Coronavirus, un Pater noster per superare i sentieri minati di Mes e Fase 2
Il Premier Giuseppe Conte si sta giocando la partita della sua esperienza politica a Roma ed a Bruxelles. Si è incamminato su sentieri accidentati e disseminati di trappole tesegli dai suoi partner di Governo.
Le sue reprimende contro le opposizioni sono un modo di parlare a suocera perché nuora intenda.
E’ in discussione la credibilità delle posizioni del suo Governo sul Mes. Avendolo tirato in ballo per rinfacciarne nascita e rischi a Matteo Salvini ed a Giorgia Meloni ha toccato un tasto che mette in luce le contraddizioni su cui si regge la compagine politica della quale egli si è fatto garante per il Governo del Paese nei confronti delle cancellerie dell’Unione Europea.
Il Mes aborrito dal M5S della cui contestazione Conte si dichiara interprete è opera e vanto del PD e del Ministro Roberto Gualtieri, che ne è stato per la istituzione relatore al Parlamento Europeo. Disinnescarlo non è indolore per il sodalizio giallorosso a Palazzo Chigi e per sovrapprezzo non è d’aiuto la mina posizionata dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio per far saltare il paradiso fiscale olandese.
Sa molto di ripicca e di propaganda ad uso interno e poco sul piano diplomatico per la ricerca di sostegni e consensi in ambito UE per ridurre il richiamo del rappresentante del Governo olandese sull’osservanza delle regole comunitarie già scritte.
Si mette in campo un altro tema per fare ribadire a Conte di volere “scrivere la storia” attraverso “una battaglia avveniristica e futuribile”? A prescindere che saranno i posteri a darne la sentenza, sul punto si rischia di mandare in fumo il credito che lo stesso Conte era riuscito ad accumulare con l’opera di ricucitura con gli altri leader UE dopo la rottura con la Lega.
Se si brucia l’iniziativa del Governo italiano sarebbe specioso attribuirne la responsabilità alle opposizioni, che fanno il loro mestiere, senza mettere in conto la ripetizione di una sfida già posta in essere, con i colori gialloverde, dallo stesso Conte che come “a palomma ‘e notte” di Salvatore Di Giacomo ora torma a volare “n’ata vota” intorno “a c’eroggena” che abbaglia ed abbrucia ‘a mano anche a chi la vuol cacciare e salvarla.
In linea con questa metafora si può dire che la vulnerabilità biologica del Conte bis è paragonabile alla crisalide divenuta farfalla che tenta di volare in alto senza tenere conto delle leggi di gravità che regolano la politica. Su questo sentiero si spiega anche il nervosismo che trapela da Palazzo Chigi nella comunicazione dei provvedimenti che profilano l’accompagnamento dell’uscita dalla fase acuta della pandemia Covid-19.
Non è chiaro il quadro delle funzioni del neonato Comitato per la ricostruzione: se si tratta di un “Superministero o Ufficio Studi?”. L’interrogativo lo riprendiamo da “Il punto” di Stefano Folli su “la Repubblica” di domenica di Pasqua, nel quale, come tutti gli italiani ne chiedono conto, si pone la domanda sulle competenze di questo ennesimo comitato tecnico scientifico, i suoi confini e rapporti con i ministeri e le istituzioni politiche dello Stato.
Perché in una democrazia parlamentare un conto è il ruolo della tecnocrazia la quale indica cosa fare e perché, un altro conto stabilire dove, quando e perché intervenire la cui incombenza spetta agli organi legittimati dalla politica.
Dopo la confusione ed il frastuono amplificato dai media sulla diversificazione delle direttive emanate dalle Regioni e dal Governo nazionale per la gestione dei comportamenti di prevenzione e lotta contro la propagazione del Coronavirus è legittimo chiedersi, nel pluralismo di voci, quale di esse in termini di ripresa e sviluppo socio-economico si fonda sulla realtà o sulle predizioni della “zingara”, il cui uso non ha alcun significato “razzistico” ma è mutuato dalla canzone napoletana “comme faccette mmamata” di Capaldo/Gambardella. Appunto come nasce il matrimonio PD/M5S che ha partorito il Conte bis.
E’ meglio, anzi cosa buona e giusta rimettersi alla volontà di Dio: “dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimette a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La preghiera che fa bene anche ai non credenti per prevenire tentazioni.