scritto da Redazione Ulisseonline - 24 Settembre 2016 10:48

Salerno, i Lions a convegno sul referendum costituzionale

Votare SI o votare No? I cittadini, bombardati dal fronte del SI e da quello del No, continuano a non sapere esattamente cosa votare al referendum del 27 novembre o del 4 dicembre (la data sarà decisa dal Consiglio dei Ministri del 26 settembre).   Per cercare di fare chiarezza, il Club Lions Branch Salerno Minerva, presieduto dall’ingegner Rosaria Chechile, ha organizzato, ieri sera, nel Salone Genovesi della Camera di Commercio, il convegno: ”Perché SI. Perché NO” .

“ Per dissipare i dubbi e le perplessità dei non addetti ai lavori sul prossimo quesito referendario” ha spiegato l’ingegner Rosaria  Chechile che, da Presidente del suo Club, satellite del Lions Club Salerno Principessa Sichelgaita, presieduto dalla dottoressa  Maria Catino,  ha ritenuto importante approfondire, in maniera semplice,  le conoscenze sul referendum: “ E’ per rispondere in modo consapevole ed informato a questa chiamata alle urne che nasce l’idea di questo convegno quale servizio alla cittadinanza”. Presentati dalla cerimoniera della serata, la dottoressa Emma Ferrante, gli autorevoli relatori, moderati dalla professoressa Anna Lisa Verdecchia, docente di Diritto  Parlamentare all’Università di Salerno, hanno spiegato il meccanismo giuridico della riforma, cercando di farne comprendere i tecnicismi e i tratti salienti. La relazione introduttiva è stata tenuta dalla professoressa Chiara Fontana, docente di Diritto Tributario  Internazionale all’Università Federico II di Napoli,  che ha spiegato, in modo semplice e sintetico, il contenuto  della riforma proposta:”  La riforma si propone di superare il bicameralismo perfetto che caratterizza l’attuale assetto istituzionale italiano. Con la riforma, la Camera dei Deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio e accordare la fiducia al Governo. Il Senato, che si chiamerà Senato delle Regioni, sarà composto da 100 Senatori, invece dei 315 attuali, che non saranno eletti direttamente dai cittadini: 95 saranno scelti dai consigli regionali che nomineranno 21 sindaci e 74 consiglieri regionali e resteranno in carica per la durata del loro mandato di amministratori locali; a questi si aggiungeranno 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica che rimarranno in carica 7 anni. Non saranno più nominati Senatori a vita e i 5  attuali resteranno in carica, ma non saranno sostituiti. I senatori, che godranno dell’immunità parlamentare,  non saranno più pagati dal Senato, ma percepiranno solo lo stipendio da amministratori.  La funzione principale del Senato sarà di esercitare una funzione di raccordo tra lo Stato, le Regioni e i Comuni. Con la nuova riforma saranno soppresse le Province e il CNEL. Torneranno di competenza esclusiva dello Stato materie come l’ambiente; la gestione dei porti e aeroporti; trasporti e navigazione; produzione e distribuzione dell’energia elettrica, le politiche per l’occupazione, la sicurezza sul lavoro, l’ordinamento delle professioni Per questo tipo di referendum “confermativo”, non è necessario il raggiungimento del quorum: vincerà l’opzione (SI o NO) che avrà ottenuto la maggioranza dei voti”.

Il professor Alfonso Vuolo, docente di Diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli, ha consigliato agli elettori di mettere a confronto il testo vigente  della Costituzione con quello previsto dalla riforma:”  Bisogna capire se il secondo comporta qualche passo avanti o indietro. Nel primo caso si vota SI, nel secondo caso si vota NO.  Il testo della riforma non risolve  tutti  i mali istituzionali del Paese,  ma non è neanche una riforma che è l’anticamera  di un golpe istituzionale”. Il professore  Armando Lamberti, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Salerno, ritiene convintamente  che si debba votare per il SI:” Questa riforma, una volta approvata, contribuirà  a  trasformare il nostro Paese in una democrazia decidente,  anche se comunque  privilegerà  i profili della democrazia dibattimentale. Consentirà di semplificare il processo legislativo. Ridurrà, in maniera consistente, il contenzioso tra Stato e Regioni, in materia di riparto della podestà legislativa. Con la  riforma del Senato, la Camera dei Deputati sarà l’unica  a dare fiducia al Governo e questo ovviamente semplificherà il rapporto tra Parlamento e Governo”.

L’onorevole Guglielmo Scarlato  è favorevole al NO: ” Sono tante le ragioni per votare NO. Tra queste la creazione di un Senato con 100 senatori che godranno dell’immunità parlamentare. Tutti i presidenti di regione e i sindaci di città importanti si faranno eleggere senatori per godere di questa immunità per  poi non frequentare il Senato della Repubblica che sarà quindi svuotato di ogni contenuto. Questa riforma determina dieci sistemi di produzione legislativa differenti con leggi che arriveranno al capolinea molto più lentamente. La trasformazione del Senato, inoltre, comporterà un risparmio di solo un quinto della spesa generale. Avremo invece una Camera con gran parte dei suoi eletti che non sono espressione di una selezione voluta dagli elettori; avremo quindi un sistema che, già drogato dal leaderismo, finirà per esserlo ancora di più. Credo che questa Costituzione vada riformata, ma questa riforma è sbagliata e una volta varata non sarà più rapidamente trasformabile. La  costituzione deve unire,  questa riforma costituzionale ha diviso”.

 L’Onorevole Tino Iannuzzi ha sostenuto con determinazione le ragioni del SI:” Per rinnovare l’Italia Per migliorare il nostro Paese.  Abbiamo necessità, rispetto a una riforma che investe 47 articoli della vigente Costituzione di concentrare il nostro giudizio sulle grandi scelte di fondo come il  superamento del bicameralismo perfetto. La riforma rende più fluido e rispettoso il rapporto tra Parlamento e Governo. La conflittualità tra Stato e Regioni, con la riforma, sarà eliminata. Si ridurranno i costi della politica riducendo il numero dei parlamentari e abolendo il CNEL. Se vince il SI  abbiamo una riforma adeguata, per avere istituzioni migliori, più funzionanti e più moderne”.

Le conclusioni sono state affidate al Governatore del Distretto 108Ya del Lions Club International, il dottor Renato Rivieccio, che ha ricordato la mission dei Club Lions.

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