scritto da Pasquale Petrillo - 04 Aprile 2015 11:40

Cava, le poche certezze delle prossime elezioni

Alle prossime comunali mancano meno di due mesi, ma la campagna elettorale a Cava de’ Tirreni  è iniziata già da un bel po’.  Nel frattempo, il clima si è già surriscaldato fra accuse e minacce di querela tra alcuni dei protagonisti della vita politica cittadina. Non è un bel vedere, insomma, sperando che in futuro prevalga un po’ più di buon senso e di cavalleria.

I candidati sindaco dovrebbero essere dieci. In ogni caso, una folla, tanto che uno più, uno meno, non fa molta differenza. Le liste, almeno per quel che si è sentito dire finora, dovrebbero essere una ventina. Fatti i conti, circa cinquecento candidati. Un vero e proprio esercito.

In una situazione simile, è davvero impossibile fare delle previsioni, mentre poche sono le certezze.

La prima, è che non ci sarà un vincitore al primo turno. Non è mai successo nelle precedenti elezioni, figurarsi con l’attuale frammentazione e il conseguente numero spropositato di candidati a sindaco.

Di sicuro, poi, c’è che questa competizione elettorale vede una moltitudine di candidati a sindaco uniti nella caccia all’uscente Marco Galdi, che si trova nell’antipatica posizione di essere solo contro tutti. Una solitudine, al momento fisiologica, ma che alla fine potrebbe pesare e costargli caro, soprattutto nell’eventualità di un ballottaggio.

Un’altra certezza è la fine certificata dei due schieramenti, centrodestra e centrosinistra, che per ragioni diverse da questa consiliatura sono usciti completamente distrutti. La confusione, non a caso, è generalizzata. Per gli addetti ai lavori, in primo luogo, figurarsi poi per i poveri elettori che saranno costretti a scegliere fra una massa indistinta di candidati, con programmi e promesse pressoché simili.

D’altro canto, la corsa a presentarsi all’elettorato con una pletora di liste civiche testimonia quanto sia elevato lo stato confusionale in cui versa la politica cittadina.

In un simile scenario, è più che comprensibile il tentativo di cercare i consensi in qualsiasi direzione, superando a piè pari logiche e rituali validi fino a un recentissimo passato. Lo stesso Pd, che si presenta con il proprio simbolo, e il suo candidato sindaco Servalli, non fanno mistero di giocarsi la partita rivolgendosi anche all’elettorato un tempo di centrodestra, soprattutto dando la caccia al voto moderato e a quello non tradizionalmente incasellato in uno schieramento. Insomma, al Pd fa gola anche la parte più mobile per non dire meno politicizzata dell’elettorato. D’altra parte, Servalli non può fare diversamente. A sinistra, gli contendono il terreno, anzi, gli sbarrano la strada, ben tre candidati: Capuano, Mazzeo e Cicalese. Nel centrosinistra e nell’area moderata deve contendere i voti allo stesso Cicalese e a Lamberti. Per farla breve, il candidato sindaco del Pd, pur partendo dalla tradizionale area della sinistra, deve guardare e quindi pescare elettoralmente a trecentosessanta gradi se vuole arrivare al ballottaggio.

Il sindaco Galdi, come evidenziavamo prima, non sta affatto meglio. E’ chiuso a destra da Aliberti e sul centrodestra da Senatore. Può puntare sulle sue forze e su quelle del blocco che fa capo a Giovanni Baldi. Non è cosa da poco, ma sarà elettoralmente sufficiente?

Molte altre certezze, a parte lo stress elettorale che tramortirà un po’ tutti nelle prossime settimane, non sembrano esserci.

Resta da capire se tutti questi candidati in lizza rappresentino una ricchezza o un fenomeno degenerativo della democrazia.

C’è da osservare, però, che la partecipazione alla vita politica non è mai negativa, anzi. Molto più probabilmente viene da pensare che sia la politica a essere incapace di offrire altre occasioni di partecipazione diverse da quella elettorale. In altre parole, è la politica a essere malata, a non risultare in questa stagione che stiamo vivendo un adeguato strumento di democrazia.

In merito, però, il dibattito è aperto. (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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