Salerno, lo storico Carmelo Currò racconta la storia della sua famiglia nel libro “La Casa di Morgana”
Una leggenda ampiamente diffusa in tutta l’area dello Stretto di Messina, narra che durante le invasioni barbariche, in agosto, un re barbaro giunto a Reggio Calabria vedendo all’orizzonte la Sicilia si domandò come raggiungerla. Una donna molto bella, la Fata Morgana, fece apparire l’isola a due passi dal re conquistatore che si gettò in acqua, convinto di potervi arrivare con un paio di bracciate, ma l’incanto si ruppe e lui morì affogato.
Questa affascinante leggenda è stata ricordata dal professor Carmelo Currò, noto storico salernitano, autore di numerosi saggi, durante la presentazione del suo nuovo libro che si intitola appunto”La Casa di Morgana”, che racconta la storia della sua nobile famiglia.
“Il titolo del libro è ispirato proprio da questo fenomeno ottico naturale, detto della Fata Morgana, che si verifica spesso con differente intensità. Sulle onde del mare appaiono periodicamente delle figure: delle donne, delle navi. Altro non sono se non miraggi come accade nel deserto”, ha spiegato il professor Currò durante la presentazione del libro nella suggestiva atmosfera del giardino della storica dimora della famiglia Altieri, in Via Tasso, nel centro storico di Salerno, di proprietà dell’avvocato Bernardo Altieri, vicepresidente dell’associazione “Adorea”, presieduta dalla dottoressa Vittoria Bonani che da circa tre anni promuove la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e le eccellenze culturali presenti sul territorio salernitano.
“Questo splendido giardino incantato, di antica memoria, sede rappresentativa della nostra associazione, è il luogo più adatto a presentare il libro del professor Carmelo Currò che è uno dei sostenitori di Adorea”, ha spiegato la dottoressa Bonani prima di presentare lo storico salernitano che da anni si interessa di storia genealogica: “Quando studio l’albero genealogico di una famiglia, mi interesso anche della genealogia delle altre famiglie. Ho scoperto in questo modo, ad esempio, che nell’hinterland di Salerno, nella Valle dell’Irno, tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘700 la vita media dei nostri antenati era bassissima: tra i 23 e i 24 anni”.
Il Barone Carmelo Currò, definito “l’archeologo delle carte” ha raccontato, con una accurata descrizione genealogica che va dal Medioevo ad oggi, la storia della sua famiglia paterna di antichissima origine ligure,( di Ventimiglia) , che ha vissuto ed operato a Messina, città distrutta dal famoso terremoto che ha eliminato importanti e numerose memorie. Partendo dai suoi avi che giunsero in Sicilia a metà del Duecento, Currò si è soffermato a parlare di due personaggi in particolare della sua famiglia: “Carlo Currò che, alla fine del 1400, è stato uno dei più grandi oratori del tempo in Sicilia, e Francesco Currò, che è stato sacerdote e grande astronomo a Messina. Nel 1737, anno in cui a Messina si manifestò un aurora boreale che impaurì tutta la popolazione, scrisse un testo importantissimo su questo fenomeno con tavole cronologiche che andavano dall’anno 500 al 1731. Era il nipote di un altro grande sacerdote Andrea Currò , che morì assistendo gli appestati durante la peste che nel 1743 colpì Messina”.
Il professor Currò ha raccontato anche del suo bisnonno, Nicola, sopravvissuto miracolosamente al maremoto di Messina, e di suo padre Santo, che fu dirigente delle Poste di Salerno:” Lavorava sull’incrociatore Garibaldi quando fu arrestato e deportato in Germania. Quì, nei campi di concentramento dai quali riuscì a fuggire, subì molte privazioni e sofferenze che gli causarono la malattia che lo obbligò all’amputazione delle gambe”.
Nel libro Currò racconta anche la storia di alcune famiglie con le quale i Currò si sono imparentate più volte, come gli Alibrandi, gli Arena, i Cutugno, i Lanza, i Nappi, i Perrotta, i Zanghì e i Mangraviti.