Basta con i continui attacchi al premier Conte
Sono certo che i miei cinque lettori (ma sembrano aumentati) mi consentiranno questo sfogo.
Non ne posso più di sentire e leggere commenti e articoli malevoli nei confronti del Premier Giuseppe Conte, che anche io ho criticato, e continuerò a farlo, ma non per questioni o frasi banali sulle quali tantissimi sono sempre pronti ad attaccarlo, a criticarlo, a biasimarlo, pure quando, nonostante la tensione di questo complicato periodo, che come a tutti noi penso che pesi anche a lui, mostra notevole gli sopportazione.
Tantissimi al suo posto, me compreso, a talune provocazioni avremmo risposto a male parole, cosa che egli non fa e al massimo si lascia andare a qualche pungente risposta come quella che ha fatto a un collega giornalista che l’ha provocato criticando qualche commento fatto dal Commissario Arcuri, e al quale ha risposto “Se poi lei ritiene di far meglio, ne terrò conto per il futuro”.
Diamine “quanno ce vo’, ce vo’, per dirla in maniera che lo capiscano tutti.
Criticarlo perché fa tardi ad una riunione, o perché decide, per motivi istituzionali, di rimandare di una mezz’ora un incontro con la stampa, non è un delitto di lesa maestà del quale tanti giornalisti lo accusano, trincerandosi dietro una tastiera.
Chi non è stato mai impegnato nella soluzione di problemi importanti sui quali se si sgarra si va a gambe all’aria, non può capire cosa significa rivestire un ruolo di comando, non può capire la tensione del momento, né le gaffe che talvolta si commettono; ma chi, come il sottoscritto, è stato per una vita intera sintonizzato su queste realtà, ben comprende cosa significa essere al comando, e al diavolo a chi sta sempre con le orecchie tese e gli occhi attenti a passare al microscopio pure le virgole per poi “divertirsi” (mi concedo il termine) a fare le pulci.
Ci vuole serietà a tolleranza da parte di tutti, e anche noi giornalisti non dobbiamo considerarcene immuni.
Le pulci e i continui attacchi e commenti lasciamoli fare a chi è abituato a tanto per partito preso; a personaggi come Salvini e, un poco meno, come la Meloni.
E giacché ci sono, voglio fare un bagno di umiltà e chiedere qualche scusa all’altro, Gigino Di Maio, il quale, pure provenendo dal partito del “Grillo-vaffa”, non ricordo che si sia mai permesso, durante la sua vita di governo, di pronunciare una parola volgare.
Ho molto apprezzato, martedì sera nella trasmissione di Giovanni Floris, il grande equilibrio di Luigi Bersani, il quale invitò tutti a smettere di fare continui attacchi a Conte, di evitare di sfiancarlo con continue critiche, di avere rispetto per quest’uomo che si sta impegnando al massimo e qualche risultato l’ha pure ottenuto, di lasciarlo lavorare in santa pace perché il suo ruolo non è semplice e se commette un minimo errore andiamo tutti a sbattere.
E dobbiamo pure smetterla di accusarlo, ad ogni più sospinto, di essere un abusivo a Palazzo Chigi, non essendo mai stato eletto, frutto di una sconfinata ignoranza di chi forse non ha mai letto la nostra Costituzione.
Se il suo ruolo non fosse legittimo, sarebbe lo stesso Presidente Mattarella, che è il massimo garante del rispetto della carta costituzionale ed è un costituzionalista esperto, a non averlo chiamato al ruolo che oggi Conte riveste con grande dignità.