Minori, storia di un giornalaio della Costa d’Amalfi: Giuseppe Orio
Da molti anni in pensione, ma il legame con l'edicola è rimasto forte e vivo, perché se è vero che in Italia sono scomparse ben 2.700 edicole, e pur vero che c'è chi resiste.
Non è la storia di un esercizio commerciale comune, ma è la vicenda umana e professionale di uno storico giornalaio, ora di 84 anni, Giuseppe Orio, nato il 23 dicembre del 1939 ad Atrani e poi trasferito con tutta la famiglia a Minori.
Da molti anni in pensione, ma il legame con l’edicola è rimasto forte e vivo, perché se è vero che in Italia sono scomparse ben 2.700 edicole, e pur vero che c’è chi resiste. Ed infatti l’edicola Orio, resiste, e da alcuni anni è gestita dalla figlia Silvana (terza generazione di edicolante) con altrettanto passione e competenza. E’ cosa nota che solo di giornali non si vive più ed ecco che bisogna vendere giocattoli, cartoleria ed offrire più servizi al pubblico-cliente.
L’edicola ha dovuto come tutte le altre in Italia cambiare “pelle” perché i giornali cartacei sono in crisi e perché altre strumenti informativi (mass-media, social, internet ed altro) minacciano in parte la carta stampata. Un vero peccato, perché l’edicola è rimasta ed è stata per molti anni, un centro aggregativo e un’occasione di crescita culturale (soprattutto nei piccoli paesi), dove mancava una biblioteca. Anche perché il “cliente” trova non solo i giornali e i libri ma trova anche un amico, un punto di riferimento, questo sia nelle metropoli e nei grossi centri, ma anche nei piccoli borghi.
La storia di Giuseppe Orio, viene da lontano, quando già in tenera età collaborava con il padre Antonio, che esercitava la professione di calzolaio e vendeva anche scarpe e articoli di merceria.
Dopo la guerra, su richiesta dei distributori di giornali dell’epoca, fu chiesto ad alcuni esercenti se erano disposti a vendere i giornali. Cosi, si ebbe la prima edicola a Minori con Antonio Orio, a Maiori con Basilio Sarno, e a Ravello con Giuseppe Pagano.
I primi giornali portavano la cronaca locale e quella nazionali dalle grandi città ai piccoli paesi. Giuseppe iniziò prestissimo a collaborare con il padre e lo zio Giuseppe Orio (detto anche o “Diavolillo”) che poi aprì sempre in Piazza Umberto una propria merceria.
Ci dice il nipote Giuseppe : “I giornali arrivano con il corriere delle Poste, poi successivamente le società di distribuzioni si misero d’accordo con il servizio di linea (la Sita), che faceva arrivare i giornali con le prime corse del mattino”.
E prosegue: “Tutti i giorni, dovevo aspettare con pazienza l’arrivo della corriera, con tutti i disagi dovute alle diverse condizioni meteorologiche”.
Un lavoro che però dava anche delle occasioni di incontri, infatti, ci dice: “Un giorno entrò nel negozio paterno che si trovava in Piazza Umberto, Palmiro Togliatti con la figlia adottiva Marisa Malagodi, accompagnato dal segretario della locale sezione del PCI di Minori, il compagno Ernesto Pappalardo. La figlia volle comprare un nuovo paio di scarpe”.
Palmiro Togliatti fu in più riprese in Costiera, una prima volta a Ravello il 24 aprile nel 1944 (secondo governo Badoglio) quando i ministri vengono ricevuti dal Re Vittorio Emanuele III a Palazzo Episcopio per il Giuramento e poi ancora nel ’56 con una vacanza a Ravello ospite dell’Hotel Palumbo ed ancora nel 1962 si registra la sua presenza insieme alla figlia a Maiori con una visita alla locale sezione del PCI (ma probabilmente il fatto raccontato non è ben databile,ma la presenza di Togliatti e Nilde Iotti è ricordato ancora oggi da qualche minorese).
Erano tempi “eroici”, in cui l’edicolante diveniva indirettamente anche “corrispondente” dei giornali nazionali, tra cui è da citare Antonio Savo titolare della storica edicola/libreria di Amalfi (come ci riferisce il giornalista amalfitano Sigismondo Nastri).
Nell’amarcord dei ricordi Giuseppe ci dice: “A trent’anni, apri una nuova edicola/libreria gestita da me, in Via Gerardo Amato,” Un esercizio commerciale, “lillipuziano”, per le dimensione del locale, ma che aveva una quantità di libri, di giornali ed altri prodotti di cartoleria difficili da trovare in zona”.
Si trovavano spesso, ricordano alcuni clienti, pubblicazioni che spesso si potevano trovare solo a Salerno presso la libreria Carrano in Via dei Mercanti o alla Libreria Internazionale in Piazza XXIV Maggio (ex Piazza Malta).
Continua il vecchio giornalaio: “Erano altri tempi, si acquistavano molti giornali, settimanali, e dispense di enciclopedie, perché la gente leggeva di più”.
Nelle sue parole si legge un certo rimpianto.