Scuola “Galvani Opromolla” di Angri, un filo di speranza per i malati Covid: gli angeli in 3d
Questa è la storia di una scuola che trasforma fili di Pla (plastica biodegradabile) in fili di speranza realizzando dispositivi utili a medici e infermieri impegnati nella lotta contro il Covid19.
È la Scuola Secondaria di I grado “Galvani Opromolla” di Angri, dove gli studenti, coordinati dal prof. Pietro Balzano, docente di Tecnologia, residente oramai da anni a Cava de’ Tirreni, progettano e realizzano con la stampante 3D, visiere, valvole per i respiratori, reggiflebo e mascherine.
Il materiale prodotto dal professore di Tecnologia, Pietro Balzano, e dai suoi allievi è stato consegnato ai nosocomi di Nocera Inferiore, Cava de’ Tirreni, Battipaglia, Ponticelli, Casal Monferrato, Bergamo e Aosta. Un esperimento che sta dando ottimi risultati e che sta accendendo una fiaccola nell’ora buia di tanti ammalati.
I bravi studenti della scuola “Galvani Opromolla” di Angri stanno sperimentando in questo modo la fiducia nei loro confronti e sono diventati capaci di diventare attori e produttori della loro cultura e della loro forma di volontariato, grazie alla speranza di aver contribuito a migliorare la qualità di vita dei pazienti colpiti dal Coronavirus. Una scuola, quindi, che si apre al territorio e si istruisce servendolo e alleandosi con le altre realtà per radicare impegni e progettualità future.
E lo fa pensando alle migliori soluzioni e realizzando proposte. Lo fa senza sentirsi migliore per ogni “stormire di fronda”, in laborioso silenzio.
Ben soddisfatta dell’iniziativa la Dirigente scolastica, la professoressa Anna Scimone: “Mi ha molto emozionato questo progetto – ha dichiarato – Bisogna dar giusto rilievo ad iniziative del genere, grazie alle quali innovazione didattica e tecnologica si mettono al servizio della società. I nostri studenti, guidati dal prof. Balzano, sono riusciti ad accendere, con un’inusitata generosità, una fiaccola nell’ora buia di tanti ricoverati durante il periodo emergenziale, e continuano a farlo quotidianamente: hanno distribuito e distribuiscono ai medici e al personale sanitario che ne fanno richiesta visiere, valvole per maschere di ossigeno, linguette per agganciare le mascherine senza ferire le orecchie di medici ed infermieri, e studiano soluzioni innovative per alloggiare le flebo stampando con economici macchinari pensieri ed idee in 3D”.
Non esiste più, dunque, la scuola della lezione frontale, e nemmeno più soltanto quella delle reiterazioni formative, dell’apprendimento mnemonico; esiste una scuola che si istruisce servendo il territorio, che si allea con altre realtà per radicare impegni e progettualità future con le più innovative forme di didattica, come il service learning, con cui il territorio diventa ambiente di apprendimento, l’esperienza scolastica è strutturata all’interno della comunità e l’acquisizione di conoscenze, valori, abilità e atteggiamenti è associata con l’impegno civico.
Le esperienze di service learning possono, infatti, contribuire significativamente allo sviluppo delle competenze di cittadinanza anche in un’ottica digitale, consentendo agli studenti, in tutte le fasi del processo di apprendimento-servizio, di mettere in campo i saperi legati ai media digitali. Un servizio messo a punto già in pieno lockdown, nella prima fase della pandemia, e che sta continuando ancora oggi nonostante la sospensione delle attività didattiche in presenza. Il professore Balzano, già all’inizio della pandemia, ritenne infatti opportuno dare un prezioso contributo alla collettività creando, tramite la stampante 3D, delle valvole per poter trasformare le maschere da snorkeling di una grande catena imprenditoriale in respiratori e per i pazienti ed il personale medico delle mascherine con la visiera per tutti gli operatori degli ospedali con dei para orecchie in modo tale da evitare i fastidi dovuti agli elastici.
Il docente, ad aprile scorso, inviò tutto all’ospedale di Bergamo fortemente colpito dalla situazione e contemporaneamente, insieme ai suoi ragazzi, iniziò a lavorare anche per gli ospedali del comprensorio, da Cava de’ Tirreni a Nocera Inferiore, da Ponticelli a Battipaglia. Poi ancora Casale Monferrato e persino Aosta. “Un servizio messo a punto in assoluto silenzio, in ottemperanza con la migliore didattica ed il più proficuo degli apprendimenti possibili: il Service Learning fattivo e propositivo.
Ancora adesso, ha aggiunto la Dirigente, la sospensione delle attività didattiche, gli allievi e il docente Balzano Pietro della scuola angrese si stanno profondendo in un’autentica gara di solidarietà umana ed in un’implementazione di novità pedagogica che fa crescere i valori di cittadinanza, forgia la costruzione morale degli studenti, promuovendo un esempio di etica situazionale con azioni solidali e legittimando il più concreto volontariato a favore degli enti ospedalieri della nostra Nazione”.