scritto da Redazione Ulisseonline - 23 Febbraio 2015 08:40

Salerno, il “ritmo” di Paolo Apolito, antropologo a domicilio, al Rotary Club

“Il ritmo  è  onnipresente nelle relazioni umane, solo che non lo vediamo, perché è dovunque: è talmente visibile che diventa invisibile. Noi abbiamo un corpo ritmico. Tutto quello che facciamo è ritmico. Ciascuno di noi ha il suo ritmo: quando stiamo bene insieme è perchè riusciamo a fondere i ritmi. Noi siamo attratti dai ritmi degli altri. I ritmi cercano di riconoscersi, di trovarsi”.

Il ritmo, la musicalità, la festa, la danza , il corpo sono i protagonisti del libro “Ritmi di festa. Corpo, danza, socialità”, edito da “Il Mulino”, che è stato presentato dal professor Paolo Apolito, Ordinario di Antropologia Culturale all’Università di Roma Tre, durante la conviviale a lui dedicata dal Rotary Club Salerno, presieduto dall’avvocato Nunzio Di Filippo, che è stato compagno di scuola del professor Apolito

“Questa sua performance teatrale  è molto importante per comprendere l’antropologia che è alla base dei rapporti umani. Il professor Apolito è dotato di grandi e accattivanti  capacità comunicative, è un  affascinante affabulatore. Egli porta l’antropologia culturale fuori dai contesti accademici: a domicilio”.

Recuperando il suo  vecchio passato di attore del “Teatro Gruppo di Salerno” il  professor Apolito, che si è definito “Antropologo a domicilio”, ha presentato il suo libro come se non fosse un libro, un saggio scientifico, ma il copione di uno spettacolo teatrale: ha cantato,  recitato, come solo un grande attore sa fare, suscitando grandi emozioni  e suggestioni tra i numerosi  presenti. Ha raccontato la storia del mondo attraverso il ritmo.

“Questo libro è una sintesi finale  di un lungo percorso di lavoro che ho svolto intorno alla festa”.

Apolito ha raccontato delle feste che si sono svolte durante la guerra, come quella improvvisata spontaneamente dai soldati di  due eserciti nemici:” Tedeschi e inglesi, che cantano lo stesso canto nel bel mezzo di una guerra”;  o quella, nel  lager di Auschwitz , dove  fu deportato Primo Levi: “Festeggiò il giorno del suo venticinquesimo compleanno, in un tubo di ferro, lungo cinque metri, dove si era riparato per proteggersi dalla pioggia che non consentiva di lavorare, e  dove,  dall’altra estremità, era entrato un ebreo polacco che nello stesso giorno festeggiava anch’egli  il suo venticinquesimo compleanno. Decisero di festeggiarlo insieme dividendosi una mezza mela. Queste feste “stralunate”, ci consentono, nella loro eccezionalità, di riflettere sull’importanza fondamentale della festa per gli esseri umani: se  togliamo la festa, la musica, il ritmo, ad una società, rischiamo la perdita della coesione  che si regge grazie alla disciplina ritmica “.

Apolito ha spiegato che  tutte le cose della vita quotidiana le facciamo in sincrono:”Il nostro parlare è una partitura ritmica. Noi siamo animali musicali. E’ lo stesso camminare eretti con andatura bipede, che fa musicali gli umani. Poco dopo la nascita, il bambino, già  cerca di andare in sincrono con la mamma che lo asseconda. La voce della mamma è come uno strumento musicale: ne  riconosce il timbro, le variazioni, il ritmo. La vita dell’essere umano e tutte le relazioni che contano nel corso della vita, fino alla morte, sono musicali: l’amicizia, la simpatia, l’amore , l’affetto, sono ritmiche  musicali, mentre l’antipatia, l’odio, la rabbia, creano una caduta dei ritmi, della musicalità. Quando siamo più persone si crea, senza saperlo, una comunità ritmica fondata sui ritmi.  Se manca o scompare  il ritmo le comunità si sciolgono, le famiglie si disgregano. E’ fondamentale che ci sia questa forma di appartenenza ritmica entro cui si costruiscono le altre forme di appartenenza. La potenza di legame di una comunità ritmica è in grado di avvicinare estranei, spingere nemici ad abbassare le armi, avversari ad abbracciarsi, persone ostili a guardarsi sorridenti, umanità sconosciute a danzare insieme”.

Aniello Palumbo

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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