Affari europei e governo giallo-verde
Ma guarda chi si rivede: sembrava essersi eclissato, relegato al ruolo di Ministro senza portafoglio dopo l’aspra contesa con il Presidente Mattarella che oppose il suo veto alla proposta della Lega e del M5S di affidargli il Dicastero dello Sviluppo Economico, al quale fu poi costretto a rinunciare quando i due leader giallo-verdi, messi con le spalle al muro dal Capo dello Stato, scelsero per quest’importante dicastero Giovanni Tria e Paolo Savona elegantemente “fece il passo indietro” accontentandosi “solo” del Dicastero degli Affari Europei.
Ci fu chi, all’epoca, criticò il suo passo indietro, asserendo che avrebbe fatto miglior figura, per l’età (è nato a Cagliari il 6 ottobre 1936, quindi tra poco compie 82 anni ed è considerato uno degli uomini politici più anziani del mondo) e per le innumerevoli esperienze accademiche, quasi tutte apicali, a tirarsi fuori dalla politica, specialmente quella che si andava prospettando.
Paolo Savona si era laureato in Economia e Commercio nel 1961 ed iniziò la sua carriera, brillante, presso il Servizio Studi della Banca d’Italia. Si specializzò in economia monetaria ed econometria presso il famoso M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology) dove collaborò con Franco Modigliani (il grande economista, unico italiano vincitore, nel 1985, del Premio Nobel per l’economia) sotto la cui guida fece studi approfonditi, insieme a Giorgio La Malfa, sull’andamento dei rendimenti dell’economia italiana.
L’Econometria è una tecnica di analisi delle fluttuazioni economiche, usata per la prima volta nel 1926 dall’economista norvegese A. K. Frisch Ragnar, il quale nel 1929 aveva vinto, insieme all’olandese Jan Tinbergen, il primo premio Nobel per l’economia, proprio per aver sviluppato e applicato modelli dinamici per l’analisi dei processi economici.
Successivamente, presso la Sezione Studi Speciali del Board of Governors del Sistema della Federal Reserve a Washington DC, in vista della emissione in Italia dei B.O.T. (Buoni Ordinari del Tesoro), Paolo Savona studiò il funzionamento del mercato monetario.
Nel 1976 vinse il concorso a cattedra per insegnare Economia, prima alla Università di Cagliari, poi alla Università “Pro Deo” che, insieme a Guido Carli, contribuì a fondare, e che successivamente si trasformò nella nuova Università LUISS – Guido Carli.
Quando, pure nel 1976, Guido Carli venne eletto Presidente di Confindustria, chiamò accanto a se proprio Paolo Savona come Direttore Generale, che tenne la carica fino al 1980.
Successivamente alla sua esperienza in Banca d’Italia e in Confindustria è stato presidente del Credito Industriale Sardo, Segretario generale per la Programmazione Economica al Ministero del bilancio, Direttore generale e poi Amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro, Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova.
Tra il 2000 e il 2005 è stato consigliere di amministrazione di RCS e TIM Italia. Dopo essere stato Vice Presidente di Capitalia, all’atto della fusione con Unicredit venne nominato presidente della Banca di Roma. Dal settembre 2010 al febbraio 2014 ha esercitato nuovamente le funzioni di presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi.
Paolo Savona, inoltre, è stato Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, con delega al riordinamento delle partecipazioni statali nel governo Ciampi (aprile 1993 – aprile 1994); nel biennio 2005-2006, durante il terzo governo Berlusconi, è stato a capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri e Coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona, che ha redatto il Piano Italiano per la Crescita e l’Occupazione presentato alla Commissione Europea il 15 ottobre 2005.
