La storia di John Fante, definito da Charles Bukowski “uno dei migliori scrittori americani del XX secolo”, è stata raccontata dal giovane scrittore napoletano Fabio Florio, nel suo libro “John Fante. Storia di un italiano in America”, che è stato presentato al Circolo Canottieri Irno, durante una interessante serata organizzata dalla presidente dell’associazione “Parco Storico Sichelgaita”, la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, che ha sottolineato la bravura del giovane Florio: “Ha il dono del pensiero e della riflessione che è raro trovare nella nostra società estremamente liquida”.
L’incontro è stato proposto dalla socia Aurora Federico che ha introdotto l’autore del libro e spiegato che John Fante era un uomo in guerra con se stesso: “Tutte le sue opere, sono contraddistinte da un velo di nostalgia e malinconia”.
Florio ha raccontato che Fante era nato da genitori italiani poveri, emigrati negli Stati Uniti per cercare fortuna: “Lo scrittore italo – americano, che voleva arrivare diritto al cuore e al cervello del lettore, iniziò a scrivere racconti, anche per Hollywood, ma il suo stile, che lo scrittore e critico letterario Francesco Durante ha avvicinato a quello di Hemingway, lo porta ad essere fuori luogo e fuori tema rispetto alla narrativa americana degli anni trenta. Solo negli anni 50, ebbe grande successo quando il suo romanzo “Full of Life” vendette migliaia di copie e la Columbia Picture non esitò a farci un film affidando la sceneggiatura allo stesso Fante grazie alla quale ebbe una candidatura all’Oscar nel 1956”.
Florio ha raccontato anche di quando, nel 1960, Fante venne in Italia: “A Roma e a Napoli dove su incarico di Dino De Laurentis, lavorò ad alcune sceneggiature, una delle quali realizzata nel film “Il re di Poggioreale”. In quell’occasione fece anche un viaggio a Torricelli Pelegna in provincia di Chieti, in Abruzzo, per vedere il paese da cui il padre era partito alla volta degli States. Rimase deluso dalle condizioni del paese, non scese nemmeno dall’auto e se ne tornò indietro”. Fante ebbe contatti continui anche con Francis Ford Coppola: “Avrebbe dovuto girare un suo film con protagonista Robert De Niro, ma non se ne fece nulla”.
Florio con questo libro ha voluto rendere omaggio a questo grande scrittore:” Nell’età moderna è cresciuto notevolmente l’interesse per Fante e mi sembrava giusto fornire anche il mio contributo. Attraverso la storia di John Fante e della sua famiglia ho voluto raccontare anche la storia dell’emigrazione italiana. Il successo e l’emigrazione sono le chiavi centrali che hanno dato vita al libro nel quale lancio anche un messaggio ai giovani: quello di non rinunciare mai ai propri sogni, di non mollare mai perché alla fine il successo arriva”.
Fabio Florio ha proiettato anche delle immagini di Torricelli Pelegna, dell’emigrazione e un video esclusivo del figlio di John Fante, Dan, che in un’intervista racconta la vita del padre. Alcuni passi del libro sono stati letti dall’eclettica Stella Brignola, che dal 2013 è la voce ufficiale del gruppo storico dei Cimarosa; con lei Florio ha anche cantato alcuni brani che hanno richiamato il periodo dell’emigrazione come: ”Che sarà”; “Mille lire al mese” e “Mamma mia dammi cento lire” che è stata cantata anche dal numeroso pubblico presente.