Salerno, al Castello Arechi “Amleto” alla festa dell’estate del Rotary Club
“Essere o non essere, questo è il problema. E’ forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e, combattendo contro di esse metter loro una fine? Morire per dormire. Nient’altro.”
Ma invece dell’altro c’è stato durante la serata organizzata al Castello Arechi dal presidente del Club Rotary Salerno, il dottor Vittorio Salemme, in interclub con il Club Rotary Picentia, presieduto dall’imprenditore Giuseppe Pizzuti, e con il Rotary Club di Cava de’ Tirreni, presieduto dall’avvocato Carlo Nardacci, che ha visto oltre cento soci rotariani dei tre club assistere ad una straordinaria interpretazione dell’Amleto di William Shakespeare, ad opera di dodici bravissimi attori della “Compagnia del Giullare” diretti in modo impeccabile dal regista teatrale salernitano Andrea Carraro che, da Past President e socio del Rotary Club Salerno, ha voluto dedicare una rappresentazione dell’opera agli amici rotariani.
Per salutare l’estate i tre presidenti hanno organizzato una conviviale all’insegna dell’amicizia, che sempre caratterizza gli incontri rotariani, durante la quale tutti i soci hanno ricordato le tante iniziative che li vedranno impegnati nel prossimo anno sociale, pasteggiando al ricco buffet organizzato dal responsabile della società di gestione del Castello Arechi, Marco De Simone. Tornando al soliloquio della prima scena del terzo atto dell’ opera teatrale shakespeariana, durante il quale, come ha spiegato Andrea Carraro:”Il principe Amleto pronuncia una delle frasi più celebri della letteratura di tutti i tempi. L’interrogativo esistenziale del vivere (essere) o morire (non essere) è alla radice dell’indecisione che impedisce ad Amleto di agire (il famoso “dubbio amletico”), lo stesso Carraro ha chiarito: “Nell’immaginario popolare il celebre soliloquio viene spesso confuso con un’altra scena dell’opera, quella di Amleto che scopre il teschio del buffone di corte Yorick. Questa confusione ha dato origine alle varie rappresentazioni di Amleto che pronuncia “essere o non essere” mentre regge in mano un teschio”. Carraro è visceralmente innamorato della grandiosità dell’Amleto:” E’ un’opera di dimensioni stratosferiche! Ho cercato di leggerla in modo molto agile”.
Gli attori, che indossavano costumi d’epoca realizzati da Michele Paolillo, hanno recitato, per oltre due ore:”Tra le pietre e le mura che hanno la stessa età della mitica saga del Regno di Danimarca”, ha ricordato Carraro prima dell’inizio dello spettacolo che ha visto un energico e deciso Amleto, interpretato con grande professionalità dal giovane attore Andrea Bloise, di cui sicuramente sentiremo parlare: “Giocare la sua follia come maschera , per svelare gli inganni dei parenti e della corte. E’ determinato e fiero. Ma nel suo sguardo passano gli infiniti sensi di un’umanità sottoposta dal destino a dura prova, divorato dall’odio per lo zio, (interpretato da Gaetano Fasanaro), tradisce uno smisurato e ambiguo amore per la madre ( interpretata da Amelia Imparato)” – ha spiegato Andrea Carraro – “ Amleto è obbligato a stare sulla difensiva con i due ipocriti compagni Rosencrantz ( Fulvio Ragusa) e Guildenstern (Valerio Elia), ma rivela un’emozione sincera nell’incontrare Laerte,( interpretato da Valerio Elia), fratello di quella giovane Ofelia. (interpretata da Elena Monaco), di cui il Principe danese è innamorato.” Fantastici anche gli altri attori che hanno interpretato con grande coinvolgimento emotivo le loro parti: Matteo Amaturo, Carlo Orilia, Giulio Abbamonte, Stefano Persiani, e Livia Persiani.
Le luci e il suono sono state curate dal Direttore Artistico della Compagnia del Giullare, Virna Prescenzo, mentre la grafica è stata curata da Andrea Bloise che sulla brochure dello spettacolo ha riportato una citazione di Oscar Wilde:” Vi sono tanti Amleti quante malinconie”.