scritto da Redazione Ulisseonline - 31 Ottobre 2016 08:54

Salerno, al Circolo Canottieri Irno Massimo Troisi raccontato dalla sorella Rosaria

“Ogni cuore vive della sua memoria. “Oltre il respiro” è la via che ho voluto percorrere per ritrovare accanto a noi chi troppo presto ci ha lasciati”. Lo ha affermato emozionata Rosaria Troisi, la sorella del grande Massimo Troisi, che al Circolo Canottieri Irno, ha presentato il suo libro:” Oltre il respiro. Massimo Troisi, mio fratello” in una interessante serata organizzata dalla professoressa Rosa Volpe Zega, Responsabile del Comitato Donne dell’Associazione  50&Più, presieduta dall’imprenditore Giovanni Marrandino, con l’associazione “Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi e la collaborazione del Circolo Canottieri Irno, presieduto dal dottor Alberto Gulletta. Rosaria Troisi ha ricordato, a 22 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, i ricordi più belli e intimi del fratello: quelli della sua famiglia, i primi passi di Massimo sul palcoscenico a cominciare da quando in quinta elementare viene scelto per interpretare il ruolo di Pinocchio.

Massimo Troisi  nacque nel 1953 a San Giorgio a Cremano, a casa dei genitori in una famiglia numerosa con tre sorelle e due fratelli:” Il nonno era  ferroviere, fu il primo a prenderlo in braccio dicendo: “ E’ nato ‘o Purciell”. Anche nostro padre Alfredo era ferroviere. Era salernitano e giocava a pallone nella sua città, poi lo ingaggiarono nella Sangiorgese. In quel momento per la squadra era come se avessero acquistato Maradona. Anche Massimo amava giocare al calcio, nel ruolo di terzino. Sognava di giocare al Maracanà”.

La mamma di Massimo,  Elena, era una donna che cercava sempre di aiutare gli altri:”  Molti si rivolgevano a lei quando avevano bisogno. Morì quando Massimo aveva poco più di 18 anni” Rosaria ha raccontato che a  pochi mesi dalla nascita di Massimo la madre, quasi per gioco, inviò una foto di Massimo alla Mellin, che produceva latte in polvere:” La pubblicarono sul catalogo della Mellin. Fu quasi un segno premonitore anche se Massimo da attore famoso non volle mai fare pubblicità, legare il suo nome, la sua immagine a prodotti commerciali. Rifiutò anche un’offerta da capogiro di un noto marchio di caffè. Lui era contro i cliché. Voleva dare un volto nuovo alla napoletanità”.

Massimo a dodici anni ebbe una febbre  reumatica fortissima che gli procurò un malfunzionamento della valvola aortica. Questa malattia al cuore, contro la quale ha combattuto per tutta la sua vita, lo porterà alla morte poco dopo aver girato il film “Il Postino” che è considerato il suo  testamento morale.

Rosaria ha raccontato dell’esordio artistico di Massimo con Lello Arena ed Enzo Decaro. La nascita de “La smorfia”: ” Iniziarono con quattro stracci e quattro sedie”.  La partecipazione a “Non Stop”. Del suo profondo legame con Anna Moretti :” E’ stata una grande amica di Massimo che non ha mai voluto legarsi a lei a causa delle sue condizioni di salute. Voleva il suo bene e non poteva sopportare l’idea di starle vicino, lui che si sentiva così fragile e “scassato” Era bellissima!  E’ morta a 36 anni. Il giorno prima di Massimo”. Massimo era una persona forte, coraggiosa, nonostante la sua fragilità:” Aveva stile. La mamma diceva sempre che “Teneve a capa tosta”. Rosaria Troisi ha anche svelato di aver cucito l’abito della Madonna che Massimo indossò nello sketch  “L’Annunciazione” e che Angelo,   il bambino compagno di banco di Troisi che sapeva le tabelline a memoria e conosceva tutte le capitali del mondo e sapeva suonare anche il pianoforte, del film “Ricomincio da tre”, è esistito veramente:” Abitava nel nostro palazzo, si chiamava Salvatore. I ragazzi del quartiere non volevano farlo giocare con loro perché era troppo bravo a scuola”.

Nel libro  Rosaria ha ricordato le parole di  Renato Scarpa, il Robertino di “Ricomincio da Tre”,  che nella prefazione  ricorda lo sguardo, la tenerezza di Massimo, il suo essere una bella persona, la sua dolcezza che ha commosso anche Philippe Noiret quando girò “Il Postino”: “Una storia di poesia e di amore,  un film che ci arricchisce facendoci educare alla bellezza dei sentimenti, delle persone, delle cose.

Massimo Troisi in quell’epoca doveva sottoporsi a un trapianto di cuore che rimandò per finire di girare il film: ” Disse che lo voleva fare con il suo cuore”. Alla fine del film disse: ”Ricordatevi di me”. Durante la serata sono stati proiettati, dal geometra Romano Zega, alcuni video dei più divertenti sketch di Massimo Troisi. Dopo l’omaggio a Massimo Troisi dell’architetto Paolo Carlo Monizzi che, con l’armonica e la chitarra, ha eseguito il tema del film “Il Postino”, la serata è stata allietata dalla musica del Maestro Enzo Siani che al piano ha eseguito dei brani classici napoletani.

Nel libro, scritto con Lilly Ippoliti, i cui proventi saranno devoluti a favore dell’associazione “Italia Solidale” che si occupa di adozioni a distanza c’è una frase di  Maria Grazia Cucinotta dedicata a  Massimo Troisi: ” Lui, che con semplicità è entrato nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo sguardo”.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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