È stato anche membro del Comitato OCSE (l’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per i paesi membri sviluppati aventi in comune un’economia di mercato) per la standardizzazione delle statistiche finanziarie e del BIS Standing Committee oneurodollars; Presidente del Consiglio Tecnico Scientifico della Programmazione Economica, della Commissione di indagine sul nucleare in Italia e membro delle Commissioni Ortona e Jucci per la riforma dei Servizi di sicurezza come esperto in materie economiche; Consigliere Scientifico dell’Associazione Guido Carli dal 1996 fino al suo scioglimento nel 2012, presidente dell’Associazione per l’Enciclopedia della Banca e della Borsa (Assonebb) dal 2006 al 2014 e del Comitato scientifico di Nemetria dal 1989. È presidente onorario della Fondazione Ugo La Malfa e vice presidente vicario dello Aspen Institute Italia. Collabora con Milano Finanza, formiche.net e Scenari economici. È stato presidente del Consiglio di Amministrazione di Euklid, società del Regno Unito di tecno-finanza che si occupa di gestire risparmi e investimenti attraverso metodi di trading algoritmico.
Paolo Savona è autore e coautore di numerosi scritti sui problemi dell’economia reale, monetaria e finanziaria e sui temi metodologici. Tra le sue attività di ricerca hanno particolare rilievo quelle sui tassi d’interesse e le loro relazioni sulle scelte di investimento, le analisi pionieristiche sulla base monetaria internazionale e l’eurodollaro, e sugli effetti macroeconomici dei contratti derivati, che hanno anticipato il susseguirsi dei drammatici eventi vissuti dall’economia internazionale e da quella italiana negli ultimi quarant’anni. Predilige ricerche e approfondimenti sul sistema monetario internazionale, sui contratti derivati, e sui divari di produttività tra Centro-Nord e Mezzogiorno d’Italia.
In merito alla Comunità Europea, Paolo Savona, fin dalla firma del trattato europeo del 1992, si è dichiarato contrario all’accettazione dei parametri di Maastricht perché privi di base scientifica e troppo rigidi per un’economia che richiede flessibilità; ha inoltre considerato impreparata l’Italia a entrare nell’euro esprimendo il suo dissenso in una pubblicazione dal titolo L’Europa dai piedi di argilla. Ciononostante sostiene che il mercato unico sia una cosa positiva per l’economia italiana e che necessiti di una moneta unica, ma il problema è la mancanza di uno Stato unitario dietro l’emissione della moneta; e questa sua convinzione non è priva di fondamento giacché sono tanti, oggi, a sostenere che, prima o contemporaneamente alla introduzione della moneta unica, sarebbe stato indispensabile formare la Unione Europea come federazione (tipo gli USA) e non confederazione com’è attualmente; per questo Savona propone una serie di misure e di riforme atte a rendere l’Europa più unita. La critica più forte di Savona è proprio all’Europa attuale: secondo lui “non esiste, è solo una Germania circondata da pavidi”, una Germania che secondo il suo pensiero sta imponendo ancora una volta una volontà di potenza, non più militare, bensì finanziario/economica. E giacché non crede che in tempi brevi si possa formare una vera Unione Europea, a fronte di eventi monetari improvvisi e di rottura, ha ideato l’ormai famoso “piano B” di emergenza sul come uscire dall’euro.
In pratica la problematica monetaria ed economica è sempre stato il pallino di Paolo Savona il quale, fra le altre cose, ha fondato e diretto opere, collane e riviste economiche importanti. Nei tempi morti (si fa per dire) ha insegnato nelle Università di Perugia, di Roma Tor-Vergata, presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e alla Università telematica Guglielmo Marconi, presso la quale ha fondato nel 2010 il dottorato di Geopolitica.
A questo punto appare legittima la domanda: chi glielo ha fatto fare, a un personaggio di tale spessore, a rischiare la sua fama, i successi di una vita, per impelagarsi in una situazione ingarbugliata e pericolosa, come di fatto si è poi dimostrata, insieme a personaggi sprovveduti, privi di competenze per amministrare la cosa pubblica e del tutto inaffidabili?
Chi, dopo una vita piena di meriti, successi e gratificazioni, si impegna in una avventura di tal genere, o lo fa perché è impazzito (ma certamente non è questo il caso), oppure perché crede in un ideale e, forte delle esperienze e competenze pregresse, sa come raggiungere l’obiettivo.
