Nei giorni scorsi, presso lo Sporting Club di Nocera Inferiore, si è tenuta la presentazione del libro “La Tela degli Svizzeri”, opera scritta a quattro mani dal Direttore de “Il Risorgimento Nocerino”, Gigi Di Mauro, e da Angelo Verrillo, edito dall’Ippogrifo.
E’ stato un avvenimento di notevole livello storico e culturale al quale hanno partecipato, oltre ai due autori, introdotti dall’Avv. Andrea Oliva, Presidente dell’antico e prestigioso sodalizio nocerino, il dott. Massimiliano Amato, giornalista e direttore della collana storica della casa editrice dell’Ippogrifo, una piccola casa editrice campana che pubblica opere di qualità; ha partecipato anche il Dott. Mauro Maccauro, imprenditore metalmeccanico nocerino, già Presidente della Confindustria di Salerno dal 2012 al 2016, il quale ha scritto la prefazione del libro, e la Dott.ssa Federica Fortino, Assessore alle politiche giovanili e culturali del Comune, in rappresentanza del Comune.
Gigi Di Mauro è un personaggio noto nella città in quanto ha fatto rivivere il vecchio e glorioso “Risorgimento Nocerino”, sia pure in versione online; il giornale era stato fondato dal Cav. Giovanni Zoppi, il quale lo diresse fino alla sua dipartita, poi passò al Cav. Vittorio Caso e poi ai figli, che lo portarono avanti per qualche anno sempre in formato cartaceo.
Meno noto al grosso pubblico il coautore Angelo Verrillo, personaggio noto nell’ambito della sinistra non solo nocerina, essendo stato esponente di spicco del vecchio PC e dei partiti che lo hanno sostituito; successivamente è stato dirigente bancario e da qualche anno si è dedicato alla saggistica ed alle ricerche storico – economiche, delle quali l’opera che siamo commentando è il più recente risultato.
La presentazione de “La tela degli svizzeri” è avvenuta in una sala gremita di pubblico, tra cui molte personalità, il quale attentamente ha seguito i vari interventi che hanno fatto emergere un aspetto trascurato della storia della città, vale a dire un secolo di storia locale che va dall’inizio dell’ottocento alla prima guerra mondiale e che costituì una svolta epocale per la città e per l’Agro.
Grazie agli imprenditori svizzeri Wenner, in una circostanza storica particolare, Nocera e il suo Agro vissero la trasformazione della loro economia da rurale a industriale.
Il Blocco continentale disposto da Napoleone I, con decreto del 21 novembre 1806, contro l’Inghilterra, in risposta all’analogo blocco contro la Francia e i paesi satelliti dichiarato dall’Inghilterra, comportò che nessuna nave proveniente dall’Inghilterra o dalle sue colonie potesse più essere accolta nei porti dell’Impero francese, nel quale il meridione faceva parte, regnante Gioacchino Murat. In risposta alle analoghe misure prese dall’Inghilterra, Napoleone nel 1807 dichiarò confiscabili pure le navi neutrali che avessero fatto scalo in porti inglesi. Il blocco gravò pesantemente sulla politica economica e sociale della Francia in generale e della Campania in particolare, e sul porto di Napoli.
L’embargo napoleonico alle navi inglesi e americane danneggiò indirettamente gli industriali tessitori svizzeri i quali avevano convenienza a trasferire le loro produzioni industriali nel sud dell’Italia per le sue condizioni geo-morfologiche favorevoli, tra le quali i fiumi e le campagne già coltivate a cotone; ma non impedì loro di cercare alternative che consentissero l’utilizzazione di luoghi adeguati.
Federico Alberto Wenner scelse Nocera, l’Agro e il salernitano per l’insediamento delle sue nuove industrie tessili: scelse le zone, progettò gli stabilimenti, ne diresse la costruzione e successivamente li diresse personalmente o tramite sue persone di fiducia.
Gli insediamenti industriali di Nocera e dell’Agro tessile modificarono radicalmente le condizioni sociali della popolazione e diedero luogo alla nascita, dal nulla, di una classe operaia dedicata alla nuova industria, costituita prevalentemente da donne le quali, provenienti dalla campagne, si trasformarono in operaie tessili, e in pochi anni acquisirono uno status sociale impensabile prima, divennero consapevoli delle loro capacità, precedentemente represse dal loro ruolo, subalterno a quello maschile e esclusivamente limitato al lavoro dei campi e al focolare domestico, condizione che non consentiva loro di emergere.
Questa situazione di privilegio industriale resse fino all’inizio della prima guerra mondiale; successivamente l’industria tessile privata poco alla volta andò ad esaurirsi e non portarono particolari benefici gli interventi dello Stato, tant’è che, poco alla volta, tutti gli stabilimenti tessili chiusero, ma iniziò, sempre nell’Agro, un altro tipo di industrializzazione basata sull’ “oro rosso”, il tanto rinomato pomodoro di San Marzano: ma questa è tutta un’altra storia, della quale speriamo che gli autori di questo libro presto si vorranno occupare
Ampi e approfonditi sono stati gli interventi del giornalista Massimiliano Amato e quello dell’industriale Mauro Maccauro, nonché le considerazioni e le conclusioni degli autori.
“La tela degli svizzeri” costituisce una pietra miliare per comprendere quale sia stata l’evoluzione di una terra ricchissima, che ha dato ricchezza a tanti, che ha consentito benessere e sviluppo economico e sociale, ma che successivamente, per varie e alterne vicende, è andata sempre più impoverendosi fino a divenire quella che ancora oggi è, vale a dire una sonnecchiante plaga nella quale le nuove attività imprenditoriali arrancano, quelle industriali sono ridotte al lumicino, nella indifferenza della classe politica nazionale che sembra di non avere più in alcuna considerazione il nostro Sud.