Salerno, ex-Isochimina di Avellino: la CGIL a fianco dei lavoratori plaude al processo
Giornata storica per i lavoratori della fabbrica ex-Isochimina di Avellino che negli anni ’80 ha effettuato la scoibentazione di circa tremila vagoni ferroviari, rimuovendo tonnellate di amianto in quella che è stata definita la più grande bonifica da amianto mai realizzata in Europa.
Duecentotrentasette operai di quella fabbrica presenti in aula questa mattina per accusare chi li ha lasciati lavorare senza alcuna protezione, chi li ha lasciati per anni respirare milioni di fibre d’amianto, chi li ha fatti ammalare e chi li sta facendo morire un poco alla volta.
Dopo una incubazione che ha da poco superato i trenta anni, si contano le prime venti vittime del minerale killer. Ventinove imputati a partire dall’imprenditore Elio Graziano, le Ferrovie dello Stato che affidarono i lavori, l’Asl di Avellino, due sindaci e relative amministrazioni. Pesanti le accuse: disastro colposo, omicidio plurimo colposo, disastro ambientale, lesioni, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
“Dopo anni di denunce -scrive Anselmo Botte, segretario della CGIL di Salerno (nella foto)– finalmente un paese sarà capace di processare la colpevole reticenza di istituzioni e di un imprenditore che era solito dire che la coca cola faceva più danni dell’amianto. I lavoratori stanno tutti incubando quella terribile malattia che si chiama mesotelioma, il terrore accompagna ogni momento della loro vita, ma oggi, dopo anni di inganni, aspettano di trovare finalmente la giustizia per tanto tempo, vanamente, cercata”.