E Paolo Savona aveva ben chiaro l’obiettivo da raggiungere e la strategia per farlo, tant’è che, nella certezza che in Italia non esistessero, come non esistono, gli strumenti per uscire dalla moneta unica europea, aveva messo a punto quel famoso “piano b” che prevedeva il ritorno alla lira del giro di un fine settimana, facendo così trovare di fronte al fatto compiuto sia i cittadini italiani sia la Unione Europea.
E giacché noi italiani portiamo la sacrosanta nomea di essere avvezzi ai grandi tradimenti, fatti anche in maniera subdola (tanto per non andare lontano ricordiamo il tradimento del 1915 durante la prima guerra mondiale, e, successivamente, durante la seconda guerra mondiale, il defenestramento del Duce, il tradimento dell’accordo con l’alleato tedesco e l’armistizio segreto con gli anglo-americani), c’è stato chi era convinto che uno sgambetto del genere fosse già pronto e si è tenacemente opposto a che lo si ponesse in atto.
I fatti successivi sono abbastanza noti, prima di ogni altro la designazione al dicastero dell’Economia e delle Finanze, di Giovanni Tria il quale, pure avendo esperienze economiche e didattiche in parte analoghe a quelle di Savona, non sembra contagiato dai morbi di quest’ultimo, che, oltre all’ Italy-exit, non sembrava contrario alla espansione del già enorme debito pubblico nazionale per finanziare provvedimenti populisti e perniciosi che attualmente vengono arginati sia dal Ministro Tria, sia dalla stretta osservanza che l’Unione Europea e la Banca Centrale di Mario Draghi (in compagnia di altri pochi e discreti personaggi che attentamente vigilano, tramite una specie di “rete di protezione”, sul nostro paese contro fughe in avanti) stanno esercitando proprio per scongiurare il “rilassamento” del nostro bel-paese.
C’è però qualche circostanza che fa riflettere. La prima è che il nome di Giovanni Tria sembra sia stato fatto, all’epoca, proprio dal defenestrato Paolo Savona.
La seconda è che sembra che l’ineffabile e inossidabile Paolo Savona abbia partecipato, quasi alla chetichella, ad alcune riunioni ristrette col Premier Conte, i due Vice Di Maio e Salvini e il Ministro dell’Economia Tria, per la difficoltosa messa a punto DEF, documento di Economia a Finanza, che anticipa la legge di Bilancio: qualcuno si è chiesto a quale titolo.
C’è chi maligna che Paolo Savona, che ora sembra aver cambiato idea sulla uscita dall’Euro (cosa strana in quanto, chi un po’ di vita l’ha navigata, sa che il famoso lupo perde il pelo ma non il vizio), sia stato invitato proprio dal Ministro Tria e non tanto per una specie di riconoscenza per averlo indicato, ma anche per ottenere da Savona un aiuto inteso ad arginare le richieste che i sottoscrittori del famoso contratto di governo giallo-verde non accennano a ridimensionare, incuranti del rischio che corre il paese se ci lasciamo andare a spese improduttive come il reddito di cittadinanza (ora sembra venir fuori anche la “pensione di cittadinanza ???), o la flax-tax, o l’abolizione “sic et sempliciter” della Legge Fornero, e tutto il resto.
In quanto sarà pur vero che il vecchio lupo Savona il vizio di voler lasciare l’euro non l’ha perduto, ma certamente, da vecchio economista, non può non sostenere il Ministro Tria nel porre argini alle richiesta dei due Vice-premier i quali, più di ogni altra cosa, si preoccupano di mantenere gli impegni assunti con gli elettori per evitare che, alle prossime elezioni europee, il mancato rispetto di quegli impegni si tramuti in una perdita verticale di consensi: specialmente per il partito delle 5 stelle di Di Maio.
22.09.18 by Nino Maiorino. Oggi la stampa ha confermato la partecipazione do Paolo Savona alle riunioni ristrette in corso per la messa a punto del DEF