scritto da Pasquale Petrillo - 23 Luglio 2016 13:29

Cava, chi gestirà il Palaeventi?

Da qualche giorno rigiro tra le mani due delibere della Giunta comunale di Cava de’ Tirreni. La prima, del 7 luglio, è un atto di indirizzo, avente come oggetto l’attuazione dell’intervento di completamento del Palaeventi. La seconda, del giorno successivo, ha come oggetto i lavori di adeguamento e messa in sicurezza dello stadio comunale.

La lettura di questi due provvedimenti amministrativi mi ha indotto a più di una riflessione. Prima di cercare di tentare di esplicitarle nel modo più chiaro e compiuto possibile, è necessaria una premessa, anzi due.

La prima, compito della politica è scegliere. Per un’amministratore comunale compiere delle scelte più che un’opportunità e un privilegio, rappresenta soprattutto un dovere. Questo per dire che di sicuro ogni scelta è opinabile e magari rivelarsi alla lunga anche sbagliata se non addirittura dannosa, ma comunque è sempre meglio che rinunciare a scegliere. Un amministratore che si sottrae al dovere delle scelte abdica al ruolo per cui si è candidato ed al quale è stato democraticamente chiamato. In una parola, rappresenta il peggio della cattiva politica.

La seconda, le considerazioni che svilupperò sono più che altro degli interrogativi che pongo agli attuali amministratori. In altre parole, nessuna critica precostituita, ma solo punti di domanda posti, peraltro, non tanto per avere delle risposte, ma per sollecitare una più approfondita riflessione. Insomma, nessun «servo encomio» e neanche un «codardo oltraggio” di manzoniana memoria.

Detto ciò, veniamo alle due delibere, partendo da quella sui lavori allo stadio comunale. Costo 95mila euro. Obiettivo, mettere in sicurezza lo stadio per le gare di calcio della Cavese, anche se nella delibera ci si affanna a dimostrare che le opere da realizzare tornano utili pure alle altre manifestazioni ospitate nell’impianto, di natura folkloristica e culturale (sic!). A leggere la delibera, però, emerge chiaramente che l’impianto va adeguato esclusivamente per la squadra di calcio della Cavese.

I più critici potrebbero dire che spendere tutti questi quattrini per far rincorrere una palla a ventidue giovanotti, quasi tutti non cavesi tranne pochissime eccezioni, è davvero uno schiaffo alle tante esigenze più impellenti per i cittadini metelliani. E c’è pure chi potrebbe dire che sarebbe più utile per la città seminare il campo a patate piuttosto che dare a molti tifosi, o presunti tali, il pretesto per infangare l’immagine della città. Sono ragionamenti, questi, che però lasciano il tempo che trovano. La verità, infatti, è che l’impianto sportivo esiste ed è dovere degli amministratori comunali tenerlo in perfetto ordine, al meglio in termini funzionali e al massimo in quanto a sicurezza.

E allora? Nel nostro ragionamento, il problema non sono né la Cavese né i suoi tifosi, bensì la constatazione di quanto sia oneroso per le casse comunali tenere a norma e in perfetta efficienza una struttura. Questo vale, ovviamente, per qualsiasi opera o edificio pubblico, insomma, tanto per lo stadio che per una scuola. Da qui una ulteriore riflessione. Nelle scelte che i politici sono chiamati a fare, quindi, si rende indispensabile determinare una scala di priorità, in un mix di urgenza e necessità, ma a volte anche di emergenza. Viene prima lo stadio o una scuola, la piscina o una strada, e così via?

In questa ottica, veniamo alla seconda delibera, quella con cui l’attuale Amministrazione comunale ribadisce la volontà di completare la struttura del Palazzetto dello Sport di Pregiato trasformandolo in un Palaeventi. Costo dell’operazione 4 milioni 250mila euro, attingendo dai fondi del Programma Jessica Campania.

L’intenzione degli attuali amministratori è lodevole. Completare un’incompiuta da diversi decenni e destinarla un po’ a tutto: da convegni a congressi, da attività sportive a teatrali, da attività di ristorazione e catering a cinema, multisale, da bar ad attività commerciali, da fiere campionarie a sfilate di moda. Anzi, nella delibera viene chiarito che il predetto elenco non è esaustivo. Verrebbe da dire che Servalli & C. stanno decidendo di spendere al buio oltre 4 milioni di euro, senza sapere, cioè, cosa davvero ospiterà questa struttura. Il cattivo di turno chioserebbe con un caustico e lapidario “molte idee, ma ben confuse”.

Non sappiamo se davvero sia così e personalmente sono convinto, e in ogni caso mi auguro, che il sindaco Servalli abbia già in mente un’idea di come sarà gestito il Palaeventi una volta terminato. In effetti, la questione che mi induce a riflettere è un’altra e riguarda chi sarà chiamato a gestire l’impianto. E’ ciò che, d’altronde, emerge da un altro punto della delibera, quando si afferma che verrà affidato “ad un privato la gestione del Palaeventi, affidando allo stesso le responsabilità connesse alla progettazione e realizzazione, anche al fine di avere una chiara allocazione del rischio fra pubblico e privato”.

Ottima scelta quella della gestione privata, anche se non si capisce bene come al privato possano essere affidate le responsabilità di progettazione e realizzazione quando i quattrini sono pubblici. E’ un dettaglio non da poco che, però, di sicuro sarà chiarito a tempo debito, diversamente verrebbe da chiedersi perché non sia stata utilizzata la formula della finanza di progetto.

La questione è però un’altra. Ma lo troveremo per davvero un imprenditore privato capace di gestire in modo redditizio, anche con un’utilizzazione intensiva, un impianto del genere, con costi di gestione e di manutenzione ordinaria di sicuro molto elevati? E, in questo, ci vengono in aiuto i costi dello stadio comunale. Più che un imprenditore molto probabilmente ci vorrebbe un benefattore. Non dimentichiamoci, d’altronde, quello che accade alla Mediateca, una struttura molto più piccola, modulabile e agevole, dove il privato che la gestisce se non ci rimette di sicuro non ci guadagna. Nella speranza, ovviamente, che ci sia sempre un privato a gestirla, diversamente non resterebbe che chiuderla con buona pace dei milioni spesi per riattarla. E vogliamo parlare della piscina comunale, al centro di un mega-contenzioso con i privati che la gestiscono? E la struttura dell’ex Club Universitario Cavese?

In conclusione, agli amministratori comunali suggerisco in merito un’ulteriore riflessione. La questione vera non è la lodevole intenzione di completare opere incompiute da decenni, ma di buttare altri quattrini per completarle con il rischio di farne altre cattedrali nel deserto per l’impossibilità di tenerle aperte in ragione dei proibitivi costi di gestione.

Tutto qui. Poi, magari il sindaco Servalli sa già chi e come gestirà il Palaeventi, allora le nostre considerazioni lasciano non solo il tempo che trovano, ma anche spazio ad altre.

Quest’ultima, però, sarebbe un’altra storia, ancora da scrivere ed esclusivamente nella mente di chi può per ora solo confondere il sospetto con la realtà.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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