Salerno, sullo stato degli edifici scolastici Ance e Sindacati edili chiedono un incontro al presidente della Provincia
Un incontro per «affrontare complessivamente la situazione di criticità che si è andata delineanto negli ulitimi anni» in merito alle condizioni generali degli istituti scolastici. È quanto chiede il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi, al presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora, in una lettera sottoscritta anche dai segretari provinciali di Feneal Uil, Patrizia Spinelli, FILCA Cisl, Ferdinando De Blasio, e FILLEA Cgil, Luigi Adinolfi.
«Le condizioni generali degli istituti scolastici ricadenti nelle competenze dell’Ente che Ella presiede – si legge nella missiva trasmessa a Palazzo Sant’Agostino – rappresentano purtroppo motivo di grave preoccupazione anche in considerazione dei recenti eventi giunti alla ribalta delle cronache. Si tratta di problematiche di assoluta rilevanza prima di tutto dal punto di vista della tutela della sicurezza degli alunni che frequentano le scuole e del personale addetto».
Di qui la proposta-richiesta al presidente Canfora di ANCE e sindacati di categoria degli edili, di «mettere in campo azioni di sistema congiunte e non estemporanee».
«Le cattive condizioni di manutenzione in molti istituti scolastici della provincia di Salerno – si legge nella comunicazione – il mancato adeguamento strutturale ed impiantistico e l’incremento nella frequenza di crolli, non sono legati soltanto a difficoltà burocratiche o al mancato utilizzo di fondi, pure disponibili, ma bloccati dal Patto di Stabilità: sono in molti casi il risultato e la conseguenza delle procedure di affidamento».
ANCE e sindacati chiedono quindi congiuntamente che i lavori straordinari negli istituti scolastici «vengano appaltati ed eseguiti da imprese attestate e qualificate per farlo, con evidenti enormi benefici per le comunità scolastiche, ma anche per l’economia del territorio», ma anche che si metta in campo un piano di medio/lungo periodo per la delocalizzazione degli istituti che insistono su aree a rischio idrogeologico «attraverso forme innovative di partenariato pubblico-privato quali la permuta e il leasing, che consentirebbero, peraltro, di superare i vincoli del patto di stabilità, o anche il project financing con la realizzazione di strutture multifunzionali aperte ad altri usi pubblici e sociali al di là dell’orario di svolgimento delle attività didattiche».