Le immagini dell’occupazione del Congresso USA sono politicamente devastanti. Perché, qualunque sia il punto di vista delle valutazioni di merito, trasmettono frammenti di tragedia, farsa e folklore.
In ciascuna delle tre rappresentazioni è configurabile il personaggio di Donald Trump. Ma sarebbe riduttivo e fuorviante attribuirne la scrittura all’opera di una sola persona, senza prendere in considerazione le inquietudini che da decenni travagliano le democrazie occidentali e le stesse autocrazie orientali.
I movimenti di contestazione presenti in entrambe le aree geopolitiche non nascono per caso né le loro estensioni politiche e culturali sono prive di sostanza e di istanze di ascolto. Non hanno il sigillo dei rispettivi establishment e, in occidente, neanche il riconoscimento di appartenenza o di cittadinanza nelle grandi famiglie liberali e socialiste che hanno scritto la storia del 900 e che per convenzione di topografia parlamentare si identificano in destra/sinistra/ centro.
Il che non cancella il fondamento di nuove rivendicazioni con relativi bisogni di mediazioni che i partiti tradizionali non riescono ad intercettare ed a interpretarne la portata.
Sul punto si muove la faglia delle avventure destabilizzanti per i sistemi di ispirazione democratica. Più che la ricerca di potenziali “Trump”, utile per l’alimentazione del chiacchiericcio domestico, ci si aspetta un sussulto culturale ed una presa di coscienza delle dinamiche socio-economiche per uscire dalla fiction da Grande Fratello. Perché la politica in dimensioni virtuali quando penetra nella realtà non può che assumere le forme del dramma.
Quella contemporanea che viaggia su Twitter riassume anche le forme della farsa di una democrazia che si dice più genuina e diretta perché costruita dai “leoni di tastiera” e sul “mi piace”. Il che esclude il dialogo approfondito e ragionato e prefigura il dramma dell’ascesa al governo delle istituzioni dei cosiddetti influenzerà costretti a seguire l’istinto dei loro follower.
La massa indistinta è stata sempre la base di “masanielli” o di avventure totalitarie. Ogni riferimento alla situazione italiana è puramente casuale.