Un paziente che arriva al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno con una frattura del femore, nell’arco di 48 ore, se non prima, viene sottoposto ad intervento chirurgico. Il tempo di attesa medio pre – operatorio è passato dai 12 giorni del 2015 , con picchi che arrivavano anche a 16 giorni, ai 2,37 giorni di oggi.
“Oltre il 60 % degli oltre 91 pazienti ricoverati con frattura del femore da ottobre a dicembre, sono stati operati entro due giorni”, ha spiegato il professor Nicola Maffulli, Direttore del Dipartimento dell’Apparato Locomotore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno che sta portando avanti il “Progetto Femore” insieme al suo team:” Senza un team non si può arrivare a raggiungere un risultato del genere. Tutte le realtà dell’Ospedale Ruggi e Da Procida sono state coinvolte in questo progetto. Inoltre c’è la parte amministrativa, con il Direttore Generale e il Direttore Sanitario che curano i rapporti non squisitamente medici, ma che permettono ad una “nave” di questa grandezza di progredire”. Il professor Maffulli ha spiegato che l’età media dei pazienti operati è di 85 anni :”Abbiamo operato anche due persone di 97 anni di cui uno li ha compiuti proprio in ospedale, dopo essere stato operato”.
Le fratture prossimali di femore hanno una incidenza di mortalità elevata:” Il 10% di pazienti con fratture prossimali di femore possono morire entro i primi trenta giorni dalla frattura e operarli presto significa incidere su questa malattia sociale”.
Importanti le tecniche innovative utilizzate dal professor Maffulli:” Utilizziamo la chirurgia minimamente invasiva con tecniche che ci permettono di eseguire velocemente l’operazione e anche di non utilizzare i punti cutanei che ci consentono di non esporre i pazienti al trauma della rimozione dei punti. Importante la riabilitazione post operatoria che consente al paziente di andare in carico il giorno stesso o il giorno dopo l’operazione. Dopo l’intervento i pazienti iniziano la riabilitazione al Ruggi e poi vengono trasferiti al Polo di Riabilitazione del Da Procida”. Soddisfatto il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, l’avvocato Nicola Cantone:” In quest’ Azienda è stato fatto un lavoro eccezionale in pochissimi mesi grazie al professor Nicola Maffulli, al dottor Francesco Bruno, al dottore Gammaldi, al dottor Lucio Cannaviello, alla professoressa Filippelli, al dottor Mastroroberto, del Da Procida, al dottor Luigi Angelo Labella; al dottor Monaco, dell’Ortopedia di Cava Dè Tirreni, al dottor Gerbasio, Direttore Del Dipartimento Area Clinica, al dottor Giovanni Contursi, alla dottoressa Genoveffa Miranda, a tutti gli operatori sanitari della riabilitazione, al laboratorio di analisi, al trasfusionale.
In questo percorso è coinvolto il 50% dell’Azienda. E un risultato del Ruggi, ma soprattutto di tutti i professionisti seri che quotidianamente impegnano la loro opera a servizio di quest’Azienda. Come richiesto dalla Regione Campania, il primo ottobre siamo partiti con il periodo di sperimentazione rivolto ai pazienti over 65 ricoverati per la frattura del femore da trattare entro le 48 ore e abbiamo raggiunto una percentuale che supera il 60% solo perché in questa percentuale sono compresi anche i pazienti non operabili, altrimenti possiamo raggiungere tranquillamente l’80% “.A sottolineare il connubio esistente tra Università e Ospedale è stato il dottor Mario Capunzo :”Mettendo insieme le esperienze dell’Ospedale con quelle dell’Università possiamo dare al territorio delle risposte in positivo relativamente ai bisogni di salute”.
Il Direttore Sanitario Aziendale, Nicola Silvestri ha ricordato che in alcuni giorni sono arrivate anche sei persone con frattura di femore: ” Questo ha comportato l’allertamento di tutta una serie di servizi”. Il neurologo Barone ha spiegato che: ” Il movimento è anche mente”.