scritto da Pasquale Petrillo - 11 Maggio 2016 13:24

Cava, Servalli e il venticello della calunnia

La calunnia è un venticello / Un’auretta assai gentile / Che insensibile sottile / Leggermente dolcemente / Incomincia a sussurrar. / Piano piano terra terra /Sotto voce sibillando / Va scorrendo, va ronzando, /Nelle orecchie della gente / S’introduce destramente, /E le teste ed i cervelli / Fa stordire e fa gonfiar. /Dalla bocca fuori uscendo / Lo schiamazzo va crescendo: Prende forza a poco a poco, /Scorre già di loco in loco, /Sembra il tuono, la tempesta / Che nel sen della foresta, /Va fischiando, brontolando, /E ti fa d’orror gelar. /Alla fin trabocca, e scoppia,/ Si propaga si raddoppia /E produce un’esplosione /Come un colpo di cannone, / Un tremuoto, un temporale, /Un tumulto generale / Che fa l’aria rimbombar. / E il meschino calunniato / Avvilito, calpestato / Sotto il pubblico flagello / Per gran sorte va a crepar.

Questa famosa aria del “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini rappresenta abbastanza bene, ma non del tutto, quello che sta accadendo nella vita politica (il termine politico, in verità, è assai improprio in questa vicenda) della valle metelliana. L’arte della calunnia, che si fa strada tra la gente fino a diventare assordante come «un colpo di cannone», è una modalità, spesso molto efficace per colpire le persone, antica quanto il mondo. E’ connaturata, insomma, all’animo umano, anche se alla sua parte peggiore. D’altro canto, è la calunnia, dopo l’invidia, uno dei motori del mondo, altro che l’amore, purtroppo!

Oddio, l’attacco che sta subendo soprattutto in questi ultimi giorni l’attuale sindaco Vincenzo Servalli non ha affatto le caratteristiche dell’«auretta assai gentile», tutt’altro. Siamo, al contrario, ai colpi di cannone visto quello che viene fuori dalla fogna mediatica dei social dove più d’uno si erge a giudice inflessibile, a fustigatore di costumi e più ancora a strenuo e irreprensibile difensore di pubbliche virtù.

Il disegno è chiaro. Servalli nella città è visto e apprezzato come persona onesta e perbene. Non è uno statista e neanche un fulmine di guerra, ha i suoi difetti e molti limiti, ma svolge il ruolo di primo cittadino con dignità, senso dell’equilibrio e sufficiente efficacia. Insomma, almeno fino ad ora, da un punto di vista amministrativo e politico, stante anche la pochezza dell’opposizione e di una credibile alternativa, è poco attaccabile. Da qui la necessità della denigrazione, per sminuire la sua persona agli occhi della cittadinanza. Che le accuse siano vero o meno, che abbiano una rilevanza pubblica o meno, conta assai poco, anzi, nulla. Quel che serve è colpire, deturpare l’immagine pubblica e privata, insinuare il dubbio, fomentare il pettegolezzo, azzoppare l’azione politica, indebolire l’autorevolezza istituzionale, tentare di scompaginare la maggioranza di governo.

E’ politica tutto ciò? Mah, di sicuro la calunnia è uno strumento usato dalla politica ancora oggi, così come in passato erano utilizzati con disinvoltura veleni e colpi di rivoltelle.

Più o meno allo stesso modo, le ventitré pugnalate dei senatori a Cesare furono un gesto politico? Senz’altro sì, per le conseguenze che determinò, ma le modalità hanno poco a che fare con la civiltà e, quindi, con la politica.

Tornando alle faccende domestiche, per il bene della città ci piacerebbe che Servalli e la sua maggioranza fossero incalzati sui problemi concreti e non, invece, essere coperti di fango.

E ce ne sono di questioni. Dalla spending review, che per ora è più un annuncio che vera sostanza, alla viabilità, dalla pista del trincerone ad alcune delle cervellotiche scelte operate dalla precedente amministrazione per nulla affrontate e modificate se non in peggio. Dalla riorganizzazione mancata della macchina comunale, alla gestione dei rifiuti che, al di là dell’impegno e delle buone intenzioni, è cambiato di poco o comunque in misura assai inferiore alle aspettative. Dalla scarsa presenza di alcuni assessori all’insignificante apporto di altri, intenti più a pestare l’acqua nei mortai organizzando incontri e convegni piuttosto che affrontare e magari risolvere i problemi. E via di questo passo. Insomma, carne da mettere a fuoco ce ne sarebbe e tornerebbe utile alla città tenere sulla corda un’amministrazione che già di per sé sembra avere un po’ la cifra dei posapiano.

Ciò presupporrebbe, però, un’opposizione credibile in primo luogo, oltre che capace, qualificata, attenta, vigile, propositiva. E’, invece, molto più facile e forse redditizio per il proprio tornaconto, non solo politico, aggredire, screditare, infangare, mortificare la dignità delle persone. E’ una strada questa, però, che non porta da nessuna parte. Serve solo a distruggere, a imbrutire gli animi, ad avvelenare le relazioni umane e inquinare quelle politiche, a ingenerare un clima di sospetti e di maldicenze, a svilire le istituzione, a favore il degrado morale.

Per il bene della nostra città, che a parole tutti diciamo di amare con espressioni che a volte scadono perfino nel grottesco, è auspicabile porre fine a queste barbarie e fare spazio al ragionamento, al confronto, ad una lotta politica a tutto campo ma leale, a viso aperto, guardandosi negli occhi e non celandosi dietro maschere e pseudonimi o semplicemente dietro i pilastri dei nostri portici.

Per il bene della nostra città rappresenterebbe una manna dal cielo adoperarsi per proporre un’alternativa politica, amministrativa e programmatica all’attuale Amministrazione comunale, che a sua volta trarrebbe beneficio dal pungolo di una valida, incalzante e coraggiosa opposizione in Consiglio comunale e nella città.

E’ questa solo una pia illusione? Forse, mai come in questa stagione politica, rischia di esserlo per davvero. Tuttavia, forse perché siamo nati e stati educati nel secolo precedente, crediamo ancora nella nobile e molto probabilmente romantica funzione della politica.

E non temiamo affatto di sostenerlo.

In fondo, come recita Toni Servillo in “Viva la libertà”, facciamo nostro: «Io sono qui per far sì che domani non si dica: “I tempi erano oscuri perché loro hanno taciuto”».

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

2 risposte a “Cava, Servalli e il venticello della calunnia”

  1. Condanniamo con forza questo grave atto che qualche sciacallo sta mettendo in giro. Facciamo sentire la nostra vicinanza al sindaco.

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