scritto da Nino Maiorino - 20 Aprile 2017 12:33

Cittadinanza italiana, uno status e non un privilegio

Per il mio articolo “Legge Minniti sull’immigrazione, finalmente qualcosa si muove anche a sinistra”, pubblicato lo scorso 15 aprile, sono stato oggetto di qualche frecciata, fortunatamente virtuale, da parte di taluni che ritengono lesi, con la nuova legge, i diritti degli immigrati, che sembra siano stati declassati al ruolo di cittadini di serie “b”, come anche Famiglia Cristiana ha scritto sul suo penultimo numero.

Dispiace però constatare che tali frecciate non mi sono state lanciate direttamente come commento al mio scritto, cosa auspicabile anche da Ulisse Online, in quanto contribuirebbe ad avviare un confronti di opinioni e di cultura, che è uno degli scopi che si prefigge la testata.

Cosa ha scritto in proposito Famiglia Cristiana? “”Gli italiani sono una cosa, gli stranieri migranti un’altra. Loro, gli immigrati,evidentemente figli di un dio minore, non hanno diritto a ricorrere in appello,qualora non venga accolta la domanda per il riconoscimento dello status di rifugiati o di protezione umanitaria.”” (riportato integralmente dal settimanale Famiglia Cristiana).

Dispiace constatare che anche Famiglia Cristiana, mi auguro in perfetta buona fede, contribuisca in maniera così pacchiana ad alimentare disinformazione, ad accrescere tensioni, a fomentare populismo; e mi dispiace particolarmente giacché sono stato un attento e appassionato lettore del settimanale dei Paolini, specialmente all’epoca del compianto Don Leonardo Zega, storico direttore che resse il giornale per 18 anni, che era stato considerato un “ribelle”, ma che, durante la sua direzione, portò il settimanale allo storico record di 2 milioni di lettori, mai avvenuto prima.

E giacché le frecciate, pure se virtuali, fanno comunque male, specialmente se colpiscono la mia “facile suscettibilità” che si scatena allorquando qualcuno mi gratifica con termini come “ignorante”, ritenendo che io abbia ignorato le norme di legge sulla cittadinanza italiana, ho dovuto vincere la pigrizia e sono andato a rileggermi le norme che regolano la materia.

Le quali sono raccolte nella legge 5 febbraio 1992, n. 91, “Nuove norme sulla cittadinanza”, entrata in vigore il 16 agosto 1992, e della quale qualche articolo è stato emendato successivamente, ma non ne ha modificato l’impianto.

Quali sono le disposizioni di legge che regolano il diritto di essere cittadino italiano?

Secondo la legge è cittadino per nascita: 1. a) il figlio di padre o di madre cittadini; b) chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono. 2. E’ considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Coloro che non sono nati in Italia possono acquisire la cittadinanza italiana, purché la richiedano, se vivono in Italia per almeno 10 anni; ma anche: chi nasce da almeno un genitore di cittadinanza italiana; chi è stato adottato da persone italiane; chi sposa un cittadino/una cittadina italiana e risiede in Italia per almeno 2 anni (o 3 anni all’estero); il figlio/la figlia minorenne di un genitore che acquista la cittadinanza italiana; chi vive da almeno 3 anni in Italia ed è figlio o nipote di persone che, in passato, avevano la cittadinanza italiana; chi vive in Italia da almeno 5 anni e ha anche la cittadinanza di uno degli stati dell’Unione Europea; chi non ha cittadinanza di alcuno stato e vive in Italia da almeno 5 anni; chi è nato in Italia e vi è rimasto fino all’età di 18 anni.

Questo è tutto, e la rinfrescata di memoria mi ha fatto capire che, tutto sommato, qualcuno più ignorante di me esiste.

E per dare una ulteriore ed utile informativa in merito, è opportuno considerare che la nuova legge prevede anche la realizzazione di nuovi “Centri regionali per il rimpatrio”, per un totale di 1600 posti, la riduzione dei tempi per la richiesta di asilo, la possibilità per i migranti di chiedere di svolgere gratuitamente lavori di pubblica utilità, e stanzia 19.milioni di euro per l’esecuzione delle espulsioni.

E’ chiaro che non è con questa legge che si risolveranno i problemi della immigrazione, ma finalmente il Governo ha dato la dimostrazione di aver finalmente preso coscienza dei disagi provocati anche dall’eccessivo precedente garantismo, talvolta stupido e inconcludente.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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