Giuseppe Conte… lasciamolo lavorare
All’uscita dall’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che gli ha conferito l’incarico di formare il nuovo governo, il professore Giuseppe Conte si è presentato alla stampa per la sua prima dichiarazione. Gli italiani hanno così potuto finalmente conoscerlo e per la prima volta ascoltare la sua voce. Quasi un evento. E’ già questa una novità assoluta e forse straordinaria, ma anche un motivo più che fondato per avere ancora più dubbi e preoccupazioni.
I commenti, i giudizi, le osservazioni, alcune anche eccessivamente tranchant, sul premier incaricato Conte si stanno sprecando in queste ultime ore. E’ quasi un gioco al massacro. E’ consigliabile, però, astenersi dall’esprimere giudizi, per vederlo prima in azione e poi valutare quello che pone in essere. In altre parole, non lo si conosce affatto, quindi meglio dargli un po’ di tempo ed aspettare i fatti.
Certo, come dicevamo, i dubbi non mancano, anche in ragione delle modalità con cui il Movimento Cinque Stelle e la Lega sono arrivati alla decisione di proporre il nome di Conte, un accademico e avvocato sconosciuto ai più, al presidente Mattarella.
La sensazione è che lo stesso Conte rappresenti una tale incognita da essere, in ogni caso, un elemento di incertezza anche in relazione alla durata e alla stabilità del nuovo governo. Nel senso che, qualora si riveli all’altezza del compito che gli è stato affidato, Conte potrebbe rappresentare un problema per i due leader che lo hanno voluto, ovvero Di Maio e Salvini. Insomma, potrebbe non solo oscurarli, ma anche andare in competizione se non proprio in conflitto su più di un dossier. Nell’ipotesi opposta, ovvero che si mostri inadeguato nelle veste di premier, soprattutto da un punto di vista delle qualità politiche, è facile immaginare che sarà travolto in breve tempo insieme al governo che presiederà.
Oddio, l’auspicio è che i fatti fughino del tutto queste preoccupazioni e che Conte e il suo governo operino al meglio, nonché in modo stabile e sufficientemente duraturo. Certo, la curiosità ma anche le preoccupazioni e i timori non mancano. A cominciare dallo spiccato dilettantismo e anche dall’improvvisazione dei pentastellati, così come dal programma di governo che è venuto fuori dal contratto stipulato da Cinque Stelle e Lega, fin troppo ambizioso e dispendioso. E non mancano i punti in cui l’intesa raggiunta dalle due forze politiche appare ambigua e quindi suscettibili di dar luogo a non poche contese e contrasti.
Nello stesso tempo, però, non sono accettabili le interferenze e le lezioncine che vengono dall’Europa. Gli italiani hanno il diritto di scegliere chi li deve governare, diversamente facciamo scegliere i nostri governanti, come in parte è già successo in passato, a Bruxelles o a Berlino, così almeno risparmieremmo l’incomodo e un po’ di milioni per tenere le elezioni.
E non è affatto secondaria e trascurabile, la circostanza che almeno la metà degli italiani hanno voluto e vogliono questa inedita maggioranza per rompere rispetto ad un passato anche recente. Insomma, c’è voglia di cambiare, di rinnovamento della classe dirigente, di maggiore giustizia sociale, di più equità nella distribuzione delle risorse, di maggiore sicurezza.
In conclusione, il premier incaricato Conte e il suo nuovo probabile esecutivo di sicuro non entusiasmano e, per la complessità della situazione del nostro Paese, nulla ci induce all’ottimismo. Tuttavia, non possiamo non guardare a questa nuova maggioranza con la necessaria e dovuta attenzione, anche interessata ovviamente, visto che i risultati che saranno raggiunti o gli eventuali fallimenti incideranno nella vita di ciascuno di noi.
Insomma, lasciamoli lavorare e incrociamo le dita.