Corteo migranti a Milano: una dannosa passerella dei nostri politici
Ma la politica non dovrebbe interpretare i sentimenti di “tutta” la popolazione? E i politici non dovrebbero essere i rappresentanti, presso le Istituzioni, della popolazione che, nelle urne, li sceglie e dà loro un mandato? E se i politici non interpretano i sentimenti della popolazione e non rispettano il mandato ricevuto dagli elettori, a cosa servono? Cosa ci stanno a fare?
Il tanto decantato corteo pro-migranti di sabato 20 maggio a Milano, al quale avrebbero partecipato circa 80.mila persone, sembra sia stato un successo: in prima fila c’era il Sindaco in compagnia del Presidente del Senato, poco più dietro l’onorevole Emma Bonino; ma di personaggi di spicco non sembra ce ne fossero altri tra quegli “ottantamila” (numero da verificare giacché nessuna conferma ufficiale sembra esserci stata) che così gioiosamente hanno sfilato: più che una manifestazione pro-immigrazione sembrava una allegra scampagnata!
Ma quegli 80.mila veramente rappresentano “tutta” la popolazione?
Ma era proprio necessario un corteo per far dire a politici e uomini delle istituzioni banalità come, ad esempio, quella del Presidente del Senato Pietro Grasso: “Oggi diciamo che non torniamo indietro. Non costruiremo con i mattoni dell’intolleranza nuovi muri e divisioni. Un muro porta a una chiusura, a essere carcerieri di se stessi e noi non cederemo al ricatto della paura”. E ancora: “Chi è nato in Italia, studia in Italia, è italiano”: ma pensa che grande scoperta!
Oppure ciò che ha dichiarato il sindaco Sala: “Io voglio essere il sindaco di una città che pensa a crescere e pensa ogni giorno a diventare migliore e più bella, ma questo successo non può che essere associato alla solidarietà. Con la solidarietà e l’accoglienza ci sarà giustizia. Diritti per chi arriva e diritti per chi è già qua da tempo: le due cose si possono fare insieme, da cittadini e da sindaco non vorrei stare in una città troppo cinica che pensa solo a se stessa”: discorso, mi si consenta, per qualche verso anche un tantino ermetico.
Io ha la sensazione che anche “grandi” personaggi non si rendano conto del senso di fastidio che la gente comune ha delle loro parole; comuni cittadini che, ad esempio, non vogliono scendere in strada dopo una certa ora per il timore di incontrare un malintenzionato, che può essere anche italiano, ma che se è straniero incute purtroppo più paura.
E se il Sindaco di una città come Milano, che poi non è l’ultimo arrivato, nel mentre parla di accoglienza generalizzata per tutti, contemporaneamente assicura anche che farà tutto il possibile per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, italiani e stranieri, ma frattanto finge di dimenticare che qualche giorno prima, proprio alla stazione ferroviaria di Milano, c’è stata una retata delle forze dell’ordine che hanno tentato di identificare centinaia di stranieri, e molti li hanno dovuto portare in Questura per le difficoltà di farlo, e che dimentica che, a pochi passi proprio dalla stazione ferroviaria c’è uno dei tanti bivacchi di immigrati, quale credibilità ha nei confronti della intera cittadinanza?
La passerella dei “vip” della politica, degli “sponsor“ dell’accoglienza ad oltranza, diventa, a mio avviso, più dannosa degli stessi episodi di paura che affliggono la popolazione, sia in termini pratici, sia anche in termini politici, giacché, le dichiarazioni che essi fanno alimentano, purtroppo, la rabbia dei cittadini che non si sentono più rappresentati né tutelati da personaggi che essi hanno eletto.
Se il Presidente Grasso voleva rassicurare una certa fascia di popolazione, disposta all’accoglienza, era proprio il caso che si mettesse alla testa del corteo per dire quelle ovvietà che ha detto; non sarebbe stato più dignitoso per la persona e per la carica che rappresenta starsene al Senato ed esternare le sue convinzioni nell’aula?
E se il Sindaco Sala aveva intenzione di rassicurare la cittadinanza che il Comune fa e farà il possibile per garantire l’accoglienza ma anche la sicurezza della popolazione, era proprio necessario che si ponesse alla testa del corteo, conferendo allo stesso una ufficialità che, francamente, non credo meritasse; non sarebbe stato più utile, per se e per l’istituzione che rappresenta, una sua visita alla Questura per complimentarsi con i poliziotti che qualche sera prima hanno fatto la retata alla stazione ferroviaria?
Che lo faccia Emma Bonino, nulla da dire: oggi la Bonino è un parlamentare apertamente schierata e la sua presenza a quel corteo, come a tanti altri, non solo non crea fastidio, ma conferma la sua fede e le sue convinzioni: ma Grasso e Sala no.
Questi strani comportamenti di personaggi tanto noti anche per il ruolo che rivestono non fanno altro che alimentare prima di tutto il distacco dei cittadini dalla politica, che si estrinseca nel rifiuto del voto e nella diserzione delle urne.
Ma vi è una conseguenza ancora più grave, spingere coloro che non si sono ancora arresi al senso di sconforto e vogliono ancora credere al valore della democrazia e del voto verso quelle forze politiche che a parole dicono di voler contrastare, ma che, invece, con i loro atteggiamenti, aiutano a trovare rifugio in quei partiti o movimenti che, per convinzione o puro calcolo politico, cavalcano l’onda del razzismo, dell’intransigente rifiuto dell’accoglienza, facendo così, in definitiva, il gioco dei Grillo e ancor più dei Salvini.
Ma è tanto difficile comprendere queste semplici e forse perfino banali considerazioni?