scritto da Redazione Ulisseonline - 25 Ottobre 2015 09:50

Vietri sul Mare, Vincenzo De Pretore alla Congrega Letteraria con il professor Luigi Alfinito

“De Pretore Vincenzo s’arrangiava. Campava ‘a bona ‘e Dio, comme se dice. Figlio di padre ignoto, senz’amico, facev’ ‘o mariuolo pe’ campà”.

Sono i versi del poemetto intitolato “De Pretore Vincenzo” scritto nel 1948 da Eduardo De Filippo recitati, da attore consumato, con professionalità e una eccellente mimica facciale, dal professor  Luigi Alfinito che, modulando la sua voce con l’intonazione e l’inflessione caratteristica del grande drammaturgo napoletano, ha affascinato tutti coloro che, nell’Oratorio dell’Arciconfraternita della SS, Annunziata e del SS. Rosario di Vietri sul Mare, hanno partecipato al secondo incontro della seconda edizione degli “Incontri di Cultura” organizzati da “ La Congrega Letteraria”, diretta dal professor Antonio Gazia, coadiuvato da  Alfonso Mauro, Francesco Citarella e da tanti altri soci del sodalizio.

Il professor Alfinito, che insegnava latino e greco al Liceo Torquato Tasso di Salerno, con la sua lezione – spettacolo, ha divertito e commosso i presenti. Li ha invitati, portandoli per mano, a riflettere sul profondo contenuto dell’opera di Eduardo che purtroppo non è molto conosciuta.  Alfinito ha anche spiegato perché la trasposizione scenica del poemetto, fatta nove anni dopo, nel 1957, abbia perso, rispetto al poemetto originario, la sua potenzialità scenica, la sua vis comica, polemica e drammatica, evidenziandone le differenze: ” In effetti, l’opera fu considerata blasfema dalla Chiesa ed Eduardo, censurato, fu costretto a cambiarne varie parti che persero il loro effetto iniziale, facendo diventare la commedia una copia sbiadita del poemetto”.

Alfinito ha raccontato la trama della commedia che sintetizziamo: Vincenzo De Pretore spiega alla fidanzata Ninuccia, che minaccia il suicidio se non si sposeranno, di voler attendere il giorno in cui potrà darle una vita agiata, e le racconta di essere figlio di un ricco signore, allevato da una coppia povera. Ma per vivere è costretto a rubare, e finisce in prigione. Consigliato da Ninuccia, si sceglie come protettore San Giuseppe e da allora il suo “lavoro” va a gonfie vele. Riconoscente al Santo, ogni volta che un furto va bene, porta fiori e candele al suo altare. Un giorno però viene ferito a morte da una pallottola.

Nel delirio, la scena si sposta in Paradiso, dove San Giuseppe intercede presso il Signore, che impietosito dalla sua storia di figlio di padre ignoto, lo accoglie con sé. Mentre sogna, Vincenzo muore nello squallore del Pronto Soccorso, con accanto la fedele Ninuccia. Alfinito ha anche raccontato che Eduardo aveva particolarmente a cuore il fenomeno napoletano della delinquenza giovanile e letto di quando Eduardo, si recò a visitare i giovani delinquenti reclusi nell’Istituto di rieducazione dei minori del Filangieri di Napoli che aiutò concretamente devolvendo loro gli incassi di alcune sue recite.

Alfinito ha anche ricordato che Eduardo era figlio naturale dell’attore e commediografo Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, con la quale Scarpetta aveva avuto una relazione extra – coniugale”. La  legislazione dell’epoca tutelava la famiglia tradizionale e non consentiva di riconoscere come propri i  figli nati fuori dal matrimonio”.  Il professor Alfinito ha spiegato che l’opera di De Filippo non è blasfema: ”Non voleva ridicolizzare la religione. Edoardo trova  nella forma religiosa il canale più adeguato per fare un discorso sociale”.

Il professore – attore, ha anche proposto di realizzare una rappresentazione del poemetto a Vietri. A presentare il professor Alfinito è stato il professor Antonio Gazia che ha anche contestualizzato storicamente l’opera di Eduardo De Filippo e  sottolineato che: “Il tema principale del De Pretore di Eduardo è quello della giustizia sociale”.

Il Vicesindaco Antonietta Raimondi, ha ricordato che: “La diffusione della cultura è una delle priorità dell’Amministrazione Comunale di Vietri”, mentre l’architetto Daniela Scalese,  ha presentato la mostra – mercato degli artisti vietresi  proposta all’interno dell’Oratorio, curata dal collettivo di giovani artisti BAR, la Bottega Artigiana Relazionale.

Tra i presenti la dottoressa Barbara Cussino, funzionario della Provincia,  i professori Santolo Sica, Gaetano De Carlo, Ciro Perrotta, Antonio Avallone, Pietro Filoselli, il Direttore Artistico di “Estate Classica”, Nella Pinto;   il Maestro Avio Loffredo e il giovane Gerardo Ferrari, Presidente del “Forum dei Giovani”.

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