Più volte, in questi ultimi tempi, non abbiamo lesinato critiche all’attuale Amministrazione comunale. Sotto diversi aspetti, infatti, ha deluso e in più occasioni ci ha lasciato perplessi. In questa circostanza, però, ci asteniamo volutamente dell’entrare nel merito dell’intervista rilasciata dal sindaco Galdi al nostro giornale.
E’ giusto, in questo momento, lasciare ai lettori la libertà di esprimere senza interferenze le loro valutazioni. D’altro canto, fra qualche mese appena, saranno gli elettori a valutare l’operato del sindaco Galdi, quando quest’ultimo chiederà loro di essere riconfermato.
Ci limiteremo, allora, solo a qualche osservazione, più di contorno che di sostanza.
A leggere l’intervista al sindaco di Cava Marco Galdi, tanto per capirci, colpiscono innanzi tutto la soddisfazione e la tranquillità. Una serenità senza prosopopea, in verità, come qualcosa di acquisita nel tempo e con sofferenza, ma anche come un dato di fatto incontrovertibile.
Di primo acchito, in ragione delle tribolazioni che hanno caratterizzato il suo mandato, questo stato di indubbio benessere spirituale che sembra godere il sindaco Galdi può apparire sorprendente. Non lo è, però, se si considera cosa è riuscita, o meglio cosa non è riuscita a fare l’opposizione, in questi ultimi mesi, con la vicenda della mozione di sfiducia. Minacciata, annunciata e poi caduta nel dimenticatoio per manifesta impotenza politica.
A ben vedere, infatti, il sindaco Galdi a ottobre scorso non era solo in bilico come primo cittadino con tutta l’Amministrazione comunale e quel che rimaneva della maggioranza, ma era politicamente morto. Per farla breve, appena tre mesi fa, nessuno avrebbe scommesso un soldo sul suo futuro politico, non solo di quello da sindaco. Poi, ci ha pensato l’opposizione, o meglio, più correttamente, ci hanno pensato le opposizioni, in particolare alcune di esse, perché non è giusto confondere tra loro le diverse minoranze che la compongono.
I fatti legati alla vicenda della revoca della fiducia sono più che noti e in più di un’occasione, pure troppe in verità, abbiamo avuto modo di tornarci su e approfondirli nei vari aspetti. Meglio, quindi, non dire oltre, anzi, è preferibile stendere un velo pietoso e consegnare il tutto a chi, forse fra qualche decennio, si prenderà la briga di scrivere la storia cittadina di questi anni che stiamo vivendo.
Dicevamo, ci hanno pensato le opposizioni, nelle sue più diverse articolazioni, a resuscitare Marco Galdi, il quale, per demeriti di quanti gli si opponevano o avrebbero dovuto opporsi, ha indossato i panni del redivivo Lazzaro della politica locale.
Insomma, Galdi è politicamente un miracolato e il suo attuale stato di grazie deriva da questa consapevolezza. Certo, Galdi con il sostegno dei suoi, in particolare di Giovanni Baldi, ha saputo ribaltare con abilità la situazione di estrema debolezza e difficoltà in cui era finito. In altre parole, politicamente ha saputo dare i punti a tutti, miracolo a parte. Tuttavia, al di là dei suoi meriti, bisogna riconoscere che deve, comunque, ringraziare la pochezza politica dei suoi avversari.
In conclusione, in un panorama politico cittadino fatto di macerie e di assai improbabili se non addirittura improponibili leader, Marco Galdi svetta a tal punto da apparire uno statista, anche suo malgrado.
Se così è, allora sarebbe giocoforza dover affermare che l’esito delle prossime elezioni comunali è irrimediabilmente già segnato da una sua facile vittoria? No, ci mancherebbe. Le campagne elettorali si fanno proprio per cambiare l’ordine degli addendi e sovvertire situazioni all’apparenza consolidate.
Per ora, però, questo è lo stato dell’arte. Il futuro, invece, riposa sulle ginocchia di Giove. (foto Angelo Tortorella)
31.01.2015 – Bravo, concordo pienamente. Ma le opposizioni hanno capito la lezione? Nino Maiorino