In un’ipotetica enciclopedia della pizza alla lettera T troveremmo sicuramente Tramonti come patria dei pizzaioli che, a migliaia sono sparsi in ogni dove sia in Italia che all’estero, creando una vera e propria colonizzazione. Nella Giornata mondiale del pizzaiolo, una menzione speciale va a Tramonti, l’unica città a vantare una pizza con la De.Co. (denominazione comunale) e la prima che ha aderito alla petizione per ottenere il riconoscimento Unesco.
“Oggi è la Giornata mondiale dei pizzaioli, giorno in cui per i cristiani si festeggia S. Antonio Abate, protettore di coloro che lavorano con il fuoco – ha detto l’assessore al Turismo nonché Commissario della Corporazione dei pizzaioli di Tramonti, Vincenzo Savino – Siamo grati a tutti coloro che ogni giorno esprimono la loro arte, sia in loco che altrove, per perpetuare l’autentico metodo di preparazione della pizza di Tramonti, brand ormai affermato a livello nazionale e internazionale, nonché vero scrigno di eccellenze nostrane: fior di latte, pomodoro Re Fiascone o corbarino e olio Dop”.
La storia della pizza made in Tramonti è ben diversa da quella napoletana, ed ha sdoganato quest’alimento dalle origini umili in tutta Italia e poi nel Mondo. Fu infatti l’intuizione di Luigi Giordano, giunto in provincia di Novara per il servizio di leva, a fargli decidere di aprire la prima pizzeria nel Nord Italia, “A Marechiaro”, l’8 agosto 1953, esattamente 10 anni dopo in cui a Tramonti aveva aperto la prima pizzeria, “La Violetta” il 9 agosto 1943.
Per tale motivo ogni anno, l’8 e il 9 agosto, a Tramonti è diventato ormai un rito la celebrazione delle due date con un Festival della pizza che vede la partecipazione della Corporazione dei pizzaioli di Tramonti.
Ad oggi le pizzerie condotte da tramontani nel Belpaese, al di fuori dei confini regionali, superano le duemila unità. Per cui il borgo pedemontano di Tramonti, polmone verde della Costiera amalfitana, può con ogni diritto fregiarsi di essere entrato nella storia della pizza.