Salerno, al Teatro Ghirelli in scena il “Processo a Medea” promosso dal Rotary Est
Medea è innocente! E’ questo il responso della giuria espresso alla fine dello spettacolo teatrale ”Processo a Medea” che ha visto come protagonisti, al Teatro Ghirelli, veri avvocati e un magistrato, soci del Club Salerno Est, presieduto da Pierluigi Carraro, che, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla poliomielite, si sono messi in gioco, con simpatia ed ironia, per raccogliere fondi per una importante iniziativa che da oltre 30 anni vede impegnati i Club Rotary di tutto il mondo, come ha spiegato il Presidente Pierluigi Carraro.
“Si era partiti con 175 Paesi che avevano il problema della polio e oggi quei paesi sono solo due: Afghanistan e Pakistan. Manca pochissimo alla conclusione del progetto, infatti, il mondo è libero dalla polio al 99,9 %. Finora sono stati immunizzati contro il poliovirus circa tre miliardi di bambini. Il Rotary ha contribuito con quasi un miliardo e cinquecento milioni di dollari. Bastano appena 60 centesimi di dollaro per proteggere a vita un bambino da questa malattia invalidante. Tra gli obiettivi che il Rotary si prefigge, ci sono la solidarietà, l’amicizia e la cultura: questa sera, con questo spettacolo, si coniugano tutti e tre questi obiettivi”.
Il collegio d’accusa era composto dagli avvocati Raffaele Caggiano, Carmine Napoli e Luigi Vuolo, mentre la difesa è stata affidata all’avvocato Antonio Calabrese. Il Presidente della Giuria è stato il magistrato Paolo Severini, che alla fine del processo, ha invitato i componenti della giuria ad esprimersi: “Dovete decidere se far prevalere la legge del cuore o del diritto”.
Il narratore, il regista teatrale Andrea Carraro, ha raccontato la trama della tragedia di Euripide:” La maga Medea,( interpretata magistralmente dall’attrice Amelia Imparato, che indossava gli splendidi costumi disegnati e realizzati dalla stilista salernitana Paola Bignardi), è una donna di grandissimo fascino, abilissima nel preparare pozioni e filtri magici che prepara anche per il suo amato Giasone che compie l’impresa di conquistare il vello d’oro anche grazie a quei filtri magici che lo rendono invincibile. Medea si macchia del crimine più orrendo che una madre può compiere, l’uccisione dei propri figli”.
L’avvocato Antonio Calabrese, da grande Principe del Foro, dopo aver eccepito la nullità del processo per un’omissione di notifica che ha impedito all’avvocato Domenico Ventura, di far parte del collegio difensivo perché impegnato contemporaneamente in un processo ad Atene, ha poi ritirato l’eccezione per difendere da solo Medea chiedendo” un verdetto equo e responsabile”.
L’avvocato Calabrese si è anche avvalso del parere professionale di un consulente tecnico: la psicologa e psicoterapeuta Ilarj Furno, che avendo avuto in cura Medea, ha illustrato la personalità della donna che ha ammazzato i suoi figli, argomentando che la stessa era incapace di compiere coscientemente il reato ascrittole.
Gli avvocati dell’accusa hanno portato avanti la tesi della lucida determinazione di Medea nel compiere i reati per i quali è stata “rinviata a giudizio”.
L’avvocato Carmine Napoli, ha ricordato la vicenda della conquista del vello d’oro da parte di Giasone: ”Medea, innamorata di Giasone tradisce suo padre pur di aiutare il suo amato Giasone a impadronirsi del vello. Da “donna ambiziosa”, con lucida determinazione, per conquistare il trono, non esita ad uccidere il piccolo fratello Absirto, ne smembra il corpo in piccole parti che poi lancia, un pezzo alla volta, in mare per rallentare la nave del padre Eete che si ferma a raccogliere le membra del figlio per dargli sepoltura”.
L’avvocato Luigi Vuolo, dopo aver richiamato l’attenzione di tutti sull’oggetto del giudizio:” Dobbiamo giudicare Medea per la reazione spropositata che ha avuto rispetto al tradimento che ha subito da parte di Giasone”, ha ricordato che Medea :”Ha manifestato più volte e in più occasioni un intento delittuoso. E’ arrivata persino a uccidere ben quattro poveri innocenti di cui due da lei stessa generati. Siamo davanti ad una donna animata da uno spirito violento e feroce. I suoi delitti violano la legge e il comune sentire”.
L’avvocato Lello Caggiano, ha rappresentato l’assenza di attenuanti per Medea:” La ferocia e la lucida determinazione con la quale Medea ha pianificato ed eseguito i suoi delitti sono del tutto incompatibili con qualsiasi infermità mentale e con qualsiasi capacità di intendere e di volere. Medea non ha agito in preda alla passione, ma per realizzare il raggiungimento del potere”.
L’avvocato Antonio Calabrese, per chiedere l’assoluzione di Medea, ha dimostrato che le accuse a lei rivolte erano infondate: ”Medea è stata incolpata ingiustamente di crimini non commessi. Non è affatto una carnefice come la si vuol far apparire, ma la vittima di un complotto. Non era una fredda calcolatrice, ma una donna colpita nei sentimenti più veri della femminilità. Una donna che ha sempre seguito le proprie passioni solo per trasformarle in vero amore: per il marito, per i figli, per la Patria”.