Cava de’ Tirreni, rifiuti… basta con la retorica della “valle verde”
Cava de' Tirreni, rifiuti... basta con la retorica della "valle verde"
Riceviamo e pubblichiamo
“Sui rifiuti occorrono azioni concrete, subito”
Vorrei provare a sollevare ancora una questione che dovrebbe ormai essere archiviata.
Molti negozi della città si sono adeguati alla legge e utilizzano solo buste biodegradabili e compostabili, che possono essere utilizzate per la raccolta dell’umido.
Questa è una buona notizia, se la direzione della raccolta differenziata dell’organico sarà davvero quella di accorciare la filiera dell’umido verso impianti nella nostra regione e di smettere di esportarlo con grandi costi ed emissioni inquinanti.
“Ci sono ancora esercizi di grande successo come panetterie, frutterie, pescherie che non si sono mai curate dell’obbligo di abbandonare le buste di plastica”
Eppure ci sono ancora esercizi di grande successo come panetterie, frutterie, pescherie che non si sono mai curate dell’obbligo di abbandonare le buste di plastica. Si tratta di oggetti molto pericolosi che volano via o vengono abbandonati alla prima occasione ed è facile trovarli in mare, sugli scogli, sui sentieri, per chi ha la possibilità di qualche giorno di ferie.
Ormai qualunque bambina/o sa che occorrono secoli perché scompaiano e nel farlo disperdono microplastiche che avvelenano l’acqua, il cibo, la terra e noi. Per non parlare di come continuino a disperdersi anche durante il trasporto dei rifiuti e dei problemi che creino quando si cerca di usare l’umido per ricavare compost: quella plastica poi finisce nei campi.
“Di tutto questo all’Amministrazione comunale non importa”
Di tutto questo, spiace, ma all’Amministrazione non importa. Ho personalmente contattato gli assessori competenti, la polizia locale e anche associazioni che dovrebbero occuparsi di tutela ambientale. Questo da anni, da prima della pandemia, da prima della crisi energetica e dell’inflazione. Delle due l’una: o, come ho detto, di tutto questo non importa a chi dovrebbe far rispettare la legge, o non ci sono persone competenti e indipendenti in grado di farla rispettare.
Se qualche piccolo passo avanti si sta facendo contro gli abbandoni di rifiuti, quale contributo stanno dando le istituzioni per diminuire l’uso della plastica come impone la legge? Qualcuno è mai andato a controllare che i locali abbiano smesso di usare bicchieri di plastica e cannucce messe al bando dall’Unione europea? Sanno costoro che le buste di plastica shopper ormai sono prodotte in Cina e sono vendute da circuiti illegali?
“Sulla distribuzione di buste per la raccolta differenziata ricordo una replica sdegnosa a un mio commento critico alla pagina del sindaco Servalli”
Vorrei tornare sul tema rifiuti: in centri anche più grandi di Cava, alla raccolta porta a porta si accompagna la distribuzione di buste per la raccolta differenziata e viene raccolto quello che è inserito in quelle buste. Ricordo una replica sdegnosa a un mio commento critico alla pagina del Sindaco.
Servalli o chi per lui rispondeva che io volessi le buste con il microchip. Ma quando mai? Basta dotare le buste di codice a barre per collegarle a un’utenza e irrogare una sanzione in caso di conferimenti gravemente errati. Ma la priorità deve essere togliere di mezzo le buste nere dal bordo delle strade, che consentono di gettare dovunque quello che si vuole quando si vuole.
Che è il contrario del porta a porta per cui paghiamo e che dovrebbe includere già il costo della distribuzione delle buste comunali colorate in base ai rifiuti. Si vuole incentivare la minor produzione di rifiuti? Bene: si preveda una premialità per chi ne richiede meno al comune e si sanzioni chi usa le buste nere.
Non è possibile? Si eliminino le “postazioni di raccolta” che spesso diventano discariche a bordo strada. Servono comunque i bidoni dell’umido? Ma allora perché sono stati distribuiti i contenitori domestici verdi?
Credo che gli sforzi debbano andare in più direzioni allo stesso tempo. Ma basta con la retorica della “valle verde”. Azioni concrete, subito.
Grazie dell’attenzione,
Davide Iaccarino