scritto da Redazione Ulisseonline - 25 Gennaio 2015 13:58

Salerno, al Teatro delle Arti la storia dei Briganti raccontata dai soci del Rotary


La vera storia del Sud che  fu svuotato dei suoi beni e soggiogato per consentire lo sviluppo del Nord  è stata raccontata nel suggestivo  spettacolo “Sud…ando…Viva l’Itaglia!” messo in scena al Teatro delle Arti dai soci del Club Rotary Salerno,  attori per una sera,  che con grande bravura hanno interpretato la gente del Sud alla quale venne imposta con le armi e a costo di varie stragi, l’Unità d’Italia, fatta con il sangue e con i soldi dei Meridionali.

“Vogliamo solo trovare qualche verità che fino ad oggi non conoscevamo del periodo successivo alla spedizione dei Mille”, ha spiegato il Presidente del Club Rotary Salerno, l’avvocato Nunzio Di Filippo, che ha anche ricordato che i soci rotariani ogni anno preparano ed interpretano  uno spettacolo teatrale, “rientra nella tradizione del Club” e che il ricavato della vendita dei biglietti sarà utilizzato sia  per  contribuire alla raccolta fondi per il “Programma Polio Plus” della Rotary Foundation, sia per il progetto “Salerno Città Cardioprotetta” che il Club sta mettendo in campo insieme ad alcuni altri club rotariani della città.

Lo spettacolo  ideato e curato da Carmen Piermatteo Gatto,  con la regia di Andrea Carraro ha visto protagonisti 14 attori rotariani: Tony Ardito, Modesta Aulisio Di Filippo, Guglielmo Barela,  Luciana Barela Coscioni, Annamaria Cipriano Di Filippo, Valeria D’Aniello Romanelli, Michele Di Filippo, Nunzio Di Filippo, Paola Ferrari Vigorito, Bruno Maione, Lucia Montera Costabile, Mariella Pasca Bottiglieri, Carmen Piermatteo Gatto, Vittorio Salemme, che, insieme all’attore professionista Gaetano Fasanaro, hanno raccontato una parte della storia dell’Italia, quella  di tutti gli italiani, anche di quelli del Sud, seguendo i testi scritti mirabilmente dal Carmen Gatto che, da appassionata di storia, ha  consultato numerose monografie nate da ricerche negli Archivi di Stato di Torino, Firenze, Londra, oltre che negli archivi storici dell’Esercito, della Marina, della Farnesina, della Civiltà Cattolica, del Times di Londra: “Capire chi siamo oggi è possibile  solo se conosciamo chi siamo stati ieri cioè la nostra storia che purtroppo è scritta dai vincitori  per cui si  conosce la verità  dei fatti solo dopo centinaia di anni”,  ha spiegato la dottoressa Gatto che ha approfondito nei suoi testi il periodo storico immediatamente precedente e posteriore all’Unità d’Italia.

“L’idea di realizzare questo spettacolo è nata  in me dall’osservazione della bellissima e signorile Torino:  tutti i suoi bei palazzi e la reggia risalgono alla seconda metà dell’ottocento e questo è molto strano se si considera che poco prima dell’Unità d’Italia il regno di Sardegna e Piemonte era in bancarotta, fortemente indebitato  con il banchiere Rothschild”.

Lo spettacolo è stato sviluppato con una serie di scene introdotte dalla lettura di  stralci di giornali, di editti, proclami e osservazioni di Carmen Gatto , che raccontavano del  garibaldino deluso, del  soldato borbonico alla macchia, del brigante Gaetano Manzo, interpretato da Tony Ardito,   dei  guappi napoletani che , dopo lo scioglimento dell’esercito borbonico a Gaeta, sono invitati ad entrare nella guardia nazionale, delle brigantesse, del lager di Fenestrelle. Sono state recitate anche alcune  poesie dell’epoca ed altre scritte da Carmen Gatto, come “Terre d’o Sud” e “Italia Mia”.

La rappresentazione  è terminata  con un monologo letto da Andrea Carraro, attraverso il quale  viene svelato  il proseguimento dei fatti dopo il 1861, verità che solo da poco sono venute alla luce. Il monologo è introdotto magistralmente da Andrea Carraro che da voce al pensiero di  Milan Kundera  che in un suo libro, esprime il processo d’imbavagliamento della storia:” Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distrugge la loro storia e qualcun altro inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato ed il mondo attorno a lui lo dimentica ancora più in fretta”.

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