Quando, circa un anno fa, Virginia Raggi si trovò catapultata alla guida del Comune di Roma, e subito si vide sommersa di problemi che probabilmente, pure essendo stata già nel Consiglio capitolino, non conosceva, e iniziò a fare tutti gli errori su nomine, dichiarazioni di intenti, e tutto il resto, ci fu un personaggio grintoso che di amministrazione se ne intende, Vincenzo De Luca, il quale la designò con un versetto che è rimasto negli annali: “una bambolina imbambolata”, che fece enormemente inalberare i vari “consigliori” pantastellati della Raggi e la stessa sindaca, ma che fu una pennellata fatta da un grande maestro della tavolozza politica.
Chi sa se Vincenzo De Luca non ha qualche analoga pennellata per l’ineffabile Ministro della Giustizia, Andrea Orlando il quale ha appena firmato il testo di un progetto di decreto che riguarda le intercettazioni.
Io, da modestissimo pennaiolo, parafraserei la frase di De Luca per definirlo “un bambolotto imbambolato”, perché, nonostante la carica che riveste, e una non certo breve militanza politica, sembra avere la testa fra le nuvole se, come nel caso che andiamo a esaminare, si è lasciato andare a una incredibile gaffe .
E non saprei definire altrimenti il suo comportamento, anche perché lo spezino Andrea Orlando non è un politico di primo pelo visto che, nonostante la giovane età (48 anni), ha già alle spalle tre legislature, essendo stato Deputato nella XV, XVI e XVII legislatura, ed è stato Ministro dell’ambiente nel Governo Letta dall’aprile 2013 a febbraio 2014, per poi entrare nel Governo Renzi come Ministro della Giustizia a febbraio 2014 per poi passare in quello attuale di Gentiloni.
Nulla, in verità, avrebbe fatto presagire la gaffe che ha appena fatto firmando il testo di un Decreto legislativo frutto di una delega ricevuta dal Parlamento nello scorso mese di giugno allorquando venne approvata la legge di riforma del codice penale; in quella occasione il governo ebbe la delega ad intervenire sulle intercettazioni per evitarne i presunti abusi commessi dai giornali e dai media, nella ipocrita convinzione che questi fossero i soggetti da colpire, come se essi i testi delle intercettazioni se li procurassero autonomamente, negando a priori di chi sono le vere responsabilità, vale a dire le ”talpe” che dalle Procure e dai Tribunali le lasciano “trapelare”.
Ma si sa, in Italia siamo maestri nel far finta di risolvere i problemi, e quando ci rendiamo conto che non possiamo colpire la fonte, facciamo i salti mortali per colpire l’ultimo anello della catena, in questo caso i giornali, i quali sarà pure vero che finora dalle maglie larghe della cosiddetta giustizia hanno tratto benefici in favore dei lettori, dei cittadini e degli elettori, ma certamente se quelle notizie non fossero trapelate, i giornali non avrebbero potuto divulgarle.
E allora, come di consueto, si va a colpire l’ultimo anello della catena, con l’aggravante che, per evitare che, nonostante i rigori che si vogliono introdurre, si possano bypassare anche le maglie più strette, ci si inventa che le intercettazioni, prima di passare dagli ascolti e dalle registrazioni nei fascicoli delle indagini e poi processuali, non potranno essere trascritte integralmente e fedelmente, ma debbano essere “riassunte”, vale a dire interpretate.
Spariscono così, secondo il Ministro Orlando, i famosi “virgolettati”, che sono proprio le trascrizioni fedeli di ciò che è stato registrato, e compare il surrogato, la sintesi, il riassunto.
Io non so quale logica abbia ispirato questa assurdità, ma so per certo che il rimedio che si intende introdurre è peggiore del male che si vorrebbe curare, e, invece di agevolare il compito dei magistrati, potrà portare a una paralisi se, come è probabile che sia, chi dovrà poi giudicare non si accontenterà del riassunto ma vorrà andare ad ascoltare o leggere le espressioni originali, con ulteriori rallentamenti dei già non celeri tempi dei procedimenti penali nel nostro paese.
E su tutto ciò il Ministro Orlando, prima che venissero divulgate queste informazioni, ha assunto un atteggiamento irremovibile, salvo poi, subito dopo, a dichiarare di essere pronto a rivedere il tutto, compresa la questione del riassunto; e per fortuna ha avuto la intelligenza di inoltrare il testo, in preventiva visione, alle più importanti Procure italiane.
Speriamo che il parere di queste e i successivi esami da parte delle competenti Commissioni parlamentari, facciano cadere questo obbrobrio.