Salerno, “La Tentazione della Vita” presentata al Parco Storico Sichelgaita
“La vita è una droga pesante! Lo dimostra il fatto che l’improvvisa sospensione di essa genera la morte”. E’ una delle frasi che Maria Rosaria legge per strada prima di arrivare a casa di Lucia che non vedeva da sei anni, da quando ne aveva dieci ed era ricoverata in ospedale a seguito di un incidente.
Maria Rosaria e Lucia sono le protagoniste del libro “La tentazione della vita”, edito dalla “Fondazione Mario Luzi”, scritto dalla poliedrica artista salernitana Maria Monica Martino, che è anche poetessa e scrittrice anche se lei si ritiene soltanto “Un filtro di condizionamenti”, che è stato presentato al Circolo Canottieri Irno, presieduto dal dottor Alberto Gulletta, in una serata organizzata dal “Parco Storico Sichelgaita”, presieduto dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, in collaborazione con il Circolo Canottieri Irno e con il patrocinio morale della Fondazione Mario Luzi Editore.
Il libro è diviso in più parti. Quella iniziale, con il ricordo de “La Casa del Sole” una luminosa casa di San Marco di cui l’autrice si innamora “Anche la casa si innamorò di me”. Una casa “dove c’è una vita che si rinnova”, dove Maria Martino “impara a conoscere meglio il significato, la dolcezza del suono delle parole e l’importanza di usarle”. La seconda parte del libro raccoglie alcune poesie, alternate ai racconti della professoressa Martino, nei quali ricorda la nonna: “La sua testa bianca con la crocchia avvolta sulla nuca”; il padre, al quale chiede perdono perché “Non seppi capire il tuo bisogno di uno sguardo che giudice non fosse”. La parte centrale è dedicata al racconto che dà il titolo al libro:”La tentazione della vita” e infine vi è un appendice, con i ricordi dell’autrice. “Viviamo di ricordi. Noi siamo quello che ricordiamo.
Il racconto è ricordo. Il ricordo è vivere”, ha spiegato l’autrice ricordando una citazione di Mario Luzi, uno dei massimi esponenti del panorama letterario italiano del ‘900, che è riportata anche nel libro che tratta anche temi e problemi della nostra società attraverso i dialoghi tra Lucia e Maria Rosaria:”Sono due donne di diversa generazione che vivono la contestazione giovanile degli anni ’70”, ha raccontato l”autrice che è stata docente di Diritto e che oltre ad avere la passione per la scrittura è anche pittrice e fotografa: “nche nel mio libro ci sono delle mie foto”.
Alla presentazione sono intervenuti numerosi ospiti. Tra questi, l’onorevole Alfonso Andria, che ha analizzato i contenuti del libro: “L’autrice utilizza un registro espressivo variegato e spesso usa il disegno, la pittura, la fotografia, i versi, la prosa: questo lavoro è una sorta di compendio del suo percorso artistico. E’ un libro attrattivo e suggestivo, difficile nel suo essere affascinante. Tutta l’opera di Maria Monica Martino è connotata dalla dimensione della memoria. La sua prosa è punteggiata dai versi, da espressioni liriche. Questo libro è un inno alla vita”.
E poi il preside Federico Cassese, che ha colto gli elementi di unità del libro:”E’ un libro che finisce con l’essere una forma di esistenzialismo, animato da una intuizione: quella dell’eterno ritorno all’uguale”. Quindi, la professoressa Tina Di Benedetto D’Aniello, che ha evidenziato la poliedrica personalità dell’autrice:” Nei suoi versi, nei suoi racconti, noto una sorta di contaminazione tra le sue diverse espressioni artistiche: scrive i suoi versi e i suoi racconti come se dipingesse. Con pochi versi riesce a descrivere un universo emotivo”.
E ancora, la preside Raffaella Persico ha messo in evidenza il talento di Maria Martino: “E’ un talento visionario, panteistico – naturalistico dai vari aspetti. Lei, prima di tutto è una poetessa e la sua poesia trasmette il messaggio della partecipazione al canto sulla condizione umana universale”.
A moderare gli interventi è stata la professoressa Clotilde Baccari Cioffi:” Questo libro, nel quale possiamo trovare parte di noi, rappresenta il paradigma esistenziale dell’uomo comune. Maria Martino riesce sempre a trarre dei raggi di sole dalla sua tasca per poter sorridere alle avversità”.
La serata è stata allietata dall’esibizione del violinista Lucio Lamagna, che ha eseguito con grande virtuosismo, dei brani di Vivaldi; e dal gruppo di circa 50 giovani sassofonisti della “Sonora Junior Sax” diretti dai Maestri Luigi Cioffi e Domenico Luciano che hanno eseguito brani tratti da colonne sonore di film famosi.
Sono l’autrice del libro e ringrazio per l’articolo con cui il dott. Palumbo ha centrato alcuni punti salienti della serata e tutti i cari relatori e il Parco Storico Sichelgaita nella persone della prof Clotilde Cioffi. Vorrei anche ricordare la bella prefazione del dottor Mattia Leombruno, presidente della Fondazione Luzi. Vorrei ancora precisare che nella Sonora Junior sax ha suonato anche Raffaele Lamagna. che si vede anche nella foto dell’articolo.
Grazie ancora
Maria Monica Martino