Si dice che il meridionale stia sempre con la valigia sotto il letto, negli anni cinquanta e sessanta, essa era di cartone, chi non ricorda i film Rocco e i suoi fratelli di Visconti, o anche I Magliari di Francesco Rosi? Oggi invece i giovani, in cerca di lavoro e di un futuro dignitoso usano il trolley per partire per il nord Italia, per i paesi europei: Francia, Inghilterra, Germania, o oltreoceno per gli Stati Uniti o anche per gli Emirati Arabi. Ma rimane sempre nel profondo dell’anima, il rimpianto e il richiamo a volte struggente per la propria terra d’origine.
Non è sfuggito a questa suggestione anche l’artista Mario Apuzzo, nato a Minori nel 1948, anch’egli ha provato la nostalgia nel lasciare la propria terra d’origine, che lo portò all’inizio della propria carriera scolastica in Sardegna, dove operò come insegnante di educazione artistica.
Tanta fu la suggestione dell’isola sarda che l’artista, in alcune opere ha utilizzato il sughero come base per dipingere con la tecnica dell’acrilico. Ecco alcune opere che presenta nella Mostra: Mario Apuzzo Archeologia del sogno, visioni segni colori materie e ritorno alla città d’origine che si tiene in Piazza Umberto I a Minori.
Il tema dell’esposizione di Mario d’Apuzzo, è appunto è il sogno, inteso come raffigurazione dei desideri, delle impressioni, della materia, di tutto ciò che lo circonda, varcando le barriere, sperimentando tutto ciò che c’è da sperimentare..
La mostra è diventata un evento discussa e apprezzata in tutta la Costa d’Amalfi è stata inaugurata il 25 luglio scorso, in Piazza Umberto e si protrae a tutto il mese di settembre, dando la possibilità agli amanti dell’arte e ai numerosi turisti che affollano la Costa d’Amalfi di ammirare le oltre sessanta opere, che non trovano tutte posto nella piccola Galleria di Piazza Umberto I, ma che trovano un loro prosieguo nell’Hotel Villa Romana e nell’ Hotel Minori Palace. D’altronde, dopo 40 anni di attività artistica Apuzzo aveva bisogno di grandi spazi che a Minori non esistono, ma che con la buona volontà si è riusciti a supplire.
Apuzzo, si conferma un artista, di grande creatività che non si è mai fermato ad una sola tecnica, ma la sua ricerca spasmodica del nuovo e il suo gusto nel mettersi in gioco, di volta in volta è passato dall’acrilico su sughero (un esempio sono le opere in mostra La Grande rosa, Limone e camelia), passando alla tecnica mista, la grafica e il disegno, la ceramica fino poi a creare disegni ed oggetti di grande preziosità creativa, come i splendidi gioielli, non mancando di utilizzare per alcune opere di scultura la pietra vesuviana.
La pecularietà di quest’artista l’aveva già colta nel ‘1993 Franco Greco, che scriveva: ”L’ arte grafica, pittorica e scultorea di Maario Apuzzo si è sviluppata attraverso vari periodi artistici caratterizzati da stili e materiali diversi. Apuzzo, è un artista a tutto tondo, mai soddisfatto di quello che ha creato, ma sempre pronto e attento a cogliere i moti dell’anima, il suo operare è rivolto alla conoscenza dell’uomo,,degli sguardi, delle fisionomie.
Basta, ci dice, una matita, una penna per dare forma ai sogni.A Mario Apuzzo non è mai mancato il sostegno critico di eminenti personalità dell’arte, della letteratura e della scienza, tra cui citiamo: F. Solmi,Aldo Masullo, Margherita Hach, , Angelo Calabrese, Giorgio Agnisola, Romeo De Maio,, Mario Maiorino, Massimo Bignardi, Marcello Carlino, Dario Giugliano, Francesco Sisinni, Davide Auricchio, Giuseppe Bilotta.