scritto da Redazione Ulisseonline - 22 Febbraio 2016 09:05

Salerno, “La città dei giardini” raccontata da Vittoria Bonani e Maria Antonietta Del Grosso al Club Rotary Salerno Est

“Se non scorre nelle nostre vene l’eredità dei millenni, se non canta nel nostro cuore il poema delle memorie, non possiamo definirci salernitani”.  A sottolineare l’importanza di conoscere la storia della nostra città è stata la dottoressa Vittoria Bonani che, insieme alla professoressa Maria Antonietta Del Grosso, ha presentato l’importante e pregevole volume da loro scritto ”Il verde antico e l’ampio Golfo di Salerno, celebrata meta dei viaggiatori europei”, durante una conviviale rotariana a loro dedicata dal Presidente del Club Rotary Salerno Est, Pierluigi Carraro: “Attraverso il racconto di questi giardini  si ricorda la storia  della nostra città che non va assolutamente dimenticata. Il Rotary è sempre presente sul territorio che cerca di  far conoscere e valorizzare anche promuovendo incontri come questo”.

Il libro delle due autrici propone un’immagine di Salerno, pressoché inedita, fatta di giardini, di “horti”, presenti dal Cinquecento e fino agli inizi dell’Ottocento, in ogni quartiere, in ogni strada della città, dentro e fuori le mura che cingevano il cuore antico di Salerno.

“Il volume è un viaggio nel passato della nostra città attraverso i suoi giardini, le sue fontane” – ha raccontato la dottoressa Vittoria Bonani – ” restituisce ai salernitani il senso di appartenenza. Il racconto si sviluppa attorno alla ricca documentazione ereditata dai viaggiatori, dagli storici e gli artisti del Grand Tour che hanno diffuso il nome e la cultura scientifica della nostra città tra le nazioni europee. In tempi davvero difficili per “il viaggiare”, non hanno mai dimenticato di effettuare una visita a Salerno, di approfondirne le tradizioni legate alla Scuola Medica, alla Fiera, al verde ed agli scorci paesaggistici, tanto ammirati, descritti e dipinti”. Il volume è promosso dall’Associazione culturale salernitana “Adorea”, presieduta dalla dottoressa Vittoria Bonani, che si occupa soprattutto della riscoperta della tradizione storica della città.

La dottoressa Bonani ha anche curato l’apparato fotografico che impreziosisce il volume: ” In oltre due anni di sopralluoghi nel Centro storico, ho cercato di recuperare i luoghi, gli elementi architettonici: le fontane, i sedili, le giare, i decori come quelli tenuti ancora bene di Palazzo Conforti; quelli del “Giardino Fiore” sede della Soprintendenza Archeologica; di “Villa Avenia”; le peschiere cinquecentesche della “Torre dei Ladri”, i dettagli connessi ai giardini salernitani”. La dottoressa Bonani ha anche lanciato l’idea di creare dei percorsi legati all’arte e ai giardini salernitani del Centro storico, da inserire e affiancare ai percorsi previsti in occasione dell’evento “Luci d’Artista”. Tanti i giardini più o meno conosciuti sui quali si è soffermata la  professoressa Maria Antonietta Del Grosso  come il famosissimo  “Giardino Della Minerva”:” Ho scoperto che  Minerva era il toponimo cinquecentesco  di una famiglia molto ricca in stretto contatto con i Sanseverino, Principi di Salerno”; o come il giardino di Casa Altieri”, di proprietà dell’avvocato Bernardo Altieri, il giardino di San Leo, detto della Cera;   quello del Galiziano; quello della Spinosa; quelli di via Tasso e tanti altri.

La professoressa Del Grosso ha anche ricordato che la parola “giardino” ha un’origine araba  e  che nel 400, ma anche nel 500 e nel 600, erano tante le navi di mercanti stranieri  che arrivavano a Salerno in occasione della Fiera: “I viaggiatori definivano Salerno ” la città dei giardini”. Tanti giardini sono nati a Salerno oltre che per la bella esposizione della città anche per il clima e  per la presenza di acque abbondantissime che ci sono sempre state”. A proposito della presenza delle acque in città, la professoressa ha ricordato la presenza delle acque termali di San Pietro a Corte e la ricca presenza di giardini nei tanti monasteri presenti in città, come quello di San Nicola, attuale sede del Conservatorio, dove si coltivavano le erbe mediche e aromatiche.

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