Gli insegnamenti di Mario Draghi e gli auspici per il 2023
L'auspicio è che il 2023 porti la pace in Ucraina e maggiore stabilità geopolitica ed economica innanzi tutto a livello globale. Nello stesso
Si sta per chiudere un anno molto complicato per il nostro Paese. Finito, o quantomeno messo sotto controllo il Covid, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto saltare in parte la ripresa economica. Che comunque c’è stata. Anzi, la crescita della nostra economia è stata maggiore di quella registrata in Francia e Germania. Non è, questa, una circostanza di poco conto.
Poi, con la guerra, c’è stato l’esorbitante aumento dei costi per l’energia che ha, tra l’altro, favorito di molto l’aumento dell’inflazione. Un fenomeno economico, quest’ultimo, che da anni avevamo perso di vista.
Nel frattempo, è caduto il governo Draghi. Si è sciolto il Parlamento in piena estate. A fine settembre gli italiani sono stati chiamati alle urne. E’ stato così democraticamente decretato il successo della coalizione di centrodestra. A fine ottobre, è nato il nuovo governo, guidato per la prima volta nel nostro Paese da una donna: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
A giorni, forse già domani, comunque entro la fine dell’anno, sarà approvata la nuova legge finanziaria. Un’approvazione avvenuta a tamburo battente. Una vera e propria corsa contro il tempo, come mai era avvenuto nella storia repubblicana.
Tutto sommato, è andata più che bene. In un anno molto problematico per un contesto internazionale assai difficile, caratterizzato da un’incertezza geopolitica e dal globale rallentamento economico. Come italiani possiamo brindare. E’ stato un successo. Ce la siamo cavati più che bene, contrariamente alle previsioni sia interne che internazionali.
Questo è quello che in estrema sintesi ci ha portato il 2022. In questo contesto politico, come italiani dobbiamo far tesoro dei suggerimenti dell’ex premier Mario Draghi. Gli ultimi affidati in un’intervista al Corriere della Sera alla vigilia di questo Natale.
In particolare, quando ha invitato a «stare attenti a che non si crei di nuovo un clima internazionale negativo nei confronti dell’Italia». E poi, «mantenere saldo l’ancoraggio all’Europa è il modo migliore per moltiplicare il nostro peso internazionale».
Bene, questi sono gli insegnamenti o, se volete, gli avvertimenti, che sia la maggioranza sia l’opposizione devono saper recepire. Le diversità di opinioni, infatti, devono arricchire la lotta politica, ma giammai pregiudicare l’immagine e gli interessi del Paese.
L’auspicio è che il 2023 porti la pace in Ucraina e maggiore stabilità geopolitica ed economica innanzi tutto a livello globale. Nello stesso tempo, che la politica italiana sia tanto divisiva nella ricerca delle soluzioni ai problemi quanto patriottica nella tutela degli interessi nazionali.
A prescindere di chi sia l’inquilino pro-tempore di Palazzo Chigi.