scritto da Redazione Ulisseonline - 23 Novembre 2015 09:08

Vietri sul Mare, la rivolta di Masaniello alla Congrega letteraria

La rivolta napoletana di Masaniello che vide, dal 7 al 16 luglio del 1647, la popolazione civile della città di Napoli insorgere soprattutto contro la pressione fiscale imposta da governo vicereale spagnolo, scoppiò due giorni dopo anche a Salerno, il 9 luglio, e a Cava  de’ Tirreni, l’11 luglio.

A raccontare i dettagli e le vere motivazioni che portarono a quella rivolta è stato il professor Giuseppe Foscari, docente di Storia dell’Europa presso il Dipartimento di Scienze Politiche Sociali e della Comunicazione dell’Università di Salerno, venerdì sera , nello storico oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS Rosario di Vietri sul Mare, messo a disposizione dal Priore Raffaele Apicella, in occasione del sesto appuntamento degli “Incontri di Cultura” organizzati dai soci della “Congrega Letteraria” coordinati dai due Direttori Artistici: Antonio Gazia e Alfonso Mauro con la collaborazione del Vicecoordinatore del Servizio Informagiovani di Vietri sul Mare, Francesco Citarella, durante il quale il professor Foscari ha presentato il  suo ultimo libro: “La gran machina della solleuatione. Due città e un capopopolo nella rivolta di Masaniello (1647 -1648)”, dedicato al compianto professor Valdo D’Arienzo suo grande amico.

Introdotto dal professor Aniello Tesauro, storico vietrese, il  professor Foscari ha raccontato ai tanti presenti  la storia di quella rivolta vista  dalla parte di chi ha perso:” Spesso abbiamo le fonti di chi ha vinto e non di chi ha perso” e tracciato il profilo  di  Masaniello: ”Era un venditore di  carta per avvolgere il pesce  che  sapeva parlare alla gente. Capeggiò la rivolta e morì in carcere. Fu decapitato e il suo corpo fu portato in giro per la città legato a un cavallo, anche se poi dopo due giorni il suo corpo fu ricomposto e fu celebrato un funerale al quale parteciparono cinquemila persone”.

Foscari ha raccontato che il vero ideatore della rivolta fu il ricco mercante cetarese Giulio Genoino: “Già a Napoli Genoino aveva cominciato, nel 1620, una battaglia contro il potere detenuto solo dai ricchi aristocratici”.

Foscari ha spiegato che le due importanti città demaniali di Cava e Salerno, che dipendevano direttamente dal Re Filippo III, ebbero un ruolo importante nella rivolta del 1647: ”Sono stati due punti nodali, nevralgici della rivolta di Masaniello”.

A capeggiare la rivolta salernitana, che ebbe il suo quartier  generale nella zona del Carmine , dal quale si dominava la città, fu Ippolito da  Pastina:” Divenne il faro della ribellione di tutti i “cervelli inquieti” salernitani: violento ed intelligente, fu il referente politico e culturale della plebe di Salerno, capace di parlare anche ai patrizi che detenevano il potere”. A Salerno e Cava la rivolta non durò solo quindici giorni come a Napoli, ma addirittura dei mesi: da agosto del 1647 ad aprile del 1648.

“Furono attaccate tutte le famiglie patrizie e coloro che gestivano la riscossione delle tasse che si comportavano in modo violento nei confronti della plebe”.

Foscari ha raccontato che Ippolito Pastina tagliò la testa di un suo nemico che poi mise su un palo che fece campeggiare al centro di Piazza Portanova:”Affinchè tutti potessero vedere  e capire di quale violenza erano capaci i ribelli. Un linguaggio della comunicazione della violenza, simile a quello dell’ISIS, utilizzato per intimidire”.

Lo storico cavese Foscari, tifoso del Napoli, ha anche paragonato Masaniello a Maradona: “Uomini originali che hanno saputo mettersi contro il potere e pagato per questo”. Richiamando una frase di Machiavelli, Foscari ha spiegato che: ”Le rivolte sono un bene necessario perché fanno capire ai potenti che non devono abusare del loro potere” e che anche se una rivolta viene sconfitta, può lanciare un seme:” Un seme che è destinato a vincere nel tempo ”.

Durante la serata il giornalista Francesco Barbato, ha consegnato al professor Foscari il premio del “Circolo della Stampa e Stampa Estera Costa d’Amalfi”, presieduto dal giornalista Andrea Pellegrino, conferito per “il professionale impegno profuso dal professor Foscari a favore della divulgazione di tematiche locali  anche attraverso  gli organi di stampa”. Consegnata  anche una pregevole opera in ceramica, realizzata con i colori della Costa d’Amalfi,  dalla “Bottega Artigiana Relazionale”, dall’architetto Daniela Scalese, Vicepresidente  del Forum dei Giovani di Vietri, presieduto da Gerardo Ferrari.

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