Sono stati premiati ieri sera nel Salone dei Marmi del Comune di Salerno i 120 “Salernitani Doc”: cittadini salernitani che con orgoglio hanno saputo identificarsi con la loro terra d’origine. Professionisti, imprenditori, medici, giornalisti, sacerdoti, ma anche casalinghe e operai, di diverse generazioni, uniti da un forte sentimento d’amore e di appartenenza alla loro città che onorano quotidianamente con il loro lavoro.
Tutti hanno ricevuto la pergamena con l’attestazione di “Salernitano Doc” dalle autorità presenti: il Vescovo, Monsignor Luigi Moretti; l’onorevole Guido Milanese, l’Onorevole Alfonso Andria, l’Onorevole Tino Iannuzzi; il Consigliere Regionale Franco Picarone; i Consiglieri Comunali: Giuseppe Zitarosa e Antonio D’Alessio; l’ex Consigliere Regionale Anna Petrone, consulente alle Politiche Sociali della Provincia, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, Nicola Cantone; in occasione della nona edizione del Premio, ideato e curato dal simpaticissimo e tenace Massimo Staglioli, presidente del Circolo “Salernitani DOC” e Vicepresidente Provinciale del “Movimento Cristiano Lavoratori”, un’associazione che si occupa di solidarietà e di promozione sociale, presieduta, a livello provinciale, dall’avvocato Maria Rosaria Pilla, che ha collaborato all’organizzazione del Premio e della tavola rotonda durante la quale si è parlato di come “Abitare la città”.
Dopo l’Inno di Mameli , cantato da Armando Elia, c’è stata l’introduzione dell’avvocato Maria Rosaria Pilla che ha ricordato che oggi abitare la città è la nuova questione sociale”: E’ nella città che si sviluppa la vita delle persone, con l’incontro delle diversità. La città rappresenta il paradigma della salute della società. Oggi la città con le sue periferie, le sue strade e i suoi palazzi spesso fa paura: sempre più spesso assistiamo ad avvenimenti di cronaca nera. Nella civiltà odierna quello che si manifesta è la rottura di ogni legame: l’altro per noi non rappresenta più una risorsa, ma un pericolo. La storia ha cambiato i volti delle città, ha cambiato la struttura e sono cambiati gli abitanti, siamo cambiati noi. Il futuro della città dipende dai costumi e dalla cultura dei cittadini. Bisogna vedere la città come opportunità e non solo come una difficoltà. E’ necessario che la città recuperi la propria identità per essere capace di accogliere ed integrare il nuovo e il diverso”.
L’avvocato Americo Montera, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, ha ricordato che: “L’Ordine Forense vive la città, abita la città:” e che Salerno è una città unita:” Salerno è una grande famiglia! E’ una città che ha dato tanto a mio padre e poi a me. Io ringrazio tutti i salernitani.. Vi sarò sempre riconoscente”. Moderati dal giornalista di Lira Tv, Andrea Siano, hanno relazionato sul tema: l’Arcivescovo, Monsignor Luigi Moretti che ha letto il rapporto con l’abitare la città come un processo in cui si costruisce una comunità:” Bisogna finalizzare l’impegno delle persone e delle istituzioni a costruire una dimensione comunitaria”. Moretti ha parlato anche del fenomeno della migrazione, e del riconoscimento della dignità delle persone:” Una dignità che caratterizza le persone nella capacità di vivere relazioni. Nella nostra cultura predomina l’individualismo anziché l’incontro in cui l’uno si fa carico dell’altro. Oggi abbiamo bisogno di ricucire ciò che divide, per costruire condivisione, comunità. Questa è la vera sfida che tocca tutti noi. Costruire città significa costruire la vita”; il professor Giuseppe Acocella, Coordinatore dell’Osservatorio sulla Legalità di Roma ha spiegato che le città:” Tendono a diventare luoghi di una casuale aggregazione: una somma di individui. Si può abitare la città partecipando a una comunità in cui le relazioni sociali significhino il rifiuto dell’egoismo dei forti contro i deboli, una società di eguali. La città è il luogo più vicino a realizzare questo elemento”; per il Segretario Generale della CISL Salerno, Matteo Buono l’abitare rappresenta una relazione fondamentale: ” Che gli uomini intrattengono con l’esterno e con altri uomini. Abitare significa costruire, avere il coraggio di denunciare le situazioni di illegalità e di ingiustizia; significa capire i problemi delle persone, dare ascolto e possibilmente risposte”. Le conclusioni sono state affidate al Vice Presidente Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Vincenzo Massara che ha spiegato gli obiettivi del M. C. L, e sottolineato l’importanza di costruire relazioni e comunità:” Bisogna ricostruire dei luoghi di vita, di relazioni, di passioni, di amore reciproco o non avremo alternative”.