola scarpina: l’altra, trovata da una vicina, è stata gettata chi sa dove: “per evitare di essere coinvolta” si è giustificata la donna.
L’ambiente nel quale si sono svolte quelle drammatiche violenze è oramai sotto gli occhi di tutti, avendoli i “media” ampiamente illustrati anche con foto e filmati: degradati gli appartamenti nelle quali vivevano le piccole vittime, degradate le scale, gli androni, gli spazi esterni, simbolo inconsapevoli del degrado morale nel quale quella gente vive, e che la porta a considerare normale quello che ha fatto il “mostro” ora arrestato (ma sembra che ce ne siano altri negli stessi fabbricati) faccia quello che ha fatto e che avrebbe continuato a fare senza il martirio della piccola “Chicca”.
Il precedente omicidio di un bimbo, pure “caduto” dal terrazzo qualche anno fa, fa aprire, se ancora ce ne fosse bisogno, scenari ancora più inquietanti, giacché potrebbe essere lo stesso orco ora agli arresti l’autore pure di quel delitto, o magari qualche altro.
Qualche tempo addietro si è parlato della castrazione chimica per quegli esseri abietti che si macchiano di così atroci colpe, e che ora Matteo Salvini sembra nuovamente invocare; non sono per Salvini o con Salvini, ma dopo tale orrore non mi sento di dargli torto, come non mi sento di contrastare chi auspica che l’orco venga condannato al carcere a vita: me lo auguro ma non fiducia che ciò avverrà, visto che in questo nostro bello ma martoriato (in tutti i sensi) Paese tra poco ci dimenticheremo pure della piccola “Chicca” e nuovamente avranno il sopravvento gli “amici di Caino”. (foto Gabriele Durante)