Non bastavano le tensioni che si registrano tra l’Europa, gli Stati Uniti d’America e la Russia di Putin dopo il tentato assassinio dell’agente segreto russo avvenuto nel Regno Unito e il conseguente terremoto diplomatico.
Ora ci si mette pure la Francia di Macron che sembra aver urtato la suscettibilità italiana con un blitz di suoi agenti delle dogane i quali, nel corso di un controllo alla frontiera tra Francia e Italia, hanno fermato un cittadino di nazionalità nigeriana, residente in Italia, sospettato di trafficare stupefacenti mediante capsule ingoiate; per effettuare la verifica lo hanno condotto nella stazione ferroviaria di Bardonecchia, nella quale c’è un locale a disposizione degli agenti francesi per questi tipi di controlli, e nel quale i doganieri d’oltralpe si sono, come di consueto, recati per i prelievi del caso, non sapendo che, frattanto, lo stesso locale era stato destinato dal nostro paese anche ad ospitare un gruppo di sanitari volontari della O.N.G. Rainbow4Africa che assistono i migranti che dall’Italia tentano di passare in Francia e, impediti a farlo attraverso la frontiera costiera di Ventimiglia, rigidamente controllata dagli agenti francesi, stanno utilizzando, da qualche tempo, i sentieri che partono proprio dai dintorni di Bardonecchia e, attraverso le montagne, portano in Francia.
Premetto che quando in Italia tutte le forze politiche, da quelle di estrema destra a quelle di estrema sinistra, sono concordi nel condannare qualcosa o qualcuno, questo suscita la mia curiosità seguita da diffidenza; noi italiani che ci accapigliamo per un chicchessia, e siamo sempre divisi su tutti, com’è che improvvisamente siamo d’accordo su qualcosa?
E se, poi, il destinatario dei nostri strali è un paese della U. E. e l’oggetto è dato da immigrati e magari c’è di mezzo anche una O.N.G. la mia diffidenza si moltiplica in quanto scatta la inconsapevole certezza che certamente non è l’altro paese ad avere sbagliato, ma che siamo noi ad aver commesso qualche pasticcio, come in questo caso.
Questa considerazione non ha nulla a che vedere con il grande e riconosciuto sforzo che il nostro paese ha fatto e sta facendo nell’accoglienza degli immigrati, lasciato il più delle volte solo ad affrontare questa immane emergenza da parte dell’ U. E. e degli altri stati membri, molti dei quali sembrano solidali solo a parole mentre i loro comportamenti sono di tutt’altro genere.
Ma non ci si può esimere dalla consapevolezza che noi italiani i problemi li affrontiamo in maniera molto superficiale e, dal punto di vista organizzativo, nella maggior parte dei casi in maniera quanto meno approssimativa come è stato dimostrato negli ultimi anni per i campi provvisori di accoglienza, per l’affidamento a organizzazioni che si sono rivelate inefficienti se non truffaldine, e per i tanti occhi chiusi su ONG che, facendo finta di aiutare in mare i profughi imbarcati su barconi, gommoni o zattere fatiscenti, spesso ritenevano più sicuro, e magari più remunerativo, andarli a imbarcare sulle coste africane.
E il caso di Bardonecchia ancora una volta dimostra come noi italiani alla tradizionale approssimazione organizzativa aggiungiamo anche il non rispetto dei trattati.
E partiamo proprio dal trattato di Schengen che prevede, fra l’altro, che “Gli stati membri che si trovano ai… confini hanno la responsabilità di organizzare controlli alle frontiere… Ogni paese deve dimostrare di essere in grado di assumersi la responsabilità del controllo delle frontiere esterne per conto degli altri Stati Schengen … e cooperare efficacemente con gli altri Stati per mantenere un alto livello di sicurezza … agevolando la cooperazione delle forze di polizia”.
Per realizzare ciò, l’Italia e la Francia, stati transfrontalieri, hanno concordato che nella stazione ferroviaria di Bardonecchia ci fosse un locale nel quale poter eseguire i controlli del caso.
Improvvisamente, l’Italia assegna lo stesso locale ad una ONG, la Rainbow4Africa, che si occupa di offrire assistenza ai migranti che si trovano in quella zona; migranti che, per evitare di essere bloccati a Ventimiglia, vanno a Bardonecchia per oltrepassare clandestinamente la frontiera con la Francia.
I Francesi, dei quali tutto si può dire, ma non che siano stupidi, sanno tutto ciò e fanno il possibile per contrastare questo fenomeno che, per loro fortuna, in quella zona non è rilevante.
Nell’ambito di tale attività hanno intercettato il nigeriano sospettato di trafficare droga, lo hanno fermato e lo hanno portato nel locale della stazione di Bardonecchia e, trovatolo occupato dalla ONG, hanno chiesto e ottenuto il permesso di effettuare il prelievo delle urine, al quale il nigeriano era consenziente.
Ma la ONG ospitata nella struttura, dopo aver concesso il suo assenso, si è risentita per l’accaduto: comportamento alquanto strano in quanto avrebbe potuto negare l’accesso e i doganieri francesi non avrebbero potuto eccepire un bel niente trovandosi sul territorio italiano. Il che lascia sospettare che quella ONG, resosi conto che l’episodio potesse ripetersi, per evitare “seccature”, ha poi montato il caso dietro il quale le diplomazie italiana e francese si stanno rincorrendo.
Questi i fatti, nella loro estrema sintesi, che però hanno scatenato una forte diatriba diplomatica, ancora in corso, che non si prevede come si concluderà.
Ora la Francia, per non inasprire la vicenda, sembra aver sospeso i controlli in quella zona, ferve un lavoro diplomatico degno di miglior causa, e la politica italiana, facendo il suo corso, alimenta le polemiche contro la Francia, con un comportamento ipocrita tutto italiano, che vede tutti i partiti concordi nel dare addosso al perfido Macron ed alla sua mania di “grandeur” che l’unisce alla Merkel.
La cosa più strana è che alcuni di essi, e non solo la Lega e 5 Stelle, sono quelli che predicano di chiudere le frontiere dell’Italia per evitare di far entrare i migranti; ma quando sono gli altri stati a farlo, ai nostri illustri politici vengono i mal-di-pancia.
Coerenza della politica!