Salerno, il fotografo Franco Sortini alla mostra di Giuseppe Carabetta
“La cosa importante della fotografia è quella di trovare il proprio modo di fotografare. Quando hai trovato il tuo linguaggio puoi fotografare tutto”.
E’ questo il consiglio che il fotografo salernitano Franco Sortini, di origini napoletane, ha lanciato ai giovani presenti nella grande sala dell’Hotel Baia, dove è stata organizzata la mostra del Maestro Giuseppe Carabetta che ha esposto oltre trenta opere raffiguranti gli angoli più belli e affascinanti della Costiera Amalfitana.
“La Costiera è il mio amore segreto”, ha confessato il pittore salernitano che ha fortemente voluto far partecipare alla sua mostra il fotografo Sortini che ha esposto le sue opere in numerose gallerie, in Italia e in Europa.
Sortini fotografa principalmente il paesaggio urbano, ”Città vuote” non abitate, come quelle di Giorgio De Chirico che dipingeva piazze assolate e vuote, magiche e misteriose, senza vita:” Le mie città non sono deserte, ma in attesa che arrivino delle persone; si comprende da tanti dettagli che sono città abitate: una bicicletta appoggiata al muro; una piantina di fiori sul davanzale di una finestra; quando fotografo le mie città, le persone, semplicemente, non ci sono. Le immagini di città da me fotografate s’ispirano al famoso dipinto de “La Città ideale” una delle immagini simbolo del Rinascimento italiano, e alle opere del pittore rinascimentale Lorenzetti, dove c’è il massimo del rigore formale; mi piace molto anche la pittura di Morandi che per me è stato fondamentale: nelle sue nature morte, nelle sue bottiglie, intravedo delle città. Anche la luce diffusa dei suoi quadri, priva di ombre, evidenzia la struttura delle bottiglie: percepisci la materia di cui sono fatte; anche nelle mie foto cerco di far vedere la “materia” della città; cerco di cogliere la semplicità, l’essenza della città, dell’architettura”. Sortini ha anche spiegato la differenza sostanziale che esiste tra la pittura e la fotografia: “Mentre il pittore aggiunge alla tela bianca, il fotografo toglie dalla realtà quelli che sono elementi di disturbo. Nelle mie foto le persone sono elementi di disturbo; l’assenza di persone è fondamentale per rendere l’dea della città”. Anche le periferie delle città sono importanti per Sortini: ” Non sono luoghi abbandonati ma luoghi vivibili, belli, solari, luminosi, dove è piacevole tornare”.
La città ideale di Sortini è quella che esiste nella sua mente:” Quella che fotografo, un luogo neutro, non riconoscibile in nessuna città. La fotografia deve rendere visibile l’invisibile: fotografo quello che io vedo, quello che non riescono a vedere gli altri”. Già da ragazzo, Sortini, aveva la passione per la fotografia: ” Ero affascinato dalla fotocamera Rollei di mio padre che usavo spesso”.
All’inizio Sortini fotografava in bianco e nero poi, dopo aver conosciuto Franco Fontana, ha preferito fotografare a colori: ”Dal punto di vista emozionale Fontana ha influito molto sul mio modo di fotografare: da ragazzo m’insegnò la passione e la voglia della novità, come riuscire, attraverso la fotografia, le immagini, a tirar fuori quello che avevo dentro; dal fotografo Luigi Ghirri, invece, ho appreso l’importanza della semplicità nel fotografare le cose”.
Per Sortini non è importante usare una macchina fotografica in particolare : “La macchina è soltanto un mezzo che serve ad esprimere, attraverso la foto, la propria interiorità, lo stato d’animo, le emozioni. Noi non ci chiediamo come, tecnicamente, Dante ha scritto la “Divina Commedia”; l’importante è che una foto ci comunichi delle emozioni, anche se è stata scattata con uno smartphone”. Sortini, che usa quasi esclusivamente dei grandangolari: ” Perché mi piace essere al centro di quello che sto fotografando” ha spiegato che le fotografie nascono nella mente del fotografo: ”Prima di scattare ho già composto la mia foto; non scatto 3000 fotografie per poi scegliere le migliori”.
Per Sortini una foto deve anche saper meravigliare: “Per vivere meglio bisogna meravigliarsi ancora per quello che vediamo”.
All’incontro ha partecipato anche il famoso cantante salernitano Bruno Venturini, con il figlio Salvatore anche lui cantante, che ha annunciato l’inizio di una sua tournée in America e che sta lavorando alla realizzazione della biografia dei suoi primi quarant’anni di carriera che sarà pubblicata dalla Mondadori.
All’ingresso della mostra erano state esposte anche le bellissime opere in rame sbalzato dello scultore Maurizio Gallo.