scritto da Nino Maiorino - 21 Giugno 2017 14:28

LA FINESTRA SUL CORTILE L’amara farsa della strada interrotta per S. Anna di Cava

Il calvario della Comunità del rione S. Anna, derivante dalla chiusura di Via Pasquale Di Domenico per una frana verificatasi circa quattro mesi addietro, è un ulteriore sintomo del malessere del nostro paese.

L’11 marzo 2011 il Giappone venne colpito da uno dei frequenti terremoti, e nella zona a nord di Tokyo venne danneggiato anche un tratto di circa 150 metri di un’autostrada: quel tratto di, ripeto, centocinquanta metri rimase chiuso per sei (dico sei) giorni durante i quali vennero effettuati i controlli e gli interventi, dopo di che il tratto venne riaperto e il direttore di quell’autostrada si scusò con gli utenti di non aver potuto provvedere in minore tempo. Sei giorni per riparare un’autostrada di 150 metri, e le scuse del direttore!

Nella civilissima Cava, seconda città della provincia della civilissima Salerno, in un’Italia che è una delle potenze mondiali dell’economia, dell’industria, della moda, dell’agricoltura, e via dicendo, una strada provinciale è stata chiusa da quattro mesi circa per uno smottamento derivante da sottostante infiltrazione di acqua proveniente dalla montagna: è ancora chiusa e non si intravede nessuna prospettiva per la sua riapertura a breve.

Infatti, non si sa ancora quanto tempo occorra affinché l’Ente preposto, la Provincia, purtroppo ancora in vita, “proprietaria” della strada, la “rimetta in pristino”, come recita il burocratese linguaggio dell’inefficienza paesana.

Ci sono voluti “appena” quattro mesi (e c’è chi dice che sono anche pochi!!!) per definire l’entità della spesa occorrente per l’intervento, sembra 500 mila euro che a molti sembra una enormità, per “reperire” i fondi, finalmente, sembra, accantonati; ora deve dettagliarsi il progetto, indire la gara di appalto, assegnare l’appalto, pregare il Padreterno che non vi sia qualche ditta esclusa che si opponga (nel qual caso, intervenendo il Tar, buona notte!), avviare i lavori, e sperare che vada tutto liscio per completarli non si sa entro quanto tempo.

Veniamo alla spesa preventivata, circa 500 mila euro, per qualcuno sembra una enormità; c’è chi assicura che per un decimo di tale cifra, cioè con soli 50 mila, il problema sarebbe risolto, e c’è chi si è proposto di intervenire per farlo: ma si sa, i costi per gli Enti pubblici “facilmente” si ingrossano…

In Provincia c’è chi parla dell’apertura della strada entro settembre prossimo (e sarebbero passati circa otto mesi, dico otto, per riparare un tratto di strada di pochi metri), e voglia il cielo che tale scadenza venga rispettata; ma tanti dubbi ci assalgono in quanto, conoscendo come vanno le cose in questo manicomiale paese, è probabile che, magari a lavori avviati, intervenga qualche altro Ente, che, a tutela di chi sa cosa, bloccherà i lavori, quindi interverrà il TAR (ancora!), probabilmente la cosa sarà portata al Consiglio di Stato e frattanto i lavori si fermeranno, il cantiere sarà sequestrato, la strada rimarrà chiusa, e passeranno chissà quanti mesi o anni: e la popolazione continuerà a soffrire per i perduranti disagi, i commercianti continueranno a registrare cali di vendite, e la crisi già in corso per quella comunità si aggraverà.

A proposito, chi lo sa quanti cittadini conta quel rione? Circa 3.mila, dei quali il 60 per cento (1.800 persone) al di là dell’interruzione, vale a dire nel tratto che va dall’interruzione a Santa Lucia, e 1200 persone nel tratto che parte da Pregiato verso l’interruzione; pertanto coloro che abitano nel tratto Pregiato/ostruzione sono avvantaggiati se debbono andare al centro di Cava, gli altri 1800 debbono percorrere circa 14 kilometri in più.

E tutto perché? Perché un Ente “utile” come la Provincia non è intervenuto con tempestività, perché un “solerte” dirigente ha approfonditamente studiato la questione per settimane, perché “solerti” funzionari se la sono presa comoda nel reperimento dei fondi necessari: e a “soli” quattro mesi la situazione è quella che è.

Quattro mesi? Non è così, giacché essi sono calcolati dal giorno in cui la strada è franata. Ma pochi sanno che quel tratto di strada era sotto osservazione già dalla fine del 2015, allorquando cittadini attenti e di buona volontà notarono che la parte “a valle” del piccolo tratto di strada presentava qualche crepa, segno che stava franando, e tempestivamente lo segnalarono al Comune e all’Ente “proprietario”, quella “utile” Provincia che fece finta di nulla, e che è intervenuta, solo per chiudere la circolazione, dopo oltre un anno, vale a dire solo quando la strada è definitivamente franata.

Non è con piacere che rifletto sulle eccellenze di questo paese, il quale, oltre tutte quelle già innanzi elencate (l’economia, l’industria, la moda, l’agricoltura, e via dicendo) ne ha anche qualche altra: quelle della inefficienza, delle chiacchiere inutili, degli Enti che operano con distacco dai problemi dei cittadini, e dei tempi biblici anche per riparare pochi metri di strada.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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