Caso Concia/Valditara, strambata destra di governo
L’iniziativa di dare vita ad una Commissione di Garanzia per l’attuazione del progetto “Educazione alle relazioni” nelle scuole andava spiegato meglio
La nomina di Paola Concia e il retromarcia del Ministro Giuseppe Valditara configurano un caso di relazioni politiche che va al di là dell’autonomia decisionale del titolare del Dicastero dell’Istruzione e del Merito, rispetto a critiche e riserve che gli provengono dagli stessi partner di Governo.
L’iniziativa di dare vita ad una Commissione di Garanzia per l’attuazione del progetto “Educazione alle relazioni” nelle scuole andava spiegato meglio, secondo il Presidente del Senato Ignazio La Russa, storico esponente della destra, per il quale Paola Concia, ex parlamentare del PD ed attivista Lgbtq, “ha subito attacchi ingiustificati”.
Lei avrebbe dovuto coordinare funzioni di garanzia insieme ad altri due componenti della Commissione: Suor Monia Alfieri e Paola Maria Zerman, Avvocato dello Stato.
Il suo nome ha suscitato reazioni in ambito Lega, FdI e dell’Associazione ProVita/Famiglia, chiacchiericcio sui social, pensierini maliziosi da sinistra e cerchiobottisti da destra. Da entrambe le tifoserie si fatica a metabolizzare “idee diverse dal mainstream della gay culture o dal gender theory” (copyright “elefantino” de Il Foglio).
Il polverone bipartisan sollevato, a ben vedere, è uno dei casi in cui si preferisce guardare il dito, che ne indica posizione e fasi, piuttosto che la luna. Perché, il tema oltre che didattico ha implicazioni etiche trattandosi di modelli educativi che riguardano affettività e rispetto delle differenze. Per il Segretario del PD Elly Schlein, si dovranno rendere obbligatori.
Nel progetto Valditara è preminente la formazione degli insegnanti prima di dare corso ai cicli di lezioni per studenti delle scuole superiori.
Se non è una “stramberia piena di buone intenzioni” (copyright dell’elefantino), sul punto è legittimo chiedersi come si insegna l’affettività? Con modelli di ascolto o di indottrinamento? Ammoniva nel secolo scorso l’antropologa statunitense Margaret Mead, attenta ai rapporti tra psicologia e cultura che “ai bambini deve essere insegnato, come pensare, non cosa pensare”.
E così sia!