Pontecagnano Faiano, il CoNaMaL diffida il Comune per l’illegittima proroga delle concessioni demaniali marittime
La diffida è stata inviata per conoscenza alle procure ordinaria e della corte dei conti, "affinché possano valutare l’esistenza dei presupposti che possano condurre ad eventuali conseguenze civili, penali, amministrative ed erariali
“Il Coordinamento Nazionale Mare Libero APS (CoNaMaL) si è costituito a Firenze il 20 ottobre 2019, dalla volontà di cittadini, associazioni e comitati già attivi da anni in molti territori italiani, dal litorale romano al Cilento, dalla Versilia alla Riviera romagnola, uniti dal comune intento di liberare il mare e le spiagge e restituirli alla collettività. Analogamente a quanto sta facendo nei confronti di tutti i comuni costieri italiani che abbiano previsto una nuova proroga delle concessioni balneari, il Coordinamento Nazionale Mare Libero ha trasmesso in data 05/01/2024 una diffida formale al Comune di Pontecagnano Faiano (SA) per chiedere il rispetto di quanto previsto dall’ordinamento eurounitario e dalla giurisprudenza nazionale ed europea: dichiarare cessati tutti i rapporti concessori che abbiano beneficiato di proroga, in quanto essa viola l’art. 12 della nota Direttiva Bolkestein, oltre agliarticoli 49, 56 e 106 Del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che subordinano l’affidamento a privati di attività di interesse transfrontaliero certo all’espletamento di una procedura selettiva aperta, trasparente e imparziale”.
Questo è quanto comunica il CoNaMaL con una lunga e articolata nota diffusa nella giornata di ieri agli organi di stampa.
La diffida è stata inviata per conoscenza alle procure ordinaria e della corte dei conti, “affinché possano valutare l’esistenza dei presupposti che possano condurre ad eventuali conseguenze civili, penali, amministrative ed erariali”.
“Se il Comune non darà seguito a quanto richiesto -avverte il CoNaMaL- il Coordinamento è pronto a ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale, contro una misura che, nel violare i principi di concorrenza legati all’affidamento a privati di un bene pubblico, per di più di natura demaniale, lede in realtà in primo luogo i diritti dei bagnanti a poter fruire di un servizio erogato da un soggetto individuato a valle di una selezione realmente imparziale, che garantisca prezzi vantaggiosi e massima qualità”.
“La gestione perpetua delle spiagge -si legge ancora nel comunicato- ha portato ad un eccessivo potere contrattuale delle categorie di impresa balneare nei confronti di una classe politica sempre più debole, che si è rivelata nel complesso incapace di stabilire la supremazia sugli interessi parziali di categoria dei diritti dei cittadini-bagnanti, dei lavoratori del settore (troppo spesso sfruttati) e dell’esigenza di tutela dell’ecosistema spiaggia